I ricercatori hanno esaminato i grumi di gas, i clump e la polvere andati dispersi che pervadono la Via Lattea. Poi hanno misurato la loro massa. In pratica, una nuova analisi dei dati raccolti dal satellite Herschel ha stimato la formazione stellare della Via Lattea. In media produce nuove stelle per un ammontare pari a due volte la massa del Sole ogni anno. Una galassia “mediamente attiva”.

 

In primo luogo, stimare il tasso di formazione stellare della Via Lattea ci consente di operare confronti tra essa e le altre galassie. In secondo luogo, consente di affrontare un annoso dilemma nell’astrofisica galattica, ossia il fatto che il tasso di formazione stellare osservato, di poche masse solari per anno, risulta piuttosto esiguo rispetto alla quantità di materia disponibile. Produrre una stima aggiornata di questa quantità fornisce dunque un dato di riferimento ai colleghi che cercano di spiegare per via teorica questo inatteso comportamento.

Davide Elia, ricercatore INAF a Roma e primo autore del nuovo studio

 

 

Non è facile misurare la velocità con cui una galassia produce nuove stelle. Dipende dalla massa di gas freddo disponibile e dalla quantificazione della sua attività in formazione stellare. Dopo la selezione di oltre 150mila clump, dove stanno nascendo nuove stelle, è stato possibile stimare la frazione di massa che verrà convertita in stelle. Inoltre, anche il tempo necessario, affinché ciò accada. 

Tale metodo ha consentito di mappare il tasso di formazione stellare nel piano galattico. L’84% del tasso di formazione stellare della Via Lattea è contenuto entro l’orbita del Sole intorno al centro galattico. Il 16% all’esterno di essa. Calcolare il tasso di formazione stellare della Via Lattea ci consente di operare un confronto tra essa e le altre galassie. È permessa così anche la mappatura zona per zona del tasso di formazione stellare globale.