Secondo il Financial Times, la Commissione Europea sarebbe finalmente giunta alla conclusione delle sui indagini antitrust riguardanti ad Apple e all’App Store, quindi si starebbe preparando a portare in causa la Big Tech. Il grande passo, che dovrebbe avvenire in settimana, rappresenterebbe un avanzamento delle accuse mosse all’azienda nel 2019 da Spotify e da altre ditte tech.

Spotify, Rakuten, Netflix, Tinder, Epic Games hanno infatti tutte lamentato come i servizi di Apple siano piagati da una “tassa” di commissione del 30 percento su ogni acquisto effettuato attraverso App Store, una situazione anticompetitiva che andrebbe a frenare lo stimolo all’innovazione e la libera concorrenza.

Il problema nasce dal fatto che le normali aziende tech debbano tenere in conto nei loro bilanci la somma trattenuta da Apple, mentre Apple, che ne è ovviamente esentata, può tranquillamente permettersi di proporre al pubblico dei prezzi maggiormente competitivi.

Apple ha sempre difeso la sua “Apple Tax” asserendo che la cifra sia necessaria a coprire i costi vivi dell’App Store, nonché a difendere gli utenti da app truffaldine e tossiche, tuttavia non è detto che l’antitrust europea sia incline a credere in questa narrazione. Narrazione che, per altro, non vanta fondamenta solidissime.

La posizione della Big Tech è decisa, ma non si è dimostrata inflessibile: nel bel mezzo del ciclone polemico, l’azienda di Cupertino ha chinato al capo ad alcune concessioni, calando le trattenute alle aziende di modeste dimensioni e annullando le commissioni ad alcuni servizi di videostreaming.

Ora c’è da capire che idea si sia fatta l’UE della questione, se sia disposta ad accettare i gesti di buona fede di Apple o se voglia raggiungere a un epilogo una volta per tutte.

 

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