Da alcuni giorni gli utenti americani possono testare Google SGE, acronimo di Search Generative Experience. È un nuovo modo di usare Google, con il motore di ricerca tradizionale che viene ibridato con alcune funzionalità tipiche delle IA generative, come Google Bard o ChatGPT. Molto in breve: Google non si limita più a fornirti un elenco infinito di link tra cui scegliere, ma formula direttamente una breve ma esaustiva risposta alla tua query. Cerchi una ricetta per una crostata di pere? Non hai più bisogno di aprire un articolo di Giallozafferano o siti simili, perché l’IA di Google ti dà la risposta con tutto ciò di cui hai bisogno e i passaggi da seguire.
Bellissimo per tutti, un po’ meno per gli editori e i blogger, ma questa è un’altra storia. Resta il fatto che, proprio come era avvenuto con i primissimi test di Google Bard, anche in questo caso la nuova IA di Google sta ottenendo reazioni piuttosto fredde. Lo strumento, dice chi l’ha provato, è quantomeno migliorabile.
Jay Peters, un giornalista, ha raccontato la sua esperienza su The Verge:
Se hai aderito a SGE, che è disponibile solo per le persone che si iscrivono alla lista d’attesa di Google Search Labs, i riassunti dell’IA appariranno proprio sotto la casella di ricerca. Ho usato SGE per alcuni giorni e ho constatato che le risposte in sé sono generalmente buone, sebbene un po’ disordinate. Ad esempio, quando ho cercato “dove posso guardare Ted Lasso?”, la risposta generata dall’IA che è apparsa era lunga qualche frase ed accurata dal punto di vista dei fatti. È su Apple TV Plus. Apple TV Plus costa $6.99 al mese. Ottimo.
Ma le risposte sono spesso integrate con un mucchio di informazioni extra. Sul desktop, Google mostra le fonti usate per formulare la risposta su una scheda apposita a destra, anche se non è facile capire quali informazioni provengono da quali fonti. Su mobile (solo sull’app di Google), le schede appaiono sotto il testo riassuntivo. Sotto la risposta alla query, puoi cliccare su una serie di possibili suggerimenti di approfondimento e poi ci sono i risultati della ricerca standard di Google.
Tutte queste informazioni extra non sono utili come potrebbero sembrare e il risultato è piuttosto confusionario.
Gli esperimenti successivi non sono andati molto meglio.
Quando ha presentato SGE a I/O, Google ha mostrato anche come lo strumento potesse generare automaticamente una guida all’acquisto al volo, quindi pensavo che “dove posso comprare Tears of the Kingdom?” sarebbe stata una domanda facile. Ma il risultato è stato un disastro, pieno di grandi schede sponsorizzate sopra il risultato, un elenco confuso di negozi che però non portavano per davvero alla pagina di vendita del gioco, una mappa di Google che indica la posizione di quei negozi al dettaglio e, a destra, tre schede di link dove potevo trovare il modo per acquistare il gioco. Neanche una ricerca per un iPhone 13 Mini usato in rosso è andata molto meglio. Avrei dovuto semplicemente scorrere verso il basso
continua Peters. Tra le altre cose, l’IA di Google ha bisogno di un po’ di minuti per generare la sua risposta e chi è abituata ai tempi (ormai) fulminii del motore di ricerca tradizionale potrebbe trovare l’esperienza un po’ tediosa.