Roma Antica: un grande periodo della storia dell’umanità che a noi abitanti del Bel Paese è concesso rivivere semplicemente facendo un giro nella Città Eterna o presso le rovine di quel mondo estremamente remoto eppure così vicino.
Ma siete sicuri di sapere proprio tutto dei nostri antenati?
L’avvelenamento da piombo
Lo sapevate che i Romani subirono per centinaia di anni un avvelenamento da piombo di massa?
Era proprio questo il materiale utilizzato al tempo per costruire gli acquedotti e tutti gli oggetti di uso quotidiano come i bicchieri e le stoviglie, persino il rossetto era costituito di un derivato del piombo.
Un’esposizione così pesante al suddetto elemento avrebbe portato, secondo gli studiosi, molti romani ad ammalarsi di saturnismo, una patologia che porta a terribili conseguenze come vomito, diarrea, convulsioni e edemi.
Una vicenda, questa, che non ha niente da invidiare alle storie di pandemie zombie tanto di moda al giorno d’oggi.
Le statue colorate
Lo sapevate che le statue d’epoca romana che oggi vediamo bianche come la neve un tempo erano riccamente colorate?
Pensate che gli scultori rinascimentali, non essendo a conoscenza di questo, presero a imitare i modelli antichi senza colorare le loro creazioni.
L’imperatore Eliogabalo
È risaputo che molti imperatori romani non erano esattamente dei modelli comportamento.
Molti di costoro solevano avere abitudini alquanto insolite che in alcuni casi diventavano a dir poco demenziali.
Ad esempio, si racconta che l’imperatore Eliogabalo frequentasse molto spesso dei bordelli in veste di prostituta, ma non prima di essersi truccato e depilato.
Aveva promesso di regalare metà dell’Impero al medico che fosse stato in grado di convertire i suoi genitali in quelli femminili.
Sempre lo stesso Eliogabalo liberava durante le “cene eleganti” al palazzo imperiale dei leoni e dei leopardi, divertendosi nell’osservare gli ospiti terrorizzati che non sapevano che gli animali erano in realtà ben addomesticati.
Ad ogni modo, Eliogabalo ricoprì l’Impero di tanta vergogna che la guardia pretoriana decise di eliminarlo insieme alla madre: le loro teste vennero mozzate e i loro corpi trascinati per le strade dell’Urbe.
Il corpo di Eliogabalo, privo ormai di quella testa così scellerata, venne gettato nel Tevere e venne decretata la damnatio memoriae: le statue che lo raffiguravano vennero distrutte, il suo nome cancellato da ogni registro: ogni suo ricordo cadde nell’oblio.
La Coenatio Rotunda
Tuttavia ci furono casi in cui le stravaganze degli imperatori romani portarono anche alla realizzazione di meraviglie architettoniche: ad esempio Nerone commissionò ai suoi architetti una bizzarra quanto meravigliosa sala da pranzo girevole, detta Coenatio Rotunda.
La sala, ormai andata perduta, era collocata probabilmente sul Colle Palatino ed era dotata di un enorme pilone circolare che reggeva, attraverso degli archi, una piattaforma girevole mossa da strutture sferiche che erano messe in movimento da un complicato sistema di spinta idraulica.
Il movimento della piattaforma probabilmente non era casuale: era ispirato alla simbologia del culto del Sole praticato dallo stesso Nerone.
Il Colosso di Roma
Nerone volle lasciare la sua immagine ai posteri attraverso la costruzione di una statua imponente detta il Colosso, completamente in bronzo e alta circa 37 metri (poco meno della Statua della Libertà, escluso il piedistallo).
Per spostarla presso l’Anfiteatro Flavio (da allora detto “Colosseo”), gli ingegneri furono costretti ad adoperare un complicatissimo sistema di scivolamento su tronchi di legno per far avanzare la statua, trainata da una schiera di elefanti.
Del Colosso non resta più niente a parte il basamento.
Adriano il generoso
Tra gli imperatori romani non troviamo solo pazzi e megalomani, ma anche fini intellettuali, primo fra tutti il grande Adriano.
In un episodio avvenuto alle terme, l’uomo dimostrò la sua generosità ma anche un inaspettato senso dell’umorismo.
Vedendo un uomo grattarsi la schiena contro una colonna, Adriano chiese il motivo di tale comportamento. L’uomo gli spiegò che era costretto a togliersi l’olio di dosso da solo poiché non poteva permettersi uno schiavo.
L’imperatore decise perciò di consegnargliene uno in dono. Tornando nello stesso luogo la mattina successiva Adriano fu sorpreso da una calca di persone intente a grattarsi la schiena contro il muro, cercando di commuovere l’imperatore per farsi regalare uno schiavo com’era successo la mattina precedente.
L’imperatore argutamente disse:
Grattatevela l’uno con l’altro la schiena!