Sembra proprio che le emozioni possano essere educate. Parliamo di educazione emotiva relativa ai bambini, pare che le neuroscienze vengano in aiuto: lo spiega il pedagogista e ricercatore sull’educazione socio-emotiva, Davide Antognazza. L’esperto consiglia come poter crescere figli emotivamente competenti a scuola e a casa. La società quindi deve saper allenare anche la parte umana delle emozioni, proprio perché esistono.
Fino a molti anni fa si pensava che ciò che è intangibile fosse irrazionale. In tanti pensano che le emozioni debbano essere messe da parte nelle decisioni logiche, invece le emozioni hanno un grande ruolo nelle importanti decisioni quotidiane. Le emozioni esistono anche in classe, perché è un luogo di relazioni umane.
Prima di tutto, il mondo delle emozioni semplicemente esiste nei nostri bambini; e poi il sentire ha a che fare con i comportamenti e la vita concreta. Se non ti occupi delle emozioni, loro in ogni caso si occupano di te: permeano il nostro agire, ci abbiamo a che fare ogni giorno. La scuola è ancora orientata principalmente alla performance e allo sviluppo delle competenze cognitive più che emotive, ma è ormai consapevolezza generale che il mondo emotivo influenzi l’apprendimento. Se una materia piace o un docente è coinvolgente, i ragazzi stanno attenti proprio grazie a un aggancio emotivo e non alla loro capacità di adempiere a un dovere. A partire da ciò l’attenzione verso Soft skills e transversal skills è in forte aumento e questo sta portando a rivedere l’organizzazione delle lezioni, perché affrontare il sentire degli alunni richiede tempo.
pedagogista Davide Antognazza
Importante è far capire ai bambini cosa provano. In fondo, avviene in loro sempre un cambiamento di postura, espressione e tono di voce. Ecco che si entra nei concetti di saper fare, saper essere e saper sentire. Essenziale è conoscere cosa si sta provando, in modo da essere consapevoli di come ci si relaziona con il mondo. In particolare, riuscire a relazionarsi meglio con se stessi e gli altri. Accogliere le emozioni ed educare il comportamento sono due fattori fondamentali. All’uomo servono sia le emozioni brutte che belle per riuscire ad evolversi. Anche un’azione istintiva è un atto spinto da un’emozione.
L’importante è anche trovare i momenti giusti. Se un figlio ha una grossa manifestazione emotiva bisogna limitarsi a saper accettare e contenere tale suo comportamento. Non si devono creare dei momenti forzati, ma spazi giornalieri. Essenziale è riconoscere la situazione incominciando ad affrontare ciò che siamo. In classe, per esempio, ci si deve connettere con il mood della classe.
Deve esserci quindi l’ora di educazione emotiva? L’educazione emotiva al massimo è consigliabile alla scuola dell’infanzia. Semplicemente, bisogna dire che il discorso sulle emozioni dovrebbe esserci sia in famiglia che a scuola. Se educatori, genitori, psicologi e insegnanti affrontassero il tema delle emozioni con chiacchierate collettive e individuali, sarebbe ideale. I bambini troverebbero più naturale parlare delle loro emozioni.
- Come crescere figli emotivamente competenti (nostrofiglio.it)