Una coalizione di 35 gruppi di consumatori e 64 esperti dell’infanzia hanno firmato una lettera corale con cui chiede a Facebook Inc. di rinunciare all’idea di lanciare il cosiddetto “Instagram for Kids“, app pensata per tutti quegli utenti che sono al di sotto dei tredici anni. I social rappresentano un’insidia non indifferente per adulti e adolescenti, le conseguenze sulla psiche degli infanti potrebbero essere ancora più devastanti.
Un numero sempre maggiore di ricerche dimostra che l’uso eccessivo dei device digitali e dei social media è dannoso per gli adolescenti. Instagram, in particolare, sfrutta la paura dei giovani di essere tagliati fuori e il loro desiderio dell’approvazione dei propri simili per incoraggiare bambini e teenager a controllare costantemente i loro device e a condividere foto con i loro follower.
La piattaforma si focalizza implacabilmente sull’aspetto, l’autopresentazione e sul branding, presentando delle minacce alla privacy e al benessere degli adolescenti. I bambini più giovani sono ancor meno dotati dei mezzi per gestire queste minacce, visto che stanno imparando a navigare le loro interazione sociali, le loro amicizie e il loro senso interiore di forze e debolezze,
recita la lettera.
Improbabile che una simile accorata missiva possa cambiare i progetti della Big Tech. Anzi, sarà già un miracolo se a ricevere una reazione sarà il carteggio scritto dai legislatori statunitensi una settimana fa per capire proprio come l’azienda abbia intenzione di trattare la sensibile tematica dell’infanzia.
In Italia si può perlomeno tirare un sospiro di sollievo: l’adesione alle app è vietata ai minori di quattordici anni. Che poi questa regola venga tenuta poco in considerazione, è un altra storia.
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