L’austriaco Max Schrems ha presentato una denuncia ai tribunali francesi contro Google: stando all’uomo, il sistema Android avrebbe la molesta tendenza di tracciare gli utenti senza che questi abbiano espresso il loro consenso, violando in pieno le norme europee.

Lo scontro si preannuncia epocale, ma il risultato non è necessariamente scontato. Schrems ha in ballo con Google una causa affine anche in Austria, ma questa volta avrebbe scelto un campo di battaglia migliore, operando in uno dei pochi Paesi UE che si è notoriamente opposto ad alcuni degli abusi delle Big Tech.

Max Schrems è inoltre un veterano di questo genere di azioni legali ed è difficile pensare che possa essere sceso in campo senza aver prima accumulato prove tangibili. Era stato proprio lui a dare il via alla causa che ha portato l’Unione Europea a riconoscere l’anno scorso come le ditte tech statunitensi violassero le norme europee per quanto riguarda le tutele dei dati utente.

D’altro canto c’è effettivamente una certa confusione nella gestione di app e software vari, spesso si tiene più conto delle policy fornite dall’azienda che sull’effettive norme di legge. Un esempio? Molti sono convinti che l’età minima per iscriversi ai social sia 13 anni, tuttavia il Codice italiano esplicita che nessuno al di sotto dei 14 abbia licenza per firmare questo genere di contratti.

Nel caso specifico, Schrems, attraverso il gruppo Noyb, ha lamentato che i telefoni Android adoperino un codice di programmazione pensato per proporre pubblicità mirate strutturato sui comportamenti dei consumatori specifici. Una cosa che magari può essere normale oltreoceano, ma che non è apprezzata dal Vecchio Continente.

In pratica Google traccerebbe senza esplicito consenso ogni elemento della navigazione dei propri clienti, violando le direttive europee di ePrivacy. L’azienda tech non ha ancora voluto commentare la faccenda.

 

Potrebbe anche interessarti: