A causa della carenza di semiconduttori, Nvidia si trova a rimettere sul mercato delle schede grafiche che sono quasi obsolete.

Ormai è cosa nota, l’industria della fabbricazione di chip e microchip è completamente in palla. Detto in breve, tutte le aziende che si occupano di tecnologia d’avanguardia sono pressoché ferme, aspettando che la situazione si decongestioni.

Tra le vittime di questi rallentamenti ci sono tutti coloro che vorrebbero una delle schede Nvidia di ultima generazione, le GeForce della serie RTX 30-. Per evitare che la filiera si fermi del tutto, l’azienda ha però deciso per una soluzione draconiana: fornire ai suoi partner commerciali le schede passate che ha ancora in magazzino.

A ritornare prepotentemente sul mercato sono le RTX 2060 e le GTX 1050 Ti, rispettivamente del 2019 e del 2016. Almeno in un caso, non proprio il top di gamma, ma comunque quanto basta per tenere a bada utenti occasionali e videogiocatori di primo pelo.

La GTX 1050 Ti è d’altronde tanto vecchia che almeno è assolutamente estranea al mercato competitivo della creazione di criptovalute, visto che la sua GDDR5 VRAM si arena ai 4GB ed è assolutamente insufficiente a soddisfare i bisogni dei “minatori”.

Ma chi dovesse mettere le mani su uno di questi PC si troverà anche un’altra brutta sorpresa, oltre alle componenti un po’ desuete, le schede saranno anche dannatamente sovrapprezzo.

Seguendo le mefistofeliche regole del Mercato, l’ormai vetusta GTX 1050 Ti – prezzo di lancio 140 dollari – viene ora venduta dai 200 ai 400, mentre la RTX 2060 supera occasionalmente i 700. Nel suo caso, il prezzo di listino è di 350 dollari.

 

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