Questa volta Elon Musk l’ha combinata grossa: su suo ordine Twitter ha sospeso l’account di alcuni giornalisti americani, tutti specializzati in tech (e dunque, in senso lato, in Musk e le sue aziende). Il miliardario sostiene che gli account siano stati sospesi perché hanno violato una nuova legge contro il doxing: la questione riguarda sempre @ElonJet, un account che postava in tempo reale gli spostamenti del suo aereo privato.
Informazioni, quelle sul jet, che avrebbero causato uno spiacevole episodio: recentemente uno stalker ha inseguito l’auto dove viaggiava il figlio più giovane di Elon Musk, forse perché convinto che all’interno del veicolo ci fosse anche il miliardario.
L’episodio ha portato alla chiusura dell’account ElonJet e alla sospensione degli account su Twitter di un gran numero di giornalisti che avevano menzionato il ban (in alcuni casi postando link al sito del bot). Peraltro, nelle stesse ore Twitter ha chiuso anche l’account di Mastodon, popolare social alternativo a Twitter dove nel frattempo era migrato ElonJet.
La mossa non è piaciuta affatto all’Unione Europea, che da quando è diventato di proprietà di Elon Musk ha messo nel suo mirino Twitter. Il membro della Commissione Thierry Breton aveva ringhiato fin dai primi giorni successivi alla conclusione dell’accordo: «o Twitter rispetta le regole europee e continua a contrastare l’hate speech o siamo pronti ad oscurare il social in Europa». Parole durissime, che all’epoca erano sembrate – quantomeno nei tempi e nei toni – del tutto fuori luogo.
Questa volta la parola passa alla commissaria Věra Jourová, responsabile tra le altre cose alle politiche comunitarie sulla trasparenza. «La notizia sulla sospensione del tutto arbitraria di alcuni giornalisti da parte di Twitter è estremamente preoccupante», ha scritto, per poi aggiungere che il Digital Services Act impone alle piattaforme il rispetto della libertà dei media. La Jourová non usa mezzi termini: «ci sono delle linee rosse che non possono essere oltrepassate». Silenziare i giornalisti è una di queste. O Twitter torna sui suoi passi o ci saranno delle conseguenze.
Nel frattempo Elon Musk ha pubblicato un sondaggio per chiedere agli utenti sei giornalisti dovrebbero essere reintegrati sul social immediatamente o dopo una sospensione di 7 giorni. I votanti – gli stessi che avevano chiesto a gran voce il ritorno di Donald Trump su Twitter – per il momento stanno optando in maggioranza per il reintegro immediato. Insomma, perfino alcuni dei fan più incalliti di Musk pensano che questa volta il loro idolo l’abbia fatta troppo grossa.