[image]https://leganerd.com/wp-content/uploads/LEGANERD_035361.png[/image]
Spesso ci si chiede come una barca possa procedere in direzione contraria al vento.
La spinta del vento sulle vele è un’altra conseguenza della legge di [url=http://it.wikipedia.org/wiki/Equazione_di_Bernoulli]Bernoulli[/url]. La forma della vela è studiata in modo che, sotto l’azione gonfiante del vento, essa prenda una forma curva. Il vento, sul lato convesso della vela, ha velocità maggiore che non su quello concavo, in modo simile all’ala di un aereo. Si crea così una differenza di pressione e una spinta netta agente sul lato concavo. Per chiarire meglio le idee, consideriamo il caso del vento di traverso, ossia diretto ad angolo retto rispetto allo scafo dell’imbarcazione: la componente trasversale della spinta viene contrastata dalla deriva, per cui, il natante, lateralmente, si sposta molto difficilmente. La componente longitudinale della spinta è invece libera di far avanzare lo scafo lungo la sua naturale linea di scivolamento. Con questo assetto (non tanto con il vento in poppa) l’imbarcazione a vela raggiunge la massia velocità. Se a questo punto si orienta lo scafo in modo tale che il vento arrivi in direzione parzialmente contraria, l’avanzamento, fino ad un certo limite, rimane possibile prendendo il nome di [i]andatura di bolina[/i]. Sotto i 45° di angolo con il vento, la spinta diminuisce con l’angolazione controvento, a un dato punto essa diventa insufficiente a vincere gli attriti ed altri meccanismi contrastanti il moto, così che l’avanzamento si arresta.