Ora smettete di immaginare, perché esiste dal 1997. Paco Ragageles e un paio di amici fonda Campus Party in Spagna, questo ‘strano’ festival geek che assomiglia ad un TED — ma non è quello — , ad una fiera della cultura pop — ma non è quello — , ad una fiera tecnologica — ma non è quello —, ad una maker faire –ma non è quello–, e ad un camping, perché si dorme all’interno della fiera, in tende fornite dall’organizzazione. L’obiettivo è quello di stare insieme, di prendersi del tempo. Per pensare, per formarsi, per fare networking, per condividere… per divertirsi.
Il festival diventa internazionale, nel corso degli anni, un’istituzione in Paesi come Messico e Brasile, in cui Campus Party si è trasformato in una vera e propria geek-città in cui vivere per una settimana. 60 edizioni nel mondo, un network globale di 500.000 campuser@s (così vengono chiamati i partecipanti alla manifestazione), il supporto worldwide di governi, istituzioni, università, aziende e community.
Questi attori, così diversi tra loro, così impossibile ritrovarli riuniti nello stesso luogo contemporaneamente, sono i protagonisti di un evento che promuove la Open Innovation, l’utilizzo consapevole della tecnologia come strumento per migliorare il mondo, la multidisciplinarietà, lo stare insieme, la condivisione delle idee, il divertimento.