Cresce l’attesa per i nuovi risultati sulla nostra galassia, la Via Lattea, ottenuti dalla collaborazione con l’Event Horizon Telescope (Eht). E’ arrivata finalmente la prima fotografia del buco nero Sagittarius A.
Scoperta sensazionale che porterà a nuovi orizzonti scientifici. Senza dubbio sarà una delle immagini del secolo (conservatela nella vostra memoria) perché quella che vedete è la prima immagine mai ottenuta del disco di accrescimento del buco nero nella nostra Galassia, la Via Lattea.
Le previsioni fatte oltre un secolo fa da Albert Einstein sono state confermate nuovamente con questa incredibile foto!
A tre anni dalla prima foto di un buco nero, quello della galassia M87, la nuova immagine conferma definitivamente l’esistenza di un buco nero al centro della nostra galassia.
Una prova schiacciante
come l’hanno definita i ricercatori nella conferenza stampa organizzata a Roma: Ciriaco Goddi di Università di Cagliari, Inaf e Infn, Elisabetta Liuzzo Nicola Marchili e Kazi Rygl, tutti e tre dell’Inaf e, in collegamento, Mariafelicia De Laurentis di Università Federico II di Napoli e Infn, e Rocco Lico di Instituto de Astrofísica de Andalucía e Inaf.
Anche in questo scatto storico, frutto del lavoro di più di trecento ricercatori di ottanta istituti in tutto il mondo che insieme formano la Collaborazione Eht, il buco nero non è visibile direttamente perché non emette luce: si vede uno spesso anello di gas brillante, delle dimensioni che avrebbe se fosse intorno alla Luna, che circonda una regione centrale scura chiamata ‘ombra’. L’anello è prodotto dalla luce distorta dalla potente gravità del buco nero, che ha una massa pari a quattro milioni di volte quella del Sole ed è distante dalla Terra 27.000 anni luce, in direzione della costellazione del Sagittario. Il buco nero appena fotografato è oltre mille volte più piccolo e meno massiccio rispetto a quello di M87.
La foto è stata ottenuta grazie a una rete globale di otto radiotelescopi, compreso il più potente del mondo: Alma (Atacama Large illimeter/submillimeter Array), al quale l’Italia partecipa attraverso lo European Southern Observatory (Eso) e ospita il nodo italiano del Centro regionale europeo Alma presso la sede dell’Inaf di Bologna. I radiotelescopi funzionano all’unisono, come fossero un uno strumento grande quanto la Terra e insieme sono stati puntati verso il cuore della galassia per diverse notti nell’aprile 2017, raccogliendo dati per molte ore di seguito, in modo simile a quando si fa una lunga esposizione con una macchina fotografica. Nonostante Sagiuttarius A* sia molto più vicino rispetto al primo buco nero immortalato in una foto, ottenerne l’immagine è stato molto più difficile: poiché è più piccolo, il gas gli ruota intorno molto velocemente, impiegando pochi minuti completare un’orbita intorno al buco nero (contro i giorni impiegati dal gas attorno al buco nero di M87). Di conseguenza per ottenere l’immagine è stato necessario fare una media delle numerose immagini ottenute nella campagna di ricerca.