Dopo due anni di attesa Stranger Things è ufficialmente tornato. Dopo una seconda stagione non del tutto convincente i fratelli Duffer saranno ritornati sui binari giusti?

Era il 15 Luglio 2016 quando faceva irruzione nelle nostre vite Stranger Things, una serie che portava con sé tutto il carico, l’emozione e la creatività degli anni ’80, un decennio che ha partorito tra i cult più importanti di una generazione nata sotto lo spirito dell’avventura e dell’amicizia.

La serie creata dai fratelli Matt e Ross Duffer è ambientata negli anni ’80, nella città fittizia di Hawkins, nell’Indiana. Il tutto comincia con la sparizione del piccolo Will (Noah Schnapp), che insieme ai suoi migliori amici di sempre, Mike (Finn Wolfhard), Lucas (Caleb McLaughlin) e Dustin (Gaten Matarazzo), è un vero piccolo nerd, dedito al gioco di ruolo e agli arcade. La sparizione di Will viene compensata dall’arrivo di una strana bambina (Millie Bobby Brown) dagli incredibili poteri psichici, fuggita dal laboratorio segreto di Hawkins National Laboratory.

 

Stranger Things 3
Conosciuta unicamente con il nome di Eleven, la bambina metterà tutti di fronte ad una terribile verità e alla scoperta di universo parallelo e contrario, Il Sottosopra, dominato dal male e dalla mostruosità.

Infarcito di riferimenti di quelle storie che hanno fatto la storia del cinema anni ’80, a partire dalle atmosfere tipicamente tratte dai libri di Stephen King, al senso d’amicizia in stile Goonies fino ad arrivare a E.T. – L’Extraterrestre, senza scordare lo spirito d’avventura di Indiana Jones, e l’uso di personaggi diventati iconici come Winona Ryder.

Ma la cosa più interessante di Stranger Things era la sua abilità nell’usare tutti questi riferimenti, disseminando easter egg per tutti i suoi episodi, creando comunque una storia nuova, qualcosa di diverso, originale e, soprattutto, appassionante, diventando un vero e proprio colpo di fulmine per tutti gli appassionati (e non solo).

 

Stranger Things 3

 

La mania Stranger Things è scoppiata in pochissimo tempo.

La mania Stranger Things è scoppiata in pochissimo tempo, e dopo il successo della prima stagione è arrivata la seconda nel 2017, cavalcando il successo della serie.

Stranger Things 2 si è dimostato un prodotto frettoloso, un po’ raffazzonato, dalla scrittura quasi sciatta, una narrazione incerta e prevedibile e una messa in scena non particolarmente esaltate. Alcuni personaggi sono evoluti e cresciuti esattamente come i loro interpreti, altri sono cambiati e hanno preso decisioni inaspettate, altri ancora sono completamente nuovi.

La magia di Stranger Things si è del tutto esaurita? Per fortuna no! E a dimostrarcelo è proprio questo Stranger Things 3, pronto al debutto su Netflix questo 4 Luglio.

Abbiamo visto in anteprima 5 degli 8 episodi che compongono questa terza stagione e, per quanto non ci sia possibile dare un giudizio definitivo, possiamo comunque tranquillamente dire che non solo i fratelli Duffer hanno aggiustato il tiro tornando sui binari, ma sono riusciti addirittura a superarsi, confezionando una serie estremamente più matura, cresciuta tanto nella tecnica quanto nella struttura narrativa della stagione.

Crescere è probabilmente una delle parole chiave di questa terza stagione.

Crescere è probabilmente una delle parole chiave di questa terza stagione. I nostri protagonisti sono decisamente cresciuti, tanto i personaggi quanto i loro interpreti. L’età dei giochi, per alcuni, sembra essere finita. La spensieratezza resta ancora, ma i problemi adesso sono diversi. Le priorità cambiano. La nostalgia per il mondo dell’infanzia inizia a farsi sentire.

E i primi scontri “uomini vs donne”, sotto diversi fronti, sembrano portare a galla quelle che sono le gioie e i dolori dell’abbandonare il mondo dell’infanzia ed entrare in quello dell’adolescenza; ma non solo.

La crescita non vale unicamente per i giovani protagonisti, ma anche per i più grandi come per esempio Steve (Joe Keery), Jonathan (Charlie Heaton) e Nancy (Natalia Dyer), ormai inseriti all’interno del mondo del lavoro, aspettando di poter andare al college.

Ed anche qui, gli ostacoli non sono affatto pochi o semplici. Di determinazione ce ne vuole tanta, tantissima, soprattutto nel farsi valere, nel far rispettare le proprie idee, e farsi strada all’interno di un mondo dove troppo spesso – ancora oggi – si viene sminuiti per il proprio genere o per la propria età.

 

Stranger Things 3

 

Determinazione che vediamo molto nel volto delle protagoniste femminili. Non manca di sorprenderci neanche la stessa Eleven, ormai del tutto inserita all’interno di un contesto più sano, dove però fa ancora molta fatica a stabilire quelle che sono le interazioni sociali, i rapporti con le persone ma, soprattutto, il riuscire a capire se stessa.

Fondamentale in questo l’aiuto dell’amica Max (Sadie Sink), personaggio introdotto nella seconda stagione e che in questa terza vediamo crescere davvero tantissimo. Eleven inizierà a fare i conti con quello che il mondo dell’adolescenza, dei ragazzi, dei gusti personali, del prendere posizione e del vivere, finalmente, per se stessa, secondo le proprie regole, e non in funzione di regole imposte da altri.

Da questo punto di vista estremamente emblematico anche il nuovo personaggio femminile, Robin. Caparbia, bella, carismatica e… un po’ “pazza”. Un personaggio che sa subito conquistare, immolando sullo schermo una giovanissima Maya Thurman Hawke, che sa dimostrare di essere la degna figlia di sua madre (ma in fondo anche di suo padre), regalandoci un personaggio dall’incredibile mimica facciale e che sa subito conquistarsi il suo posto all’interno dello show.

 

Stranger Things 3

 

Si evolvono i dinamismi, le relazioni e gli intrecci, ma nonostante questo il gruppo resta unito, più saldo che mai di fronte ad una minaccia che no, non ha proprio nessuna intenzione di rendergli facile il lavoro. A quanto pare, a distanza da un anno dagli eventi narrati nella seconda stagione, nell’estate del 1985 il Sottosopra si è risvegliato ancora una volta, ma questa volta ha un vero e proprio esercito, pronto a scatenare l’ira del Mind Flayer.

Non mancano assolutamente i riferimenti cinematografici neanche in questa terza stagione, ma questa volta il riferimento si fa ancora più funzionale. Nessun fan service o scene o inquadrature buttate lì giusto per far esaltare il fan.

Questa volta si compie un lavoro estremamente concreto, che prende decisamente spunto da un certo tipo di immaginario, omaggiandolo e re-inventandolo, per poterlo adattare alla struttura narrativa di questa terza stagione.

Potremmo cominciare da La Cosa di Carpenter, non solo nella realizzazione dei mostri presenti all’interno della serie, ma anche nel rapporto tra uomo e scienza, portando avanti quasi la stessa critica nei confronti della società mossa proprio dallo stesso Carpenter, e facendoci più che capire che, il più delle volte, il vero nemico dell’uomo non è il mostro uscito da chissà dove, ma l’uomo stesso.

 

Stranger Things 3

Questo non fa altro che andar a sottolineare ancora di più la maturità di una trama dalle tinte decisamente più cupe, più grottesche e, se vogliamo, horror.

La suspence è un continuo crescendo in alcuni episodi, lasciando lo spettatore del tutto stregato davanti allo schermo.

Questa volta i fratelli Duffer hanno avuto modo di espandere l’universo di Stranger Things, di farci uscire dai suoi confini, rendendo ancora più complesso il sottotesto che si muove al di sotto della trama principale.

Un lavoro ponderato, che trasuda una certa analisi e minuziosità nella scrittura, stesura delle scene e precisione della scelte adoperate. Questa volta nulla è stato lasciato al caso, neanche i dialoghi che si fanno più taglienti, brillanti, a volte andando a sfociare nell’humor più grottesco, altre volte caricando di enfasi pur restando sempre credibili.

 

Stranger Things 3

 

Cosa vuol dire questo? Aspettarci qualcosa di estremamente pesante e cupo? Assolutamente no! La vera meraviglia di Stranger Things risiede nel fatto di riuscire a mantenere la leggerezza di quella che potrebbe tranquillamente essere una serie o un film teen anni ’80, strizzando volontariamente l’occhio a pellicole come I Goonies o Stand By Me, ma al tempo stesso introdurre, sviluppare, argomenti molto più complessi, sviscerandoli in maniera tale da rendere il racconto accattivante e suggestivo anche per un pubblico più maturo.

Non parliamo unicamente di un prodotto che si muove solo attraverso il continuo riferimento ai lavori di altri registi; assolutamente no. Sebbene i Duffer si muovano sull’onda del riferimento, questa volta andando perfino a toccare l’amato Terminator, al tempo stesso riescono sempre a mantenere vivo ed in primo piano il cuore dello show: ovvero i loro personaggi e la loro inevitabile crescita.

i Duffer Brothers con Stranger Things 3 confermano di aver riscritto ancora una volta le regole della serialità

Da questo punto di vista, i Duffer Brothers con Stranger Things 3 confermano di aver riscritto ancora una volta le regole della serialità. Una serialità capace di abbracciare più generazioni insieme, da quella cresciuta negli anni ’80 a quella cresciuta con i servizi on demand; capace di sorprendere, di emozionare, di far rivivere sulla propria pelle il brivido dell’avventure, di quelle estati afose armati di zainetto, torce e biciclette, pronti per andare a scoprire chissà quali mondi inesplorati o tesori mai trovati.

 

Stranger Things 3

Stranger Things è il simbolo di una serialità rivolta alla generazione dello streaming, fungendo da modello narrativo per il futuro.

Aspettando di vedere il gran finale, possiamo tranquillamente affermare che Stranger Things 3 non vi deluderà.

Saprà farvi battere il cuore esattamente come accadde nell’estate di tre anni fa quando Mike, Will, Dustin, Lucas ed Eleven hanno fatto per la prima volta la loro comparsa sul piccolo schermo di casa nostra.

Al tempo stesso, possiamo garantirvi che andrà ben oltre quanto mostrato fino a questo momento, mettendovi di fronte ad una stagione evoluta, cresciuta e maturata. E noi, augurandovi buona visione, non possiamo far altro che dirvi…

Bentornati ad Hawkins!

 

 

 

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Posted by Lega Nerd on Sunday, July 7, 2019