Vivere e Lavorare in Svizzera 1/2

Svizzera

Tralasciando il perché di emigrare in Svizzera ecco le mie dritte sul come farlo. Punto essenziale per qualsiasi cosa: dovrete ottenere il permesso di residenza.

Come ottenerlo? Beh, questa è la parte complicata.

Andiamo per ordine, ma prima una veloce digressione su questo paese: prima di tutto ci sono 4 lingue ufficiali: Italiana, Francese, Tedesca ed infine il Romancio.

Il paese è fortemente diviso, gli abitanti di una parte difficilmente conoscono le altre lingue ufficiali.

Il paese è fortemente diviso, c’è la zona di lingua Italiana a sud, la parte francese ad ovest e la parte tedesca nel centro-nord.

Pertanto se andate nella parte tedesca, parlano il tedesco e tutto è in tedesco, dai cartelli stradali alle bollette del telefono. Gli abitanti di una parte difficilmente conoscono le altre lingue ufficiali, mentre nella parte tedesca è facile che conoscano l’inglese.

Questo significa che se volete spostarvi da una zona ad un’altra potreste dover imparare un’altra lingua.

Sprachen_CH_2000_IT

Aggiungo che nella Svizzera tedesca (detta anche Svizzera interna) si parla abitualmente un dialetto locale. Quindi anche se sapete il tedesco non è facile cavarsela, in termine tecnico si dice “son cazzi!”™.

Molti siti internet nazionali, compresi quelli delle amministrazioni pubbliche, sono disponibili in italiano.

C’è un vantaggio però: molti siti internet nazionali, compresi quelli delle amministrazioni pubbliche, sono disponibili in italiano poiché questa è una delle lingue ufficiali.

Sparsi per la svizzera ci sono molti italiani emigrati di 1a o 2a generazione.

Quindi a volte si assistono a strani personaggi che parlano solo in dialetto svizzero-tedesco e in dialetto barese, non sanno una parola di inglese, se la cavano con l’italiano, e maltrattano il tedesco.

La svizzera è divisa in 26 cantoni, la maggior parte tedeschi. Ogni cantone può avere le proprie leggi, e ha le proprie tasse, anche se c’è una certa omogeneità. Per certi versi assomiglia agli U.S.A. ma ogni stato ha le dimensioni di una nostra provincia.

Chiusa digressione. Ritorniamo al permesso di residenza.

Ne esistono di diversi tipi, permesso “L” di breve durata (meno di un anno), permesso “B” di dimora (di durata limitata) e permesso di domicilio (di durata indeterminata).

Quello a cui ambire è il secondo: il permesso viene indicato con una lettera “B”, ha una durata di 5 anni, rinnovabile se ci saranno le condizioni.

Non è consentito trasferirsi o lavorare senza un permesso di residenza.

Potrete fare i turisti fino a 3 mesi, ma non potrete lavorare.

Per ottenere il permesso bisogna avere:

  • Un contratto di lavoro
  • Un contratto di affitto
  • Essere un cittadino di uno degli stati UE/AELS, in pratica tutta l’europa, Italia compresa
  • Documenti di identità validi
  • Fortuna, infatti ora c’è una limitazione sul numero di permessi di immigrazione concessi. Questo limite è stato aggiunto da pochi mesi, proprio mentre stavo facendo la richiesta, che culo vero?
  • Soldi, vi serviranno in svariate occasioni
  • Tempo
  • Google translate

La domanda va inviata al comune dove risiederete. Scrivetegli, chiamateli, andate a parlare con loro, vi aiuteranno.

 

 

Contratto di lavoro

Qui dovete sbattervi a spedire CV, fare colloqui eccetera. Una volta ottenuto siete ad un ottimo punto. Caldamente consigliato di concordare una data di inizio successiva alla firma di 3-4 mesi: vi serviranno per cercare casa e fare la richiesta di permesso di dimora.

Lieve digressione: la parte italiana (Ticino) è abbastanza inflazionata di italiani che cercano di lavorare in Svizzera, inoltre ci sono molti italiani che sono frontalieri, cioè vivono in Italia ed entrano in Svizzera per lavorare e hanno un altro tipo di permesso.

Poiché è un articolo sull’emigrazione non mi dilungherò più di tanto su questo aspetto tranne per sottolineare che non sia proprio facile trovare lavoro in questa zona.

Nella Svizzera interna ci sono più opportunità ma c’è l’ostacolo linguistico. Non conosco la situazione nella parte francese. Non ho molta esperienza in colloqui, a me è andato bene subito il primo, dare consigli a riguardo non è comunque lo scopo di quest’articolo.

 

 

Contratto d’affitto

Questo è stato davvero difficile da ottenere per me! Molto più del contratto di lavoro.

Innanzitutto il settore degli affitti è molto rapido, da quando viene pubblicato un annuncio in 3-4 giorni l’appartamento viene dato in affitto, pertanto dovrete sbattervi un bel po’.

Dovrete obbligatoriamente andare a vedere gli appartamenti, l’incaricato della visita vi rilascerà un modulo dove dichiarate le vostre generalità e di tutti i componenti del nucleo familiare, se avete figli e di che età, se avete altri a carico, come i genitori anziani, animali domestici, se suonate uno strumento musicale e quale.

Dovrete compilare il modulo e inviarlo all’agenzia che se ne occupa, insieme a:

  • Una lettera di presentazione
  • Contratto di lavoro che attesta il reddito, vostro e dei familiari
  • Documenti di identità per tutti i familiari
  • Modulo sopra descritto, completamente e perfettamente redatto, nel modulo va anche indicato il vostro datore di lavoro, e un precedente locatario è molto probabile che lo contattino, ovviamente visto che state immigrando non avrete un precedente locatario.
  • Certificato che attesta che abbiate sempre pagato gli affitti precedenti e le bollette (ed essendo immigranti non lo potete avere)
  • Permesso di residenza! ma come?!? Per ottenerlo serve prima il contratto d’affitto! non è obbligatorio ma lo chiedono quasi tutti.

Ecco il nocciolo del problema, per ottenere il permesso di residenza serve, tra le altre cose, il contratto di affitto. Ma per quest’ultimo serve il Permesso di residenza. In realtà ci sono alcune scappatoie:

La prima è andare da un parente o un amico, il locatario deve essere d’accordo e fare una dichiarazione particolare valida per la richiesta del permesso di residenza, non tutti la danno.

Andare in affitto in una stanza in un appartamento condiviso, anche qui il locatario, deve essere d’accordo e fare una dichiarazione particolare valida per la richiesta del permesso di residenza.

Oppure in affitto in B&B per qualche mese, Se opterete per questa soluzione, ovviamente spenderete molto di più. Il proprietario del B&B vi deve fare una dichiarazione particolare valida per la richiesta del permesso di residenza, in questo caso è più facile che ve la dia in quanto solitamente il gestore del B&B è anche il proprietario, oltre al fatto che ci guadagna parecchio.

La seconda è trovare un locatario che comprendendo la situazione vi affitti anche se non avete in mano il permesso, purché lo otteniate di lì a breve.

D’altro canto se non otterrete il permesso avrete comunque firmato un contratto di affitto, e quindi sarete obbligati a pagare l’anticipo, l’affitto e le bollette per un anno, anche se non potrete risiedere lì.

Non è facile trovare l’appartamento ed inoltre il locatario potrebbe storcere il naso in quanto sarete degli immigrati, senza una storia che attesta la vostra “buona condotta” e senza il permesso di dimora.

Potreste sempre chiedere al vostro nuovo datore di lavoro di fare da interlocutore con il locatario, loro sono entrambi svizzeri sanno come fare.

Per arrivare a conseguire il risultato sperato dovrete rispondere a decine di annunci, fare tante telefonate, spedire plichi di documenti via posta, fax, email, visitare molti appartamenti e magari accontentarvi del primo che vi dice di sì. Dovrebbe essere più semplice nei piccoli paesini rispetto ai grandi centri.

Gli affitti costano molto, soprattutto in città, per darvi un’idea in una piccola città un appartamento di 50mq viene a costare circa 1500 €.

I contratti di affitto partono sempre dal primo del mese, pertanto se per esempio volete/dovete trasferirvi il 15 del mese, dovrete aver l’appartamento dal 1 dello stesso mese.

Dopo un anno potrete cambiare casa.

Attenzione: come ho scritto la domanda va presentata nel comune dove risiederete, siccome potrebbe darsi che non riusciate a trovare l’appartamento facilmente è molto probabile che dobbiate allargare il raggio di ricerca ad altri comuni. Significa che scoprirete all’ultimo dove presentare la domanda. Per esempio avevo parlato e scritto molte email ad un determinato comune, poi ho trovato un appartamento che per poche centinaia di metri rientra in un altro comune limitrofo e ho dovuto ricominciare da capo.


Cittadinanza UE/AELS

C’è poco da dire, se siete italiani siete a posto, ma se venite dall’Europa dell’est, dal Medio Oriente, o altri paesi controllate sui siti ufficiali.

 

Documento d’identità valido

Che ve lo dico a fare, la carta d’identità è sufficiente, se siete italiani, altrimenti guardate sempre nei siti ufficiali.

 

Quota immigrati

Ogni cantone può decidere la propria.

Ogni cantone può decidere la propria, è una regola introdotta da Aprile 2013.

Saprete il risultato dopo aver presentato domanda, pertanto potrebbero accettarvela come rifiutarla.

Non potete sapere in anticipo se la quota è esaurita.

 

 

Soldi

Vi serviranno, per:

  • L’anticipo dell’affitto, che può essere pari a 2-4 affitti.
  • Ogni abbonamento, affitto, bolletta si paga il primo giorno del mese quindi mettete in conto che il primo mese oltre all’anticipo pagherete subito il primo affitto.
  • Viaggiare, costa molto con i treni e bus che però sono molto efficenti, quindi mettetelo in conto quando cercherete casa o farete colloqui.

In particolare non pensate di poter entrare se non avete qualche risparmio, se non potete pagare l’affitto son cazzi™, in seguito sarà difficile trovare qualcuno disposto ad affittare in quanto dovrete presentare il documento che attesta che siete un “buon pagatore” (si dice? me lo sono appena inventato).

 

 

Tempo

  • Fatevi dare un contratto di lavoro, dove la data di inizio vi permetta almeno 3 mesi per cercare casa, richiedere il permesso e occuparvi di tutto.
  • Appena avrete il contratto di affitto fate domanda del permesso.
    Prima del contratto solitamente il locatario vi comunica per lettera che ha accettato la vostra candidatura. Vi manderà copia del contratto e delle regole, le dovrete firmare e rispedire, dopodiché lui lo firmerà e ve lo rispedirà.
    Potete già usare la prima lettera per fare la domanda di permesso, però qualche impiegato del comune zelante potrebbe farvi notare che non è un contratto firmato da entrambi. Questo processo potrebbe impiegare alcune settimane, tenetene conto e non sottovalutatelo, se siete obbligati a portare il contratto firmato da entrambi qualche settimana potrebbero essere di intralcio.
  • Fatevi dare l’appartamento un mese prima di iniziare il lavoro, vi consentirà di fare il trasloco e stare dietro a tutte le pratiche.
  • Se proprio vi butta male potete far coincidere inizio del lavoro con inizio dell’affitto, non è consigliato, dovrete state molto attenti perché dovrete ancora fare il trasloco e andare in comune a ritirare i documenti.

 

Trasloco

Di norma nel contratto di lavoro avete un giorno di ferie da dedicare al trasloco, una sola volta all’anno. Ma durante i primi 3 mesi non avete diritto a ferie, pertanto sta molto al buon cuore del vostro datore di lavoro.

Il trasloco di oggetti dall’estero è regolamentato, dovrete passare dalla dogana negli orari di apertura e dichiarare tutto, dovrete prepararvi in anticipo e magari fare un salto in dogana per chiedere informazioni.

Una cosa che non vi diranno alla dogana è che vi peseranno il camion, furgone o auto e se supera il peso consentito dal libretto di circolazione: son cazzi™.

A me è capitato. In questo caso non potete semplicemente buttarli via, perchè in Svizzera non si può, dovrete annullare tutto e tornare in Italia, (con la coda tra le gambe).

Potrete chiamare uno spedizionere locale e se ne trovate uno libero dargli un po’ della vostra roba, pagarlo (caro!) per fare trasportare nella nuova casa, pagare la pesatura ed una tassa che assomiglia molto ad una multa per eccesso di peso.

Visto che non avevo oggetti di particolare valore, tra il noleggio del furgone e queste spese non considerate, ho speso più nel trasloco che nel valore degli oggetti.

 

Questo articolo è parte di una serie:

  1. Svizzera? Si può fare! Guida pratica all’immigrazione 1/2
  2. Svizzera? Si può fare! Guida pratica 2/2

 

 

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