L’Amministrazione del Cyberspace della Cina (CAC) ha lanciato un numero telefonico a cui i cittadini possono segnalare tutti quegli utenti che pubblicano su internet contenuti “storicamente nichilisti”, ovvero che hanno riportato costruzioni storiche che “distorcono” la narrazione cinese, “negando l’eccellenza dell’avanzata cultura socialista”.
In una mossa che ricorda molto da vicino le propagande dei tempi della Guerra Fredda, l’establishment cinese chiede al popolo di “fare la propria parte nel supervisionare la società” e di “segnalare con entusiasmo le informazioni dannose” che vengono pubblicate online.
Una stretta di vite che parte dal basso e di cui, ora come ora, è difficile prevedere le conseguenze effettive, tuttavia le prospettive siano tutt’altro positive, per coloro che vorrebbero promuovere una narrazione alternativa a quella del Partito Comunista.
La strategia della hotline era infatti già stata applicata a novembre, a Hong Kong, per sorvegliare i dissidenti, con il risultato che il centralino ha raccolto diverse migliaia di denunce nel giro di neppure ventiquattro ore.
La lotta della Cina al “nichilismo storico” è sempre esistita, tuttavia l’inasprimento dei controlli, che siano effettuati tra i vicoli o su internet, cade frequentemente in concomitanza con momenti storici e dall’importante valore simbolico.
Guardando il calendario, non si può dunque non notare che il Partito Comunista Cinese debba festeggiare il suo centenario il primo di luglio, un traguardo che il Governo vorrà sicuramente inquadrare nel migliore dei modi, mettendo in disparte – a essere ottimisti – ogni voce critica.
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