Twitter ha annunciato che interromperà l’accesso gratuito alle sue API a partire dalla prossima settimana. Presto per accedere alle API di Twitter sarà necessario pagare un abbonamento, le nuove policy dovrebbero entrare in vigore il prossimo 9 febbraio. Elon Musk non ha ancora annunciato il costo dell’accesso alle API.
La notizia è stata presa con forte sconforto da diversi utenti. Il motivo si spiega facilmente: l’implementazione di una ‘tassa sulle API’ verosimilmente sterminerà la maggior parte dei bot di Twitter. Non stiamo parlando, per la cronaca, degli account automatizzati creati per scopi malevoli: come la diffusione di spam, frodi e propaganda. Piuttosto, stiamo parlando di tutti quegli account automatizzati che rispondono ad una qualche forma di utilità.
Dagli account che, automaticamente, cercano le migliori foto dei gattini e le pubblicano ogni giorni, a quelli che pubblicano ad ogni ora un frame diverso di film cult come Shrek o serie come Breaking Bad. E poi, tutti quegli account che possono essere ‘evocati’ dagli altri utenti con un tag, e che possono servire per accorpare un thread con più tweet in un’unica pagina web, oppure per risalire al nome di un attore o di un’attrice semplicemente partendo da una sua immagine.
Anche se Twitter ha lasciato gli utenti all’oscuro sui dettagli del suo cambiamento in arrivo, molti creatori di bot si sono rassegnati all’idea che dovranno chiudere i loro progetti.
Il creatore di Cheap Bots Done Quick ha spiegato che se Twitter mettesse l’utilizzo delle API dietro ad un paywall, probabilmente il suo servizio dovrà chiudere. Cheap Bots Done Quick è una piattaforma pensata per aiutare gli utenti comuni, anche quelli senza competenze in programmazione, a creare facilmente un bot. Sono oltre 54mila i bot che si basano su Cheap Bots Done Quick.
Sono moltissimi gli utenti che hanno già comunicato ai follower che probabilmente dovranno chiudere i loro bot. Tra questi Alt Text Reader, che aiutava le persone con handicap visivi a tradurre i testi in un formato più semplice da leggere, e anche SauceBot, un utile bot che era in grado di risalire ai creatori originali di opere d’arte non attribuite.