Negli Stati Uniti sono due le aziende che stanno portando avanti la produzione di carne di pollo coltivata in laboratorio: Upside Foods e Good Meat. La notizia è che adesso hanno ricevuto, dal Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (US Department of Agriculture- USDA) le autorizzazioni necessarie per vendere i loro marchi di carne allevata in laboratorio (solo negli U.S.A). Utilizzando cellule animali reali, gli scienziati sono in grado di creare “carne” in modo più etico, nel senso che non uccidono o danneggiano alcun animale per produrla. Ma non si sa ancora se il sapore sia paragonabile a quello della carne ottenuta macellando il bestiame.
Sfidare le barriere regolatorie e la sostenibilità
Nel caso in cui il concetto di carne allevata in laboratorio vi incuriosisse e vorreste assaggiarla, probabilmente dovrete aspettare ancora un po’ prima di poter mettere le mani sui prodotti di Upside Foods e Good Meat. Ottenere l’approvazione governativa per vendere pubblicamente pollo coltivato in laboratorio è solo una fase del processo. Dopotutto, anche le carni vegetali a marchio non sono arrivate subito sugli scaffali dei negozi di alimentari, ma sono state sottoposte a un lungo periodo di prova, alcune anche in ristoranti selezionati per vedere se il pubblico fosse interessato (come nel caso delle carni vegetali dei marchi Impossible e Beyond.
La differenza più evidente tra la carne di origine vegetale e quella allevata in laboratorio è sul fronte della sostenibilità. È stato dimostrato, in passato, che le carni di origine vegetale utilizzano molte meno risorse e producono meno gas serra rispetto alla coltivazione del bestiame, ma la carne allevata in laboratorio, nella sua forma attuale, produce da quattro a 25 volte più gas serra al momento in cui scriviamo. Dato che questo tipo di innovazione è ancora agli inizi, non è escluso che nuovi modi di scalare il prodotto per il consumo di massa ci mostrino un’impronta di carbonio ridotta nel lungo periodo.
Il Mercato, i Consumatori e il Futuro dell’Alimentazione
Finché il mercato non sarà adeguatamente testato, non sappiamo nemmeno con certezza chi sarà il target principale della carne coltivata in laboratorio. In questo momento, le carni di origine vegetale sono una scelta obbligata per i vegetariani e i vegani, perché la loro produzione non comporta alcun danno per gli animali. In altre parole, ci vorrà ancora molto tempo prima che la carne coltivata in laboratorio diventi un alimento base della nostra dieta. Se ci vorrà un anno o 30, per vedere questi prodotti nei negozi di alimentari, dipende dallo sviluppo della tecnologia e dal fatto che le persone dovranno essere abbastanza interessate a provarla.