X-Men ’97, la recensione: tra nostalgia e futuro

Gli X-Men sono tornati, e non si tratta di un ritorno da un viaggio lontano in un’altra dimensione o galassia. I mutanti sono tornati da un decennio ormai divenuto fonte di nostalgia: gli anni Novanta. In questa recensione di X-Men ’97 spieghiamo perché questo prodotto dei Marvel Studios ha centrato il suo obiettivo.

Una nostalgia proiettata nel futuro

La nostalgia sembra essere il fulcro dominante di una parte del settore intrattenimento oggi come oggi. Il cinema, la televisione, l’animazione, anche i videogiochi, stanno vivendo di remake e sequel. E la serie animata degli X-Men è un vero e proprio cult degli anni Novanta. Per questo motivo aveva senso riportare in vita i Mutanti animati.

La serie riprende da dove si era conclusa negli anni Novanta, e si intitola X-Men ’97 non a caso, considerando che il cartone animato è andato in onda tra il 1992 ed il 1997. Ritroviamo insieme Ciclope e Jean Grey, Tempesta, Wolverine, Bestia, Gambit e Rogue. Manca Xavier, tragicamente scomparso alla fine della serie precedente. Ma tutto il vissuto del vecchio cartone animato si riplasma di episodio in episodio.

X-Men ’97 riesce a riportare gli appassionati nelle atmosfere e nelle visioni della prima serie animata.

Jean Grey è in dolce attesa, e questo sarà il fulcro di X-Men ’97, o almeno dei primi episodi. Le paure del personaggio creano un filo narrativo che rende intense e profonde alcune situazioni. Jean Grey ha delle visioni che la turbano, il timore per la nascita di un bambino suo e di Ciclope che non avrà vita facile. Si tratta di un tema che eleva la serie animata, rendendola un misto tra un action supereroistico, e qualcosa di più intimo e lirico.

X-Men ’97 riesce a riportare gli appassionati nelle atmosfere e nelle visioni della prima serie animata. C’è lo stesso tipo di grafica e d’impostazione delle puntate, ma la scrittura è più raffinata. Anche il posto lasciato vacante da Xavier sarà occupato in maniera sorprendente, e drammatica per certi versi.

E quest’aria di malinconia che aleggia per gli X-Men che non ci sono più è una sorta di metatesto. Ogni persona che guarda da adulto X-Men ’97, dopo essere cresciuto da bambino vedendo in televisione il cartone originale, non può non sentire un moto di emozione e di nostalgia pensando anche ai cambiamenti del suo vissuto. Gli X-Men di questa serie vivono e fanno vivere un effetto nostalgico.

Ma c’è anche tanta azione. Un mondo che tutt’ora non si fida dei Mutanti, e tutto ciò non fa che aumentare le incertezze ed i dubbi degli stessi protagonisti, a partire da Jean Gray. Perché è lei il character dominante, almeno dei primi episodi della serie. Lo stesso Wolverine, Ciclope e Tempesta sono figure che stanno un passo indietro rispetto all’alterego di Fenice.

E ad un certo punto il conflitto fra Mutanti e umani diventerà uno scontro ideologico a tutto campo, capace di richiamare tanta azione e situazioni movimentate. Nascerà un conflitto tra il futuro ed un passato che vuole ancora dominare. Sotto questo punto di vista X-Men ’97 offre una chiave di lettura che sembra arrivare direttamente dalla nostra realtà.

Un cocktail di azione, dramma e supereroismo

L’idea di vedere negli ultimi anni un mondo vecchio che cerca ancora di dominare, condizionando la vita delle nuove generazioni, e le prospettive future, è un tema vivo anche in X-Men ’97. La qualità di questa serie animata sta nel riuscire a conciliare il suo senso nostalgico con una proiezione sul futuro.

Ed il futuro non poteva non essere rappresentato al meglio da una nascita, con una figura capace di rappresentare una proiezione in avanti. Questo cortocircuito rende X-Men ’97 ancora più intrigante. L’idea non è solo quella di crogiolarsi nella nostalgia, ma anche il raccontare qualcosa di nuovo, l’osare e far vivere lo spettatore non di solo passato.

La qualità di questa serie animata sta nel riuscire a conciliare il suo senso nostalgico con una proiezione sul futuro.

In X-Men ’97 c’è un po’ di tutto: il senso del gruppo, i conflitti, le dicotomie tra passato e presente, buoni e cattivi. E ci sono le sfumature. Il mondo di questo universo narrativo sembra non essere cambiato rispetto a quelle storie anni Novanta che abbiamo amato. Ma, allo stesso tempo, i suoi contenuti cercano di raccontarci qualcosa di nuovo e di futuribile.

Ogni episodio di X-Men ’97 si conclude con una sorpresa, portando lo spettatore a volerne di più, a continuare la serie per proseguire e scoprire un tessuto narrativo fitto di momenti intriganti. Si tratta di una serie che è andato a raccogliere una perla dal passato facendola risplendere ancora, utilizzando i migliori mezzi della contemporaneità per valorizzarla ulteriormente.

Certo, coloro che desiderano a livello visivo un’animazione più adeguata alla contemporaneità non resteranno soddisfatti, ma X-Men ’97 vuole proprio far vivere il passato, sotto questo punto di vista. E questo proporre un’animazione nostalgica, unita ad un tessuto narrativo moderno ed efficace, è il cocktail vincente di questa produzione.

Concludiamo questa recensione di X-Men ’97 sottolineando come il progetto sia nato con un obiettivo furbesco, ma abbia sfruttato l’effetto nostalgia al meglio per raccontare qualcosa di nuovo, intrigante,  e non scontato.

X-Men ’97 è una serie animata disponibile sulla piattaforma streaming Disney+.

70
X-Men '97
Recensione di Davide Mirabello

X-Men '97 è una serie animata che richiama la nostalgia di chi ha vissuto il primo cartone negli anni Novanta, ma sa anche rinnovarsi nei contenuti e nella narrazione.

ME GUSTA
  • L'effetto nostalgia è vivo, ma viene anche aggiornato da contenuti attuali e intriganti.
  • Funziona il mix tra azione, dramma e commedia.
  • Il ritmo degli episodi è più che godibile.
FAIL
  • Chi è alla ricerca di una serie dall'animazione più vicina alla contemporaneità troverà qualcosa di non soddisfacente.
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