Da tempo gli scienziati cercano di comprendere meglio le risposte immunitarie dell’organismo che si verificano durante varie malattie, tra cui il cancro e le malattie infiammatorie. In un recente studio condotto presso l’Università del Missouri, Emma Teixeiro, professore presso la Facoltà di Medicina dell’Università del Missouri, e il suo team, hanno analizzato come viene generata e mantenuta la memoria immunologica – la memoria che il sistema immunitario dell’organismo conserva dopo un’infezione o una vaccinazione e che aiuta a proteggersi da una nuova – e il ruolo che l’infiammazione svolge nel modellare tale memoria immunologica. “Il nostro sistema immunitario ci difende dalle malattie, ma è un sistema molto complicato con molte interazioni e, se le cose vengono disregolate, può effettivamente svolgere un ruolo nel causare le malattie”, ha detto Teixeiro, che lavora presso il NextGen Precision Health Institute nel campus della Missouri -Columbia University. “La nostra ricerca si concentra quindi su una migliore comprensione del modo in cui queste risposte immunitarie possono essere generate e controllate, in particolare esaminando il ruolo critico delle cellule T, che aiutano a proteggere l’organismo dalle infezioni e possono svolgere un ruolo nell’attaccare il cancro”.
L’attivazione di STING
Utilizzando topi da laboratorio, i ricercatori hanno creato vari ceppi di batteri patogeni che aumentano i livelli di infiammazione attraverso le proteine stimolatrici dei geni dell’interferone – o STING – all’interno delle cellule T. Mentre molti scienziati pensavano che questo aumento dell’infiammazione avrebbe portato a una risposta immunitaria più forte e quindi a una memoria immunologica più forte, Teixeiro e il suo team hanno riscontrato il contrario: la memoria immunologica era ridotta. “Alcuni scienziati del settore ritengono che l’attivazione di STING possa essere mirata per migliorare i vaccini antitumorali o le immunoterapie, quindi la comprensione di base di tutti i meccanismi che interagiscono è fondamentale per ridurre le possibilità di conseguenze indesiderate o effetti collaterali dannosi”, ha detto Teixeiro. “Vogliamo capire meglio come regolare la memoria immunologica, il che ha implicazioni per potenziali vaccini o immunoterapie che attivano le cellule T in modo da potenziare la memoria a lungo termine, così da proteggere il nostro corpo dalle malattie nel tempo”. Sebbene la sua ricerca sia di natura fondamentale, le scoperte di Teixeiro possono contribuire allo sviluppo di trattamenti più efficaci per aiutare i pazienti affetti da cancro, broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), vasculopatia associata a STING con insorgenza nell’infanzia (SAVI), asma e altre sindromi infiammatorie croniche.