Dopo che Mark Zuckerberg si era detto contrario al fact-checking di Twitter nei confronti di Donald Trump, alcuni siti satirici hanno iniziato a diffamarlo pubblicamente come forma di ritorsione.

“Non credo che Facebook o nessun altro social debba essere giudice di verità”, aveva detto Mark Zuckerberg in reazione alla strategia opposta di Twitter. Ora alcuni siti hanno creato delle fake news sul suo conto come forma di ritorsione.

Secondo un report di VICE, nelle giornate immediatamente successive alle sue dichiarazioni sarebbero state fatte circolare diverse notizie false su Mark Zuckerberg, molte delle quali condivise beffardamente sul suo stesso social network, Facebook.

In realtà, almeno in qualcuno dei casi evidenziati da VICE, sarebbe più opportuno parlare di articoli satirici. «I social media non dovrebbero fare fact checking sui post, dice il molestatore di bambini Mark Zuckerberg», recita ad esempio il titolo di un articolo di The Chaser, l’equivalente australiano del nostro Lercio. L’articolo è stato condiviso e commentato più di 200.000 volte.

Un altro articolo del The Shovel, sulla stessa falsariga, recita invece: “Mark Zuckerberg — morto a 36 anni— dice che i social meda non dovrebbero fare fact-checking”.

Non è la prima volta che Mark Zuckerberg incontra opposizioni di questo tipo, incidenti analoghi erano capitati anche in reazione alle prime policy di Instagram sui deep fake e alla decisione di non censurare uno spot di Donald Trump estremamente critico contro Joe Biden.