Il caso Epic contro Apple sembra lungi dall’essere alla sua conclusione, con Tim Cook che dovrà presenziare a una lunga deposizione.
Per chi non ricordasse, mesi fa Epic Games aveva sfidato Apple con lo scopo di svicolarsi dalle commissioni imposte dall’App Store. In questa furente battaglia è stato ora chiamato in causa direttamente Tim Cook, CEO dell’azienda di Cupertino.
Il giudice che dovrà presiedere al caso, Thomas S. Hixon, ha inizialmente chiesto al leader di Apple una deposizione di otto ore, ma la Big Tech si è rifiutata, chiedendo di appellarsi alla “dottrina del vertice”.
Questa norma è solitamente invocata proprio per evitare agli alti dirigenti d’azienda questo genere di “noie”, tuttavia il giudice Hixon si è imputato, facendo notare che tale dottrina “limiti la lunghezza di una deposizione, non la esclude del tutto”.
Apple ha quindi proposto di prestare il proprio dirigente per quattro ore, ma il giudice è stato quasi irremovibile, concedendo solamente di scendere alle già citate sette ore di udienza.
La “dottrina del vertice” si basa sul presupposto che i vertici siano all’oscuro di alcune complicazioni microscopiche, ma Hixon ha sottolineato che questo non sia il caso. La situazione di Epic si riflette infatti su tutta la politica aziendale della ditta digitale e Tim Cook non può certo considerarsene estraneo.
Il legislatore ha inoltre bocciato la richiesta di Apple di controllare se gli accordi tariffari tra Samsung ed Epic Games siano affini a quelli proposti dall’App Store, cosa che avrebbe potuto salvare la Big Tech da un’accusa di antitrust.
Secondo il giudice Hixon, infatti, Epic è un’azienda tanto grande che ogni suo contratto debba considerarsi unico, pertanto non può essere presa come metro di paragone per soppesare una situazione che, in questo caso, include per estensione tutte le aziende che hanno una presenza sullo Store.
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