La pandemia ha spinto i minori a un’iperconnettività estrema, ma tra cyberbullismo e mancanza di educazione digitale, i problemi si sentono.

A sostenerlo sono due diverse ricerche, una del Telefono Azzurro, una del Moige, le quali hanno approfittato della vigilia al Safer Internet Day per esporre i risultati di indagini che sono fondamentalmente complementari.

Stando ai numeri, i minori sembrano quanto mai vittime di bullismo, con la Presidente della commissione parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza, la Senatrice Licia Ronzulli, che parla di percentuali altissime: il 68 per cento degli adolescenti tra i 13 e i 23 anni ha assistito a scene di cyberbullismo, il 61 per cento le ha vissute in prima pelle.

6 su 10, poi, non si sentono sicuri a navigare online, in maggior parte proprio per il timore di essere tartassati o umiliati direttamente in remoto. Il 48 per cento di loro, intanto, ammette di non sapere come gestire un episodio di bullismo.

La situazione è grave e bisogna intervenire subito. L’utilizzo crescente della tecnologia, cui la pandemia ha costretto i minori in questi mesi, ha purtroppo contribuito a una forte crescita degli abusi online e in generali di pericoli digitali,

ha fatto notare Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro

Non aiuta il fatto che con la pandemia, la Rete è stata per lungo tempo l’unico punto di contatto sociale, acutizzando malcostumi che affliggono ormai ogni social, fomentando il senso di isolamento e di abbandono.

Anche al di fuori delle dinamiche emergenziali, però, sono presenti sintomi di una formazione internettiana deludente, con il 62 per cento degli under-14 che utilizza regolarmente TikTok e Instagram e con due minori su 10 che vantano direttamente un canale personale dove postano un costante flusso di informazioni private.

 

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