La musica in streaming di Spotify arriva in Italia

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Spotify, il noto servizio di musica in streaming, è disponibile da oggi all’utilizzo in Italia in concomtanza con il Festival di Sanremo. Spotify è sia su Windows e OS X che su tutti gli OS mobili (anche WP e Blackberry). Vediamo insieme come funziona.

Innanzitutto parliamo brevemente della storia di Spotify:

Spotify è stato sviluppato a partire dal 2006 dalla Spotify AB a Stoccolma, in Svezia. L’azienda è stata fondata da Daniel Ek, ex CTO di Stardoll e da Martin Lorentzon, cofondatore di Tradedoubler. L’azienda madre è oggi la Spotify Ltd di Londra, mentre ricerca e sviluppo vengono ancora svolti dalla Spotify AB a Stoccolma. Il programma Spotify è stato distribuito pubblicamente il 7 ottobre 2008. Mentre gli account gratuiti rimangono ancora oggi disponibili solo attraverso un invito, dal momento del lancio gli abbonamenti a pagamento sono disponibili a tutti. Nello stesso periodo, Spotify AB ha anche annunciato accordi di licenza con molte grandi case discografiche.

Nel 2010, Spotify ha annunciato la disponibilità di due ulteriori tipologie di account. Spotify Unlimited è come Spotify Premium ma non dispone delle applicazioni per dispositivi mobili e di altre funzioni. Spotify Open è una versione ridotta Spotify Free che consente agli utenti di ascoltare fino a venti ore di musica ogni mese.

l 14 luglio 2011, Spotify ha lanciato il suo servizio negli Stati Uniti: si è trattato di un importante traguardo raggiunto dopo anni di ritardi e negoziati con le quattro maggiori case discografiche.

 

 

Cosa offre il servizio

un magazzino di 20’000’000 brani

Come già detto vi è una applicazione desktop di Spotify e una per OS mobili, dalle quali si può ascoltare musica presa da un magazzino di 20’000’000 brani. Troverete praticamente tutto, forse mancano due o tre dei più VeriHipster™, ma stiamo parlando di numeri davvero infinitesimali.

Si possono ascoltare brani ricercati dall’utente o presenti nelle 28 stazioni radio per genere. Vi è anche la possibilità di creare delle playlist personalizzate e una radio personalizzata in base ai gusti dell’utente.

Inoltre gli utenti possono accedere alle applicazione integrate nel programma di Spotify, scritto in HTML5. Sviluppatori di terze parti possono offrire funzioni legate all’ascolto musicale come la condivisione in diretta delle playlist, recensioni musicali, testi e informazioni sui concerti.

 

 

Come funziona?

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Ho un Macbook e due devices Android, perciò solo di questi potrò parlare.
Dal sito ufficiale si può scaricare l’applicazione desktop che si installa abbastanza rapidamente. In seguito ci si iscrive tramite il proprio account di Facebook (così da avere il profilo collegato e poter condividere con i propri amici i brani ascoltati) o tramite il proprio indirizzo email. Visto che l’iscrizione l’ho fatta dal mobile mi hanno offerto 2 giorni di prova della versione Premium, ma sul sito ho visto un tastone con una molto più invitante offerta di un mese di prova. Versione Premium, ma cos’è?

Presto detto, ci sono tre formati di abbonamento per usufruire dei servizi di Spotify:

Ci sono tre formati di abbonamento
  • Free, che consente di accedere liberamente al magazzino musicale svedese dal proprio computer, ma con della pubblicità che ogni tanto apparirà ad infastidirti.
  • Unlimited, come la Free ma senza la pubblicità, e costa €4,99/mese
  • Premium, ovvero il top: niente pubblicità, app desktop, app mobile, possibilità di scaricare le playlists per ascoltarle senza consumare traffico dati (funzione molto utile visto l’enorme quantità di dati che richiede lo streaming). Tutto ciò a €9,99/mese.

L’applicazione per smartphone Android è semplice e gradevole da vedere. Si naviga attraverso l’ormai solita tendina laterale, e c’è anche un widget-bloccaschermo identico a quello di Google Play Music.

Mentre su iPad vi è una versione a sé dell’app molto più spettacolare, la versione per tablet Android altro non è che la versione smartphone ingrandita, il che nel 2013, dopo il successo di Nexus 7 e 10 e tanti altri terminali per nulla di second’ordine (vedi gli amici Vizio), non è più accettabile.

 

 

Conclusioni

Riepilogando, dopo due giorni di uso intenso della versione Premium, posso affermare senza difficoltà che il servizio offerto è più che interessante, e non una versione a pagamento di Youtube o un lettore mp3 col “vantaggio” che lo paghi ogni mese.

Spotify offre un servizio quasi unico

Spotify offre un servizio quasi unico (se possiamo considerare Nokia Music suo rivale nel campo delle radio streaming), ovvero consente di avere a disposizione in qualsiasi istante milioni e milioni di brani, playlist personalizzate dall’utente o personalizzate per l’utente e stazioni radio suddivise per generi.

Vale i suoi 10 euro mensili? Non lo so, ovviamente dipende dalle abitudini ed esigenze di ognuno ma un pensierino ce lo sto facendo, magari quando si decideranno a fare un applicazione decente per tablet Android.

Fonti: Wikipedia, Spotify, Wired IT

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