Una ricercatrice giapponese ha notato che una lumaca di mare di quelle presenti nell’acquario del laboratorio si era in qualche modo decapitata e che la testa mozzata si stesse trascinando attorno al corpo monco. Dispiaciuta, avrebbe pensato di veder morire la creatura nel giro di poco tempo, invece quella testa ha vissuto per interi giorni, quindi ha iniziato a rigenerare una copia perfetta di com’era in origine. Nel giro di tre settimane aveva ormai recuperato l’80 per cento della sua vecchia massa.

Si tratta di quella che gli scienziati ritengono sia la forma di rigenerazione più estrema mai studiata in natura e a ben ragione. Non solo questi esemplari di sacoglossa sono in grado di perdere letteralmente la testa come se nulla fosse, ma alcuni possono farlo molteplici volte e, in tutto questo, il corpo da loro abbandonato continua a vivere. In un certo senso.

“Il corpo originale continua a muoversi e a vivere per giorni, se non mesi. Si può addirittura vedere il cuore che batte al suo interno”, ha riferito Sayaka Mitoh dottoranda presso l’Università Femminile di Nara e autrice a capo della ricerca. L’unico limite è che il corpo sembra non essere in grado di rigenerare la testa.

La testa decapitata, se ve lo stesse chiedendo, può sopravvivere in assenza di qualsiasi organo vitale grazie a una forma di fotosintesi che la lumaca “ruba” alle alghe di cui si nutre. La portata di un fenomeno rigenerativo tanto miracoloso sembra altresì limitato agli esemplari più giovani, ovvero gli esemplari che hanno maggiori possibilità di riprodursi, i vecchi sono destinati a terminare la propria esistenza sotto forma di capo semovente.

Come questi esemplari riescano a portare avanti una rigenerazione tanto portentosa è ancora motivo di ricerca, ma Mitoh sospetta siano coinvolte di versatilissime cellule staminali capaci di riadattarsi a ogni funzione di cui l’organismo ha bisogno.

 

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