I nuovi progressi nel campo dell’intelligenza artificiale potrebbero portare all’automazione di un quarto del lavoro svolto negli Stati Uniti e nell’eurozona. A dirlo è una ricerca condotta da Goldman Sachs.

Lunedì la banca d’investimento ha dichiarato che i sistemi di intelligenza artificiale “generativi”, come ChatGPT, specie se in grado di creare contenuti indistinguibili dall’output umano, potrebbero dare il via ad una crescita della produttività estremamente importante. Secondo Goldman Sachs, le IA contribuiranno ad aumentare il PIL globale di circa il 7% nel corso di un decennio.

Ma se la tecnologia fosse all’altezza delle sue promesse, ci potrebbero sicuramente essere delle conseguenze importanti anche sul mercato del lavoro. Ad esempio, la banca stima che le IA avanzate finiranno per avere un impatto su circa 300 milioni di posti di lavoro. Secondo gli autori della ricerca, Joseph Briggs e Devesh Kodnani, gli avvocati e i dipendenti del settore amministrativo saranno le categorie professionali a maggior rischio di automazione.

Lo studio stima che circa due terzi dei posti di lavoro negli Stati Uniti e in Europa siano esposti a un certo grado di automazione da parte delle intelligenze artificiali. Questo, nella maggior parte dei casi, si tradurrà in un’automazione di circa il 50% del carico di lavoro. Significa che verrebbero liberati tempo e risorse per attività più produttive. In alcuni casi – e questo dovrebbe essere vero per il 7% dei lavoratori – il tasso di automatizzazione supererebbe di gran lunga il 50% e questo ovviamente potrebbe comportare la perdita di milioni di posti di lavoro negli USA e in Europa.