La recensione di Call of Duty: Modern Warfare II ci porta a scoprire il sequel diretto del precedente capitolo, a sua volta reboot della famosa saga facente parte di Call of Duty che ha raccontanto e ridefinito il videogioco legato alla guerra contemporanea. Torna e prosegue, con un reboot che riporta i personaggi amati dai vecchi fan, proponendo però tematiche moderne e uno stile prettamente cinematografico.
Il gioco, ormai quasi un contenitore di servizi di diverso tipo, propone varie cose tra cui una campagna abbastanza longeva, un multiplayer ricco di modalità (tra cui anche le spec ops che ritornano) e il più recente inserimento, i raid, missioni per tre giocatori PvE.
Salviamo il mondo
Partiamo dalla campagna, modalità che spesso viene sottostimata dal videogiocatore medio di Call of Duty ma che in realtà propone sempre qualcosa di molto interessante. Ovviamente abbiamo davanti il classico sparatutto, c’è poco da dire: non possiamo aspettarci un gameplay innovativo sotto questo genere, considerando che alla fine l’unica cosa che si può cambiare è l’approccio alla missione, e non il fatto che dovrete farvi strada sparando ai vostri nemici.
Eppure proprio l’approccio rende la campagna, in termini di gameplay, fresca e divertente. Ogni volta che prenderete il controllo della situazione, considerando le cose da fare, il gioco vi inserirà novità da imparare e assimilare, che non verranno dimenticate andando avanti ma che anzi vi torneranno utili. Ecco allora Soap e un paio di missioni molto stealth e survival, dove dovrete usare oggetti grezzi per creare armi di ogni tipo, o le amate fasi da cecchino di Price e Gaz. Insomma, Call of Duty: Modern Warfare II sa come differenziare almeno in questo.
In termini di trama, il tutto riparte praticamente con la guerra ad Al-Qatala, che avevamo scoperto alla fine del primo gioco: il titolo ci porta quindi verso questa corsa per fermare l’ennesima crisi mondiale, solo come il Team 141 (One-Four-One), ora formato e al completo, sa fare.
Se quindi nel precedente gioco avevamo modo di controllare Gaz, l’agente della CIA Alex e il comandante delle ULF, Farah, in questo gioco avremo modo di mettere mano anche su John “Soap” MacTavish, personaggio molto amato della serie che avevamo visto nel finale del precedente gioco. Ci sarà anche Simon “Ghost” Riley, con la sua iconica maschera.
La campagna di Call of Duty: Modern Warfare II non può definirsi come il piatto principale del gioco, ma per i fan di vecchia data e che amano gli sparattutto più classici, il single player può rivelarsi molto divertente (soprattutto viste alcune trovate inserite per differenziare).
Multiplayer che vince non si cambia
Complice la presenza di Warzone 2.0, gioco che sta letteralmente spostando l’utenza di Call of Duty verso quel genere, il multiplayer di Call of Duty: Modern Warfare II non ha ricevuto troppi cambiamenti: parliamo di un sistema che comunque ha reso felici per anni i giocatori, e lo stile più tattico del gioco di Infinity Ward fa il resto.
Il sistema di gioco inserito nel Call of Duty del 2019 ha posizionato degli standard talmente elevati che il lavoro richiesto per questo nuovo capitolo, in ambito multiplayer, era solo di rifinitura, cosa che c’è stata. Tutto questo purtroppo però sposta il discorso verso la domanda fatidica: c’è ancora necessità di un Call of Duty ogni anno, o il multiplayer ha raggiunto un livello tale da renderlo quasi inutile?
Parliamo di un gioco che nella schermata principale fonde tutte l’esperienze quasi a creare una sorta di gigantesco hub dedicato ai giochi di Call of Duty, al punto che se domani trasformassero tutto in un servizio con pacchetti da comprare a parte, nessuno se ne accorgerebbe.
Comunque il level design ha subito quei cambiamenti che lo rendono decisamente migliore del precedente – che al tempo era già di altissimo livello – e alcune aggiunte inserite nel gameplay rendono il tutto più tattico e meno frenetico, come solo Infinity Ward sa fare. Altre novità anche per le modifiche delle armi, ora ancora più approfondite e capaci di rendere davvero ognuna di queste bocche da fuoco adatte al vostro stile (e a quello del vostro personaggio).
Arrivano i Raid
Un’aggiunta annunciata durante i The Game Awards riguarda i Raid, una modalità nuova che questo Call of Duty: Modern Warfare II ospita. Si tratta di un assalto in tre giocatori contro il computer, dove dovrete raggiungere degli obiettivi e completarli. All’interno di questa modalità, che per questa prima stagione si chiama Atomgrad, porterà quindi tre soldati a dover superare innumerevoli sfide.
Anche se il concetto è corretto, i giocatori di Call of Duty non sono abituati a tutto questo: si tratta di avere tre giocatori reali, possibilmente collegati in cuffia, per coordinarsi tra sfide di stealth, enigmi da risolvere e, ovviamente, varie sparatorie. Niente matchmaking, come visto anche in altri giochi più dedicati a questo genere, e questo sta diventando un po’ un problema per il giocatore medio di COD che, entrando in partita velocemente, non necessita di avere sempre giocatori al proprio fianco.
Un altro problema sembra essere legato ad una meccanica che si avvicina molto al sistema di farming: per partecipare al raid dovrete infatti avere degli incarichi, da sbloccare in tre modi differenti. Dovrete quindi completare le sfide giornaliere, arrivare tra i primi 20 in una sfida Battle Royale di Warzone 2.0 o uscire dalla DMZ con almeno 30.000 dollari in elicottero. Insomma, un motivo per farvi giocare ad altre modalità prima di fiondarvi nei raid, che magari possono interessare anche giocatori che non hanno voglia di cimentarsi in queste modalità multiplayer PvP ma sono allettati dall’idea di provare una modalità PvE.
A prescindere da tutto questo, Call of Duty: Modern Warfare II cerca di sistemare un paio di cose dal suo precedente titolo, proponendo modalità nuove e allo stesso tempo senza cambiare le vecchie, cosa che sicuramente darà margine agli sviluppatori per poter proporre, nei prossimi mesi, raid più interessanti e con meno barriere d’ingresso.
Call of Duty: Modern Warfare II prende ciò che nel precedente capitolo è stato fatto di buono, portando avanti la narrazione del reboot con novità interessanti e un gameplay single player sempre capace di stupire, seppur rimanga alla fine uno sparatutto in prima persona. Pochi cambiamenti, ben piazzati, al multiplayer e eccezionale il ritorno delle spec ops. Applauso per l'inserimento dei raid, una modalità PvE che finalmente porta i giocatori a dover combattere di tattica (cosa che succede anche nel multiplayer, in minor misura).
- Storia e gameplay della campagna adrenalinici
- Multiplayer ormai solido e divertente
- Barriere d'ingresso per il raid un po' furbette