Meta, l’azienda di social media fondata da Mark Zuckerberg, sta puntando all’intelligenza generale (AGI).  Pur non avendo un calendario per il raggiungimento dell’intelligenza artificiale generale, né una definizione esatta, Mark Zuckerberg vuole costruirla. Allo stesso tempo, sta spostando il gruppo di ricerca sull’intelligenza artificiale di Meta, FAIR, nella stessa parte dell’azienda in cui si trova il team che costruisce prodotti di intelligenza artificiale generativa per le app di Meta. L’obiettivo è far sì che le scoperte dell’azienda in materia di intelligenza artificiale raggiungano più direttamente i suoi miliardi di utenti.

Meta punta all’intelligenza generale per il futuro della connessione

Zuckerberg ha dichiarato a “The Verge” che Meta è convinta che l’AGI sia essenziale per costruire il futuro della connessione. “Per costruire i prodotti che vogliamo costruire, dobbiamo costruire per l’intelligenza generale”, ha detto. L’AGI, Intelligenza generale artificiale, non va confusa con l‘intelligenza artificiale generativa. Un’intelligenza artificiale generale è un tipo ipotetico di agente intelligente (intelligent agent, un agente che agisce in modo intelligente appunto; percepisce l’ambiente, compie azioni autonome, può migliorare le proprie prestazioni con l’apprendimento o l’acquisizione di conoscenze). Quindi, se realizzata, un’AGI potrebbe imparare a svolgere qualsiasi compito intellettuale che possono eseguire gli esseri umani o gli animali. In alternativa, l’AGI è stata definita come un sistema autonomo che supera le capacità umane nella maggior parte dei compiti di valore economico.

Meta dimostra già il potenziale dell’intelligenza generale con il suo Llama 2

Meta sta già facendo progressi nel campo dell’AGI. L’azienda, infatti, ha rilasciato lo scorso anno Llama 2, un modello di linguaggio di grandi dimensioni che può generare codice, tradurre lingue e rispondere a domande in modo informativo. Llama 2 è un modello di linguaggio generativo, il che significa che può generare nuovi contenuti, come testi, codice o immagini. È stato addestrato su un enorme dataset di testo e codice, e può essere utilizzato per una varietà di scopi, tra cui:

  • Generazione di testi creativi, come poesie, storie o script.
  • Traduzione di lingue.
  • Risposta a domande in modo informativo.

Come spiega Zuckerberg, la nuova e più ampia attenzione di Meta per l’AGI è stata influenzata dal rilascio di Llama 2. Nel frattempo,  sta già addestrando Llama 3, che avrà capacità di generare codice. Come il nuovo modello Gemini di Google, si concentra anche su capacità di ragionamento e pianificazione più avanzate.

Investimenti di META sui chip più potenti al mondo

Meta sta anche investendo nella potenza di calcolo necessaria per addestrare e eseguire modelli di IA di grandi dimensioni. Entro la fine di quest’anno,  avrà più di 340.000 GPU H100 di Nvidia, il chip preferito dal settore per la creazione di IA generativa. Le GPU H100 sono i chip più potenti al mondo per l’intelligenza artificiale. Sono progettati per eseguire modelli di IA di grandi dimensioni e complessi, come Llama 2 e 3. L’investimento di Meta nell’AGI è un segnale che indica come l’azienda attribuisce molta importanza a questa tecnologia. Tuttavia, bisogna essere consapevoli dei limiti dell’AGI e dei rischi associati al suo sviluppo.

Limiti dell’AGI

E’ pur vero che l’AGI è ancora una tecnologia emergente e ci sono molti limiti che devono essere superati prima che possa essere realizzata. Uno dei principali  è la mancanza di una definizione chiara di AGI. Non è chiaro cosa significhi esattamente che un’intelligenza artificiale sia “generale”. Nessuno di coloro che si occupa di IA, compreso Zuckerberg, sembra avere una definizione chiara di IA o un’idea di quando arriverà.

“Non ho una definizione sintetica di una sola frase”, dichiara Zuckerberg. “Si può cavillare sul fatto che l’intelligenza generale sia simile all’intelligenza di livello umano, o che sia come un’intelligenza umana in più, o che sia una super intelligenza del futuro. Ma per me la parte importante è l’ampiezza, cioè che l’intelligenza ha diverse capacità di ragionare e di avere intuizioni”. “Non sono sicuro che una soglia specifica sia così profonda”.

L’open sourcing

C’è un altro aspetto molto interessante tra le mire espansionistiche di Zuckerberg: se Meta riuscirà mai a sviluppare l’intelligenza artificiale, la decisione di renderla open source o meno spetterà a lui.  Il CEO di Meta ha dichiarato in merito che: “Finché avrà senso e sarà la cosa più sicura e responsabile da fare, credo che in generale ci orienteremo verso l’open source”. Ma aggiunge anche che “Ovviamente, non si vuole essere bloccati nel fare qualcosa perché si è detto che lo si farà”. Come sottolinea The Verge, Zuckerberg esercita un potere totale su Meta grazie al suo controllo di voto sulle azioni della società. Ciò lo pone in una posizione di potere unico, che potrebbe essere pericolosamente amplificata se l’intelligenza artificiale venisse mai raggiunta. L’unica risposta fattiva, al momento, è il manuale che Meta ha seguito finora per Llama, che può essere considerato open source, almeno per la maggior parte dei casi d’uso.