Il salario minimo è un tema di discussione in Italia, ma è presente in gran parte dei Paesi europei, ad eccezione di alcuni come Danimarca, Austria e Finlandia. Tuttavia, le caratteristiche e le applicazioni variano notevolmente da Paese a Paese. Mentre alcuni Paesi hanno implementato il salario minimo da decenni, altri lo hanno introdotto più di recente.
In Francia, ad esempio, il salario minimo esiste dal 1950, mentre in Spagna è in vigore dal 1963. Lussemburgo e Germania presentano i valori più alti per il salario minimo mensile, rispettivamente 2.387,40 euro e 2.080 euro. Altri Paesi, come Spagna e Olanda, hanno aumentato l’importo del salario minimo nel 2023, mentre Belgio e Irlanda prevedono aumenti per i prossimi anni.
Da notare che Svezia, Danimarca e Italia seguono modelli basati sulla negoziazione dei contratti collettivi e dei livelli salariali da parte dei sindacati, invece di adottare un salario minimo legislativo.
Oltre all’Europa, anche altri Paesi del mondo hanno il salario minimo. Nel Regno Unito, il salario minimo è stabilito annualmente dal governo in base alle raccomandazioni della Low Pay Commission. L’importo varia in base all’età del lavoratore. In Svizzera, non esiste un salario minimo nazionale, ma alcuni cantoni hanno stabilito salari minimi a livello locale.
Al di fuori dell’Europa, il Messico ha un salario minimo stabilito dalla National Commission of Minimum Wages, con importi differenziati a seconda delle aree geografiche. In Australia, il salario minimo nazionale viene rivisto annualmente ed è attualmente di circa 21,38 dollari australiani all’ora. In Argentina, a causa dell’inflazione elevata, il salario minimo viene aggiornato due volte l’anno.
Il salario minimo è una misura volta a garantire un livello minimo di retribuzione ai lavoratori e a promuovere una maggiore equità salariale. Tuttavia, le specifiche applicazioni e gli importi variano notevolmente a seconda del Paese e del contesto economico in cui si trovano.