Uno studio pubblicato sulla rivista Nature ha rivelato che le calotte glaciali si ritirano a una velocità venti volte superiore a quella precedentemente ipotizzata. Durante i periodi di riscaldamento climatico, infatti, le calotte glaciali potrebbero ritirarsi fino a 600 metri al giorno. I ricercatori dell’Università di Newcastle, dell’Università di Cambridge, dell’Università di Loughborough e del Geological Survey of Norway hanno utilizzato immagini ad alta risoluzione del fondale marino per calcolare la velocità di ritiro della calotta glaciale norvegese durante l’ultima era glaciale. In particolare, hanno mappato più di 7.600 morfologie su piccola scala chiamate “creste ondulate” sul fondo del mare, che consentono di calcolare la rapidità del ritiro della calotta glaciale.

Secondo gli studiosi, la perdita di ghiaccio potrebbe avvenire in modo molto più repentino rispetto a quanto si pensava fino ad oggi. Infatti, le stime suggeriscono che la calotta glaciale norvegese sembra aver subito impulsi di rapida ritirata a una velocità compresa tra 50 e 600 metri al giorno, molto più elevati rispetto a quanto precedentemente ipotizzato. Questi risultati costituiscono un avvertimento sulla velocità a cui le calotte glaciali possono ritirarsi e sul rischio di perdita di ghiaccio repentino.

I ricercatori hanno anche ipotizzato che impulsi di rapida ritirata potrebbero essere osservati anche in Antartide, come nel ghiacciaio Thwaites. Questi dati rappresentano una motivazione in più per limitare le emissioni di gas a effetto serra e mitigare gli effetti del cambiamento climatico. Inoltre, i satelliti potrebbero rilevare lo stile di ritiro della calotta glaciale nel prossimo futuro, il che rende ancora più urgente la necessità di adottare azioni concrete per limitare l’impatto del cambiamento climatico.