Grazie a immagini ad alta risoluzione del Solar Dynamics Observatory è stato possibile studiare dettagliatamente una grande eruzione solare avvenuta nel 2017.

Le eruzioni solari sono violenti fenomeni che avvengono sulla fotosfera di una stella: si tratta di esplosioni che sprigionando un’energia equivalente a varie decine di milioni di bombe atomiche.

Sono causate da un improvviso rilascio di energia in occasione di un fenomeno di riarrangiamento delle linee del campo magnetico.

Nell’immagine sottostante i contorni bianchi mostrano proprio le linee del campo magnetico che sono state derivate dai modelli, le regioni rosse mostrano le immagini a microonde di gas caldo in rapida crescita.

 

 

Un’immagine ultravioletta di un gigantesco bagliore solare del 10-09-2017 acquisito da SDO, il Solar Dynamics Observatory.

 

Queste importanti immagini ad alta risoluzione spaziale hanno permesso agli astronomi di confermare che queste esplosioni sono le principali responsabili dell’accelerazione degli elettroni nello spazio interplanetario.

La corona del sole, ossia lo strato più esterno caldo, ha una temperatura di oltre un milione di gradi Kelvin e produce un vento di particelle cariche: viene espulsa ogni anno una massa paria circa un milionesimo di quella della Luna.

Le eruzioni solari avvengono più o meno intensamente a periodi e se, da una parte, il fenomeno è ben noto agi astronomi, dall’altra non è del tutto chiaro come il Sole produca queste particelle ad alta energia.

Il gas caldo è ionizzato e produce un foglio sottostante di corrente circolante che genera potenti anelli di campo magnetico. Quando questi anelli si attorcigliano e si rompono, possono espellere bruscamente fiotti di particelle cariche.

Nell’immagine standard dei brillamenti solari, i movimenti su larga scala guidano questa attività, ma dove e come l’energia venga rilasciata localmente e come le particelle siano accelerate, sono ancora domande aperte ed è per questo che è interessante continuare a studiarle in maniera sempre più approfondita.

Un team di astronomi è riuscito, utilizzato tredici array di antenne dell’Espansed Owens Valley Solar Array (EOVSA) e le sue tecniche di imaging a microonde, a osservare la gigantesca eruzione solare del 10 settembre 2017.

Con il progredire dell’evento hanno visto una cavità scura a forma di palloncino in rapida ascesa, corrispondente a linee di campo magnetico attorcigliate che si alzano, si rompono ed espellono elettroni che sono stati emessi approssimativamente lungo l’asse delle linee di campo.

Il brillamento studiato ha rilasciato da solo nei suoi picchi di pochi minuti circa lo 0,02% dell’energia di tutto il sole.

Gli scienziati sono stati in grado di modellare i dettagli della configurazione e, stimando la forza del campo magnetico e la velocità del flusso del plasma, hanno determinato che questo brillamento da solo ha rilasciato durante i suoi picchi di pochi minuti circa il 0,02% dell’energia di tutto il sole.

Questi risultati dimostrano il potere delle nuove tecniche di imaging spazialmente risolte nel comprendere meglio e misurare le eruzioni solari.