James Gunn in meno di una decina d’anni si è fatto conoscere dal grande pubblico, facendo da subito cogliere tutta la sua originalità, e facendo intendere che quando un film porta la sua firma c’è da aspettarsi qualcosa di speciale. Proviamo quindi a spiegare in questo approfondimento James Gunn e cosa rende speciale il regista che è uscito da poco in sala con The Suicide Squad e che ha realizzato i due capitoli de I Guardiani della Galassia.
Si parla spesso del fatto che James Gunn sia uscito fuori dalla scuola della Troma, la casa di produzione indipendente che ha realizzato film al limite come Toxic Avenger e Tromeo and Juliet (quest’ultimo è stato firmato dallo stesso Gunn). Si tratta di pellicole che mischiano contenuti forti, erotismo, violenza, ed un senso dell’assurdo che però cela anche dei messaggi di una certa profondità.
Del resto se andassimo ad analizzare gli elementi che compongono Guardiani della Galassia e The Suicide Squad potremmo trovare cose che vanno ben oltre il semplice intrattenimento, ma che sanno ben amalgamarsi con tutto ciò che può divertire e tenere attaccato al grande schermo il pubblico da blockbuster. Ed è forse questo il segreto di James Gunn: la capacità di saper unire ciò che brilla in superficie e ciò che splende in profondità, provocando un bagliore ed una forza luminosa molto forti.
Il senso dell’assurdo ed i freak alla riscossa
Per un ragazzo cresciuto negli anni Settanta leggendo fumetti, ascoltando e suonando musica punk, e cercando di realizzare film di zombi in 8mm, il senso dell’assurdo e la ricerca di un qualcosa capace di andare oltre il normale sono sempre stati pane quotidiano. L’esperienza in Troma negli anni Novanta ha reso però James Gunn ancora più consapevole del fatto che queste sue idee potessero essere trasportate sullo schermo. Mai però nessuno si sarebbe spinto così oltre, portando certi contenuti e certi elementi fino ai film blockbuster.
Tromeo and Juliet è un film che cerca di mischiare la popolarissima storia shakespeariana con i contenuti forti della Troma. E perciò troviamo Tromeo Que che è figlio di un industriale del mondo del porno, mentre Juliet Capulet è promessa sposa di un macellaio, nonostante sia vegetariana (un particolare no sense che però serve). Il film Tromeo and Juliet prosegue tra violenze, sesso e incesti, insomma tutti elementi che non farebbero mai pensare che l’autore di un prodotto del genere possa prima o poi arrivare al grande successo commerciale.
Eppure James Gunn, soprattutto come sceneggiatore, si distinse negli anni successivi sceneggiando Scooby-Doo e L’alba dei Morti Viventi. Ma allo stesso tempo realizzò una webserie intitolata James Gunn’s PG Porn, in cui si mostrano momenti particolari ed imprevisti che parodizzano film pornografici.
Questo senso dell’assurdo, del contenuto forte alleggerito e dell’indie, portarono James Gunn a fare da regista a Super, un film cinecomic che prende tutti questi elementi esaltandoli al massimo. La storia raccontata nel lungometraggio è quella di un uomo come tanti, che lasciato dalla moglie tossicodipendente, decide di diventare un supereroe. Le assurdità che si susseguono danno comunque un senso ed una spiegazione a Super:
James Gunn crede nella forza dei freak.
Il protagonista di Super è Frank Darbo, un uomo che fa della sua depressione e delusione una spinta per fare delle cose assurde, come travestirsi da supereroe per affrontare una pericolosa banda di spacciatori ed il boss che gli ha tolto la moglie. Per James Gunn il freak, la personalità alternativa, è già di per sé stessa una forza, o un qualcosa da cui poter trarre forza. Il disagio può sfociare nel nichilismo o renderti più forte di chiunque altro.
E questo è un messaggio ben visibile ne I Guardiani della Galassia!
E questo è un messaggio ben visibile ne I Guardiani della Galassia: Star Lord, Drax, Rocket Racoon, Groot e Gamora sono, in maniera diversa, dei rifiutati, dei reietti che unendosi trovano il modo di affrontare i personaggi più pericolosi, e le situazioni più estreme.
Il “Noi siamo Groot” che suggella una delle scene più toccanti e forti de I Guardiani della Galassia esprime quel senso dell’unità di gruppo tra persone che hanno trovato nello stare insieme la propria forza, e che James Gunn sa rendere sempre speciale e mai banale.
Uniti si vince ed il rapporto genitore-figlio
Ed è proprio questo uno degli elementi e motivi per cui James Gunn e la sua poetica sono speciali: la capacità del regista americano di esprimere il senso del gruppo tra persone rifiutate dalla società è un qualcosa che riesce ad avere un impatto forte nei suoi film.
E The Suicide Squad non poteva che essere il suggello per un personaggio che ha questo tipo di attitudine. La Squadra Suicida è sempre formata da villain che però rappresentano a loro volta dei reietti, non solo per la società, ma anche all’interno dello stesso gruppo dei cattivi.
Harley Quinn è stata rifiutata da Joker, ma trova nella squadra suicida, ed in altri accoppiamenti (vedasi Poison Ivy) un gruppo capace di farla sentire speciale e con del potenziale.
In The Suicide Squad anche un personaggio fortemente disagiato come Polka Dot Man riesce a trovare un senso, ed a compiere un qualcosa di utile per la propria esistenza e per gli altri.
James Gunn è un regista e sceneggiatore abile a creare unione tra figure diverse, particolari, originali, e che unite riescono a risultare speciali.
Ed alla base dei loro disagi spesso ci sono dei rapporti genitore-figlio piuttosto problematici: succede con Polka Dot Man e la madre, ed in Guardiani della Galassia vol. 2 con Star Lord ed il padre Ego. Le ferite provocato dal rapporto difficile con il genitore sono a volte impossibili da ricucire, ed i personaggi raccontati da James Gunn trovano nel supporto del gruppo, e nella loro capacità di tirare fuori i propri punti di forza, qualcosa d’importante.
Memorabile è anche la scena di The Suicide Squad in cui il Bloodsport di Idris Elba si trova a colloquio con la figlia, dando il via ad uno scambio di battute scritte in maniera magistrale, e ben rese sullo schermo. Si tratta di una scena in cui vengono tirate fuori tutte le contraddizioni e le difficoltà di un vissuto tra genitore e figlio.
E poi il finale di Guardiani della Galassia vol.2 con Father and Son di Cat Steven che accompagna la sequenza conclusiva, e la presa di coscienza di Star Lord del vero significato dell’avere un padre al fianco, sono emblematici e valgono già più di qualsiasi approfondimento su James Gunn e su cosa renda speciale questo regista.
La musica e l’attitudine punk
E parlando proprio di Father and Son viene da chiamare in causa un altro elemento di base dei film di James Gunn: la musica. Gli Awesome Mix di Guardiani della Galassia basterebbero già da soli a descrivere il rapporto tra questo regista e la musica. Del resto parliamo di un personaggio che negli anni Novanta aveva fondato ed era cantante di una band punk rock.
Sicuramente James Gunn è fortemente legato alla musica pop degli anni Settanta ed Ottanta, un qualcosa che si può ascoltare e notare più che bene ne I Guardiani della Galassia, ma The Suicide Squad ha mostrato anche delle sfumature diverse: in particolare la scena in cui King Shark si trova di fronte ad un gigantesco acquario in cui stabilisce un rapporto quasi simbiotico con alcuni pesci, è accompagnata da una musica onirica che riesce a trasformare per un minuto un blockbuster in un film d’autore surreale.
James Gunn è un pozzo senza fondo d’idee e contenuti.
Tra le sue prossime produzioni ci saranno la serie TV su Peacemaker e l’Holiday Special sui Guardiani della Galassia: il primo sarà in parte ispirato ad un telefilm bislacco degli anni Settanta su Captain America, mentre il secondo trarrà ispirazione dalla più sfortunata trasposizione di Star Wars, quell’Holiday Special che tutt’oggi è motivo di imbarazzo per George Lucas e company.
Il senso dell’assurdo, l’unione e comunione tra freak, il senso del gruppo e tutti quegli elementi che rendono unico e speciale James Gunn continueranno a vivere attraverso i nuovi progetti di un regista che, per la sua originalità, non smetteremo mai di apprezzare ed amare. Perché è raro rompere gli schemi e portare sincerità e alternatività nello star system, e James Gunn è uno tra i pochi che ce l’ha fatta.