Tra le uscite delle ultime settimane di Netflix ce n’è anche una piuttosto particolare: stiamo parlando de I film della nostra infanzia 2, la seconda stagione della docuserie che racconta la genesi di alcuni dei più grandi cult degli anni Ottanta e Novanta. Vi proponiamo la recensione de I film della nostra Infanzia 2, con l’intento di aprirvi ad un nuovo modo di fare docuserie, spingendovi a recuperare anche, ovviamente, la prima stagione de I film della nostra infanzia, e la produzione I giocattoli della nostra Infanzia, creata sempre da Brian Volk-Weiss, per un tuffo nell’amarcord di qualità.

In questa recensione de I film della nostra Infanzia 2, infatti, vogliamo sottolineare come tutte le produzioni di Brian Volk-Weiss presenti su Netflix riescano ad unire in maniera originale l’intento documentaristico, con l’umorismo e l’originalità narrativa.

I film raccontati in questa seconda stagione sono dei cult assoluti, come Ritorno al Futuro, Pretty Woman, Jurassic Park e Forrest Gump, ma ciò che conta non è tanto la risonanza del film, quanto la genesi della produzione. E più essa è stata complicata più l’episodio risulta essere intrigante.

Il caso Ritorno al Futuro

ritorno al futuro, i film della nostra infanzia 2Nella prima stagione de I film della nostra Infanzia sono risultati essere più che godibili gli episodi dedicati ai Ghostbusters ed a Mamma, ho perso l’aereo, due lungometraggi che hanno tribolato non poco prima di arrivare sul grande schermo.

Sotto questo punto di vista la seconda stagione de I film della nostra Infanzia è un po’ più lineare, con i cult presi in considerazione che bene o male sono riusciti ad avere delle produzioni non certo complicatissime. Però, l’episodio più iconico, e non solo per l’impatto culturale del film, è quello dedicato a Ritorno al Futuro.

La genesi del progetto è stata veramente tribolata, con Robert Zemeckis e Bob Gale che da anni avevano in progetto l’idea di realizzare il film, ma che sono stati condizionati dagli insuccessi o meno delle loro altre produzioni.

In questo caso ha funzionato anche il deus ex machina Steven Spielberg, che ha fatto da produttore esecutivo a Ritorno al Futuro, e che in più occasioni ha spinto per far seguire il volere del regista e dello sceneggiatore.

Ritorno al Futuro rappresenta poi un caso emblematico sotto questo punto di vista (adatto proprio ad essere analizzato e preso come tema centrale di una puntata de I film della nostra Infanzia): tutta una serie d’incastri dovuti al budget ed alla produzione hanno portato ad una trama e sceneggiature perfette, scelte di cast azzeccatissime, e ad un successo che continua a riverberare da decenni.

Ritorno al Futuro rappresenta poi un caso emblematico sotto questo punto di vista: tutta una serie d’incastri dovuti al budget ed alla produzione hanno portato ad una trama e sceneggiature perfette, scelte di cast azzeccatissime, e ad un successo che continua a riverberare da decenni.

Chi tra gli appassionati non conosce la storia di Eric Stoltz, ingaggiato per il ruolo di Marty McFly perché Michael J. Fox durante il periodo delle riprese era impegnato con il telefilm Casa Keaton? La produzione fece la scelta audace e coraggiosissima di cambiare Stoltz dopo sei settimane di riprese, tornando a virare in maniera disperata su Michael J. Fox ed arrivando a fare la storia del cinema.

E poi il fatto che il film si dovesse intitolare L’astronauta da Plutone? Insomma, si tratta di quelle scelte, a volte anche riguardanti piccoli dettagli, capaci di creare una vera e propria svolta. Ed è questo lo scopo de I film della nostra Infanzia, una docuserie che cerca di raccontare in maniera leggera ma intrigante la genesi di questi lungometraggi che sono cristallizzati nel tempo, ma che alla loro nascita sembravano essere tutt’altro che progetti perfetti.

Brian Volk-Weiss nelle sue produzioni ha sempre voluto mettere un taglio particolare, unendo il documentaristico, e quindi l’informazione, con una sorta d’intrattenimento (un elemento difficile da trovare in altri documentari).

Brian Volk-Weiss nelle sue produzioni ha sempre voluto mettere un taglio particolare, unendo il documentaristico, e quindi l’informazione, con una sorta d’intrattenimento (un elemento difficile da trovare in altri documentari).

Le tante interviste ai protagonisti dei vari progetti (vengono intervistati un po’ tutti i produttori, registi, ed anche qualche attore coinvolto nei vari film) vengono montate in maniera tale da creare delle battute, e situazioni narrative capaci di suscitare umorismo, ma anche sorpresa.

Per chi non conoscesse la genesi dei film presi in analisi ne I film della nostra Infanzia 2, ad esempio, il percorso di Eric Stoltz dall’ingaggio fino al licenziamento, con Michael J. Fox che ad un certo punto sembra lontanissimo dal poter essere coinvolto, crea curiosità ed interesse nello spettatore.

L’operazione nostalgia perfetta

I film della nostra infanzia 2

Ed è proprio questo meccanismo narrativo e di alternanza del montaggio a funzionare. Il succedersi di immagini di repertorio con interviste aiuta gli spettatori ad immergersi ancora di più dentro nelle atmosfere di quegli anni e di quei film. Sotto questo punto di vista I film della nostra Infanzia sembra essere l’operazione nostalgia perfetta.

Ed in questo Brian Volk-Weiss sembra essere stato ancora più abile ne I giocattoli della nostra Infanzia, altra serie presente sulla piattaforma streaming Netflix, che ha analizzato tanti fenomeni e franchise sfociati o partiti proprio grazie ai loro stessi giocattoli:  si va da Star Wars, ai Transformers, fino ad arrivare alle Tartarughe Ninja.

Servirebbero altre produzioni simili a I film della nostra Infanzia, o a I giocattoli della nostra Infanzia, progetti che cercano di mirare alla nostalgia, ma senza risultare forzati, ed anzi rivolgendosi in maniera onesta e diretta a tutti coloro che sono alla ricerca di un tuffo nel passato, o di qualche informazione in più per comprenderlo meglio.

Servirebbero altre produzioni simili a I film della nostra Infanzia, progetti che cercano di mirare alla nostalgia, ma senza risultare forzati, ed anzi rivolgendosi in maniera onesta e diretta a tutti coloro che sono alla ricerca di un tuffo nel passato, o di qualche informazione in più per comprenderlo meglio.

Lo scopo di questa recensione de I film della nostra infanzia 2 è, infatti, proprio quello di elogiare operazioni come quelle portate avanti da Brian Volk-Weiss, che in maniera originale, senza alcun tipo di pesantezza, ed intrattenendo, riescono a fare un po’ di storia del cinema senza far comprendere allo spettatore che in realtà si sta portando avanti una vera e propria operazione culturale.

Non esistono docuserie che riescono in maniera così semplice, divertente e intrigante a far calare gli appassionati nel dietro le quinte e nelle macchinazioni che hanno fatto nascere i loro film preferiti. Per questo I film della nostra infanzia 2 merita di essere visto, anche se si tratta di una stagione con cult meno sorprendenti nel loro sviluppo, ma con titoli di sicuro “acchiappo”.

Insomma, I film della nostra Infanzia 2 è più che consigliato.

 

I film della nostra Infanzia è disponibile su Netflix

 

70
I film della nostra infanzia 2
Recensione di Davide Mirabello

I film della nostra infanzia 2 propone titoli di livello assoluto, per raccontare la genesi di alcuni grandi cult del cinema. Si tratta di una stagione un po' più lineare con racconti di produzioni meno tribolate, ma sempre nel senso dell'arricchimento culturale e dell'intrattenimento.

ME GUSTA
  • Tanti aneddoti e racconti dietro a grandi film, ma con una certa leggerezza.
  • Per trattarsi di una docuserie c'è anche un certo tasso d'intrattenimento.
  • Una grande operazione nostalgia.
FAIL
  • Per chi fosse alla ricerca di una docuserie lineare e più tradizionale, potrebbe risultare un po' disturbato dall'originalità della produzione.