Una nuova ricerca sottolinea come news e fake news di estrema destra abbiano dominato per mesi l’engagement di Facebook.

La New York University ha riscontrato che nel periodo delle elezioni statunitensi 2020 le voci degli ultraconversatori hanno dominato le pagine del noto social. Le fonti politiche radicali sono infatti capaci di generare un numero maggiore di interazioni tra gli americani, soprattutto quando queste promuovono messaggi di estrema destra. A prescindere dalla veridicità dei loro messaggi.

Per giungere a simili conclusioni, i ricercatori hanno scandagliato 8,6 milioni di post pubblici condivisi da “fonti d’informazione” di vario tipo e natura, quindi prendendo in analisi il lasso di tempo che spazia dal 10 agosto 2020 all’11 gennaio 2021.

La disinformazione della destra estrema ha adombrato ogni altro genere di news su Facebook, con i post che hanno sviluppato settimanalmente una media di 426 interazioni ogni mille follower. Altrettanto importanti sono i numeri riguardanti l’informazione legittima ultraconservatrice, la quale ha raggiunto le 259 interazioni settimanali.

Con numeri di molto inferiori arriva terza in classifica l’informazione di estrema sinistra (circa 140), quindi quella di centro-destra (circa 130). Interessante notare che la destra sia più portata a dare spazio alle fake news, con l’alt-right che addirittura predilige le bufale a qualsiasi altro genere di discorso.

La mia conclusione è che, in un modo o nell’altro, la fonti di disinformazione della destra estrema sono in grado di coinvolgere i loro bacini di riferimento su Facebook molto, ma molto di più di quanto non faccia qualsiasi altra categoria. Questo dettaglio è probabilmente abbastanza pericoloso, se applicato a un sistema che usa il coinvolgimento per determinare quale genere di contenuto promuovere,

ha dichiarato Laura Edelson, ricercatrice presso la Cybersecurity for Democracy della New York University.

In effetti i dati dimostrano che a livello imprenditoriale convenga condividere e diffondere su Facebook contenuti controversi di estrema destra, meglio ancora se falsi e faziosi. Dimostrano inoltre che l’impegno del portale nel disincentivare attivamente e passivamente le fake news sia ancora altamente inadeguato.

Ora i ricercatori di New York chiedono al social di poter visionare ulteriori dati, soprattutto quelli che riguardano il numero di persone che visualizzano i contenuti senza interagirvi e quanto tempo questi passino a leggerne i testi.

Lo scopo sarebbe quello di capire il perché i contenuti di estrema destra siano tanto coinvolgenti, tuttavia il team di esperti ha poche speranze di riuscire a progredire con l’indagine poiché teme che Facebook e omologhi non siano disposti a condividere con loro le informazioni necessarie per venire a capo della faccenda.

 

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