Il nuovo film targato Marvel Studios è appena approdato nelle sale cinematografiche riscuotendo ottimi risultati ai botteghi. I fan della casa delle idee hanno finalmente potuto rivedere lo stregone interpretato da Benedict Cumberbatch dopo averlo lasciato nel 2019 in Avengers EndGame.
La pellicola porta la firma di Sam Raimi, l’artista, noto per la prima trilogia di Spider-Man e svariati film horror, torna dietro la macchina da presa di un lungometraggio dopo ben 11 anni. Il grande e potente Oz datato 2013 ha segnato l’allontanamento di Raimi dalle luci della ribalta, infatti successivamente il cineasta si è dedicato soltanto ad alcune serie tv e a qualche cortometraggio. Forse non tutti sapranno che Raimi non era il nome originariamente scelto per dirigere Doctor Strange nel Multiverso della Follia. Scott Derrickson, regista del primo film sul supereroe avrebbe dovuto riprendere in mano la macchina da presa anche per questo secondo capitolo ma, a causa di quelle che sono state definite divergente creative, ha scelto di abbandonare la nave. Diverse, alla luce della visione della pellicola, sono le speculazioni che potremmo fare sulle ragioni di una simile scelta. Per questo ci sarà tempo più avanti, non preoccupatevi.
Il nome di Raimi è stato accolto tra scroscianti applausi dai fan Marvel, nonostante il poco apprezzato Spider-Man 3. Il regista è sicuramente un autore in grado di lasciare la sua impronta sull’opera, non un semplice mestierante. Come infatti abbiamo potuto constatare la mano di Raimi in Doctor Strange 2 è percepibile, le vibes horror tipiche dell’artista emergono con evidenza lasciando soddisfatti gli spettatori. Visivamente il secondo capitolo di Doctor Strange è estremamente curato in ogni dettaglio, gli effetti visivi e la GCI sono degni di nota e in perfetta sintonia con gli standard MCU. Se quindi esteticamente la pellicola è, quasi univocamente, stata apprezzata, lo stesso non può essere detto per la sceneggiatura o meglio la scrittura di un certo personaggio. Tanti fan rimasti delusi dal film hanno lamentato una gestione ballerina del personaggio di Wanda Maximoff.
Prestate attenzione: se ancora non avete visto la pellicola vi avviso che seguiranno diversi spoiler.
Wanda Maximoff: tra WandaVision e Doctor Strange 2
Doctor Strange in the Multiverse of Madness ha diviso nettamente i fan Marvel: chi ha amato la pellicola in toto e chi non è riuscito ad apprezzarla. Lo spartiacque è presto detto: la scrittura del personaggio di Wanda aka Scarlet Witch. Dopo la serie dedicata alla strega scarlatta tanti spettatori non si attendevano un risvolto di trama simile a quello della pellicola di Strange.
WandaVision è il miglior prodotto seriale targato Marvel Studios fino ad oggi, ricco di metafore e simbologia, dettagliato nella scrittura dei personaggi e consapevole del loro passato. Il percorso di Wanda durante le 9 puntate della serie tv a lei dedicata è stato quasi impeccabile. La giovane ragazza di Sokovia ha sofferto come probabilmente nessun altro personaggio MCU. Ha perso tanto e si è sempre rialzata ben consapevole del dolore che portava con se, un dolore che non ha quasi mai avuto pace. Perdita dopo perdita l’eroina Marvel ha sempre avuto la forza ed il coraggio di proseguire la sua strada imparando dagli errori o dalle sconfitte del passato. In WandaVision riviviamo tutti i momenti dolorosi che hanno contrassegnato la vita di Wanda, episodi che l’hanno portata a celare la sua sofferenza fino ad arrivare al punto di non ritorno. Wanda nega prima a se stessa e poi agli altri la non accettazione del lutto. Si auto illude creando con i propri poteri una realtà fittizia in cui è felice e spensierata assieme all’uomo che ama, Visione. Il superamento del lutto è il tema centrale della serie, sviluppato durante l’intero arco narrativo dello show mostrando la fase di negazione, del risveglio e infine quella della consapevolezza e del pentimento per il dolore arrecato. Wanda sul finale della serie riconosce a se stessa la perdita subita e l’accetta rinunciando alla sua realtà felice per il bene altrui. Wanda è un personaggio ricco di sfumature, tanto da poter essere definita un soggetto grigio più che un’eroina tout court. Probabilmente nel suo animo ambiguo e sfaccettato risiede la forza del personaggio, una donna fragile ma anche forte, ambiziosa ma dai sogni semplici e pronta a regalare ai fan ancora tantissime sfumature.
In Doctor Strange nel Multiverso della Follia assistiamo ad una Wanda che sembra aver dimenticato gli insegnamenti appena appresi. Il personaggio non evolve né fa tesoro di quanto imparato, anzi involve. Wanda è il villain della pellicola, un villain con uno scopo, strutturato e con un buon background, ma pur sempre un villain. Se la giustificazione di tale passaggio di sponda, dal lato degli eroi a quello dei cattivi, viene spiegato in almeno due scene, mai mostrato, il cambiamento è netto e repentino. La scena post credit di WandaVision aveva insinuato il dubbio nei fan circa lo scopo dell’utilizzo del libro dei dannati, il Darkhold, da parte di Wanda ma i risultati di un simile studio potevano essere svariati. In sottofondo potevamo sentire le voci dei figli di Wanda, Billy e Tommy, perciò molti fan avevano immaginato che nel film la strega scarlatta avrebbe tentato di ricongiungersi ai suoi bambini. Dato il percorso avvenuto nella serie non era affatto logico e scontato che Wanda si sarebbe lasciata plagiare del libro. Anzi, dopo gli eventi di WandaVision potevamo sperare in una protagonista consapevole dei propri poteri e dei danni che essi possono causare. Wanda nella serie ad essa dedicata aveva già affrontato il percorso di superamento del lutto, sul finale ha accetto la perdita di Visione ed ha rinunciato ai suoi figli. Probabilmente, da quanto possiamo dedurre dopo le visione del nuovo film Marvel, non ha affatto rinunciato ai bambini. Era però necessario renderla la madre disposta a tutto pur di riavere con se le sue creature? Non sarebbe stato affasciante assistere ad una Wanda nel pieno controllo dei suoi poteri ed in grado di fare tesoro delle esperienze pregresse? Purtroppo per molti la scelta dello sceneggiatore è stata diversa. Sceneggiatore che, vi ricordo, non è lo stesso che ha scritto il percorso di Wanda nella sua serie. Michael Waldron si è occupato della stesura dello script di Loki, serie Disney+ dedicata al dio dell’inganno, mentre è stata Jac Schaeffer a redigere l’arco narrativo di Wanda in WandaVision. Data questa premessa la domanda sorge spontanea: perché non lasciare in mano alla creatrice di WandaVision lo sviluppo del personaggio di cui si era già egregiamente occupata?
Wanda e la figura del mostruoso femminile
Wanda è dipinta nella pellicola come la madre disperata e pronta a frapporsi tra tutto ciò che ostacola i suoi piani. Spesso nel corso del film viene posto sullo stesso piano l’associazione madre-mostro, a voler significare il passaggio al lato oscuro da parte di Wanda. La cinematografia, e non solo, è ricca di rappresentazioni femminili mostruose, molto spesso associate alla figura materna. Dalla matrigna di Biancaneve a quella di Rapunzel, da Cersei di Il trono di spade alla stessa Daenerys fino ad arrivare alla odierna Wanda. Nei primi casi le madri, spinte dall’invidia nei confronti della bellezza e dei poteri delle figlie, erano disposte a tutto pur di prevalere, anche a sacrificare le stesse bambine. Le due figure femminile di Game of Thrones ben si possono paragonare a Wanda Maximoff. Cersei Lannister è la madre chioccia pronta a proteggere i figli dalle grinfie dei nemici, desidera tenerli al sicuro ed all’oscuro della crudeltà del mondo. Quando uno dopo l’altro viene privata dei suoi piccoli perde il briciolo di ragione che aveva conservato ed è disposta a tutto pur di vendicarli. Cersei è una madre ferita pronta a conservare la posizione di potere appena acquisita in nome della sua perdita.
La regina dei draghi Daenerys Targaryen ha avuto un percorso molto simile a quello della nostra Wanda. Da donna non considerata ed emarginata, grazie alle proprie capacità e ai propri doni è stata in grado di affermare il proprio credo e di conquistare la fiducia dei popoli con rispetto e la giusta dose di controllo. Daenerys è madre in senso figurato di tre draghi, i suoi più preziosi e fedeli alleati. Il personaggio di Dany ha uno sviluppo ed una crescita graduale che ha spinto tantissimi fan ad affezionarsi alla regina fino al punto di eleggerla come miglior personaggio della serie. Purtroppo sono arrivate le ultime due stagioni di GOT e il personaggio è stato drasticamente e irrimediabilmente rovinato. Da donna pronta a cambiare in meglio Westeros a madre pazza il passo è stato breve. Daenerys, quasi arrivata al potere dei sette regni, forte del fuoco del suo drago non è stata in grado di controllare la sua sete di giustizia, la sua smania di conquistia e la forza delle proprie risorse. La regina dei draghi ha ceduto alla follia e si è lasciata corrompere dal desiderio di dominare il mondo. Come i suoi avi prima di lei Daenerys non sarà mai ricordata per le vittorie umanitarie che ha raggiunto ma solo per la pazzia finale che l’ha divorata.
Il paragone con la scrittura di Wanda Maximoff sarebbe molto semplice ma sono opportune alcune premesse e diversificazioni del caso. La follia in Wanda, anche se può sembrare all’apparenza improvvisa, appare in maniera graduale. Il dolore in lei è talmente preponderante che già in WandaVision mostra evidenti segni di instabilità mentale, forse anche prima della serie. Se vogliamo essere onesti il passaggio definitivo al lato dark è avvenuto offscreen, tra la scena post credit di WandaVision e Doctor Strange 2. Se fossero state inserite più scene di raccordo tra i due prodotti il risultato sarebbe stato leggermente diverso. Inoltre, a giustificare la follia di Wanda viene in soccorso il Darkhold, anche se per lasciarsi corrompere occorre desideralo. Wanda evidentemente ha finto di accettare la perdita dei figli per poi studiare il testo oscuro e trovarli in un’altra dimensione. Se Daenerys a livello di scrittura non ha nessuna giustificazione plausibile per il suo repentino passaggio dalla sponda dei buoni a quello dei cattivi Wanda, invece, l’ha, ovviamente è solo una giustificazione logica e necessaria ma può benissimo non soddisfare.
Quando i costumi sono in grado comunicare molto più tante parole
L’evoluzione del personaggio di Wanda è facilmente riscontrabile anche nella scelta dei costumi. La prima apparizione di Wanda avviene nella seconda pellicola degli Avengers, Avengers Age of Ultron. Wanda è una ragazzina arrabbiata che cerca il supporto di persone più potenti per poter vendicare la propria famiglia. Ha appena ricevuto i suoi poteri e non possiede il pieno controllo delle sue abilità, ancora non è in grado di comprendere quali e quante cose è in grado di fare. Il suo costume trasmette tutta l’inesperienza e la giovane età della ragazza, un semplice abito nero e una giacca in pelle bordeaux strizzano l’occhio ai colori della strega ma rispecchiano l’anima della giovane donna.
In Captain America Civil War Wanda non è ancora in grado di padroneggiare al meglio i suoi doni e dopo un tremendo disastro ha il necessario bisogno di conforto e supporto. Il suo costume, un corsetto eccessivamente stretto ed un trench bordeaux, è decisamente inidoneo alla battaglia, eccessivamente allusivo e solo lontanamente più simile ai colori di Scarlet Witch. La vera evoluzione arriva solo con WandaVision, serie nella quale Wanda conoscerà a pieno se stessa, il proprio dolore e le proprie origini. Al termine dello show Wanda non è solo la donna di Sokovia offertasi volontaria per gli esperimenti dell’Hydra ma è la Scarlet Witch, un essere destinato a conquistare il mondo grazie alla sua potente magia. Wanda ora è una strega nel pieno controllo dei suoi poteri ed ancora in grado di distinguere il bene dal male. Il suo costume nella serie raffigura la presa di coscienza delle proprie origini e dei propri poteri. Infine, in Doctor Strange nel Multiverso della Follia l’associazione tra Wanda e Scarlet Witch diventa immediata e così l’unico costume della villain del film è quello della strega scarlatta, un indumento più cupo e affilato rispetto a quello indossato nella serie e privo di spazi scoperti a simboleggiare la corazza che ha eretto.
Chissà quando e in quali vesti rivedremo Wanda. Mi auguro solo che l’abito sia in grado, come fin ora è stato, di rispecchiare al meglio l’anima tormentata della strega più potente di casa Marvel.