La Florida ha approvato una legge che impedirà a tutti i social media di cancellare e bandire gli account di un qualsiasi politico locale per più di 14 giorni. Nel caso i politici in questione siano in corsa per una candidatura, i portali saranno multati con 250.000 dollari di penale per ogni singolo giorno di violazione della nuova norma.

Se questa legge non vi giunge nuova, è perché ne abbiamo parlato meno di un mese fa. All’epoca era una mera proposta e l’avevamo citata più che altro per la sua peculiarità di esentare da ogni fastidio quelle aziende che gestiscono parchi a tema, una clausola aggiunta all’ultimo per evitare di pestare i piedi a Disney World.

Poco sorprendentemente, la norma è stata introdotta e autorizzata da un politico Repubblicano che, peraltro, è particolarmente vicino all’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, una delle più celebri “vittime” del dell’oscurantismo di Facebook, Twitter, YouTube e omologhi.

Ron DeSantis, il Governatore della Florida, ha esteso la cupola di protezione anche ai giornalisti e agli organi di stampa, così che i social non possano ostracizzare la condivisione di articoli, per quanto questi possano essere considerati tendenti alla misinformazione.

Non ogni elemento giunge in difesa dell’establishment: le Big Tech saranno infatti obbligate a garantire maggiore trasparenza per quanto concerne le loro pratiche di moderazione dei contenuti, trasparenza che poi potrà essere adoperata dai cittadini per chiedere conto di eventuali torti subiti, cosa che dovrebbe venir compensata con un risarcimento monetario.

Il condizionale è d’obbligo, poiché dimostrare che i portali abbiano provveduto alla censura a causa di pretesti illeciti sembra una manovra particolarmente complessa da portare a termine.

 

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