Un gruppo di legislatori Democratici è preoccupato delle conseguenze che potrebbero svilupparsi attorno a un Instagram pensato per i minori, quindi ha inviato una lettera in cui chiede al CEO dell’azienda digitale, Mark Zuckerberg, maggiori delucidazioni sui progetti che ha in mente.

I dubbi non nascono solamente dalle criticità proprie ai social network, ma anche dal fatto che il giovane dirigente si è ormai logorato molta della credibilità che aveva un tempo, spingendo diverse Amministrazioni di tutto il mondo a diffidare del suo lessico smaccatamente corporativo.

Che i dirigenti delle Big Tech debbano strategicamente evitare di rispondere ai quesiti diretti posti loro è ormai esplicito e palese, tuttavia Zuckerberg ha fatto dello schivare le domande un’arte machiavellica: non solo non fornisce risposte concrete, ma ripete con tanta solerzia le stesse frasi prefabbricate che non è raro che i politici perdano le staffe, quando hanno a che fare con lui.

Se si aggiungono le ricorrenti e massicce fughe di dati e la mala gestione dei contenuti estremisti, forse il porre qualche domanda è effettivamente una buona idea, tuttavia quelle che i legislatori hanno avanzato al CEO di Instagram, non sono domande, sono mine vaganti, trappole piazzate per mettere alla prova la fibra morale ed etica dell’azienda stessa.

A seguito vi riportiamo una sintesi delle richieste inerenti l’Instagram per minori a cui sta lavorando Facebook Inc.:

  1. Una descrizione dettagliata dell’app
  2. Quali sono le distinzioni principali tra le community guideline dell’app in questione e l’Instagram classico
  3. Instagram adopera il machine learning per identificare i minori che sono abusivamente su Instagram? In caso negativo, c’è l’intenzione di introdurre un sistema che li rimandi all’app dedicata?
  4. L’azienda si impegna a non raccogliere e commerciare i dati dei minori?
  5. L’azienda si impegna a evitare che l’app faccia uso di pubblicità mirate?
  6. L’azienda si impegna a mantenere l'”influencer marketing” e le pubblicità occulte lontane dall’app?
  7. L’azienda si impegna a evitare che l’app invii i push alert o tecniche che spingano i bambini a voler passare tempo sul social?
  8. L’azienda si impegna a evitare che l’app contenga like, conteggi di follower o altri valori che diano percezione della popolarità degli utenti?
  9. L’azienda si impegna nell’evitare che l’app faccia uso di filtri che promuovano un’immagine di bellezza artefatta e poco sana?
  10. L’azienda si impegna a evitare che l’app adoperi funzionalità effimere, quali le storie, che potrebbero essere sfruttate dai bulli?
  11. L’azienda si impegna a evitare che l’app trasferisca l’iscrizione all’app principale non appena l’utente ha compiuto i 13 anni?

I rappresentanti del Governo hanno chiesto inoltre di ricevere una risposta entro il 26 aprile, anche se c’è da scommettere che il social non fornirà loro il feedback puntuale che stanno provocatoriamente sollecitando.

 

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