Storiografia dei Sette Regni: Il Tempo dell’Alba

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Se mi domandassi quale sia il motivo per cui Game Of Thrones abbia raggiunto un così grande successo da diventare oggetto di culto, la prima risposta a cui penserei è che George R.R. Martin, come Tolkien prima di lui, è riuscito a creare un mondo fantasy reale e credibile, con una propria storia che precede gli eventi dei libri di millenni. Proprio di questa storia vorrei parlarvi oggi. A partire dal principio, a partire da quell’era che nel nostro mondo corrisponde all’Età della Pietra, vi parlerò dei Tempi dell’Alba.

L’anno 0, nei sette regni, coincide con la conquista di Aegon Targaryen.

Prima di cominciare a parlare di storia, è bene specificare come la datazione in uso nei Sette Regni sia, ovviamente, totalmente differente da quella che usiamo nel nostro mondo.

Infatti gli abitanti di Westeros contano gli anni a partire dalla conquista del continente di Aegon I Targaryen (da qui in avanti abbrevieremo con PC gli avvenimenti precedenti alla conquista e con DC quelli che la seguirono).

Gli avvenimenti di cui parlerò oggi sono avvenuti millenni prima della venuta di Aegon nel continente occidentale.

 

 

 

 

Il Tempo dell’Alba

 

Datazione

L’inizio del Tempo dell’Alba potrebbe risalire al 50000 PC.

Attualmente non è conosciuta, e probabilmente mai lo sarà, una datazione che sancisca l’inizio di questa prima era.

Alcuni dei Septon della cittadella ipotizzano che Planetos (nome con cui è conosciuto l’intero pianeta in cui è ambientato Game Of Thrones) abbia un’età compresa tra i 40.000 e i 50.000 anni, anche se in diversi sostengono che sia addirittura più antico.

Tuttavia una cosa è certa: esistevano già degli esseri umani che vivevano a Essos e che per lo più erano popoli rozzi che non conoscevano la scrittura e la lavorazione dei metalli. Quel poco che conosciamo di quei tempi è giunto a noi attraverso le conoscenze degli Andali, dei Ghiscariani, dei Valyriani e addirittura dal remoto popolo di Asshai.

 

 

Abitanti di Westeros

Westeros era popolata dai Figli della Foresta e dai Giganti.

Come già detto nel precedente paragrafo solamente le lande di Essos erano abitate da tribù primitive.

Tuttavia sarebbe scorretto affermare che il continente occidentale fosse un luogo deserto e totalmente disabitato, infatti Westeros, dalle lande dell’Eterno Inverno alle Isole dell’Estate, abitata da due popolazione: i Figli della Foresta e i Giganti.

 

 

I Giganti

Attualmente sappiamo poco riguardo ai Giganti al Tempo dell’Alba, infatti non sono conosciute le loro storie nè le loro leggende in quanto questi, sebbene dotati di intelletto, non praticavano la scrittura.

 

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Un Gigante in groppa a un Mammoth

 

Grazie agli studi del Maestro Kennet, che durante il regno di re Cregan Stark (uno dei re dell’inverno che regnavano sul Nord prima dell’avvento di Aegon), studiò i campi di sepoltura del Nord siamo giunti a conoscenza del fatto che i Giganti fossero soliti seppellire i loro morti e, dalle ossa esaminate, i grandi Maestri della Cittadella hanno dedotto che i Giganti dovessero avere un’altezza compresa tra i 12 e i 14 piedi (ovvero tra i 3,6 e i 4,2 metri).

I Giganti non avevano forme di governo, abitavano in caverne e grotte e, sostanzialmente, non si evolsero mai mentre, intorno a loro, le prime civiltà umane iniziavano a fiorire.

Attualmente i Giganti sono considerati estinti dalla maggior parte della popolazione di Westeros anche se siamo giunti a conoscenza dell’apparizione di un gigante durante la Battaglia dei Bastardi, è quindi logico pensare che qualche esemplare sia sopravvissuto nelle remote lande oltre la barriera.

 

 

I Figli della Foresta

I Figli della Foresta erano totalmente differenti dai Giganti. Essi erano alti quanto bambini, di carnagione scura e bellissimi d’aspetto. Come i Giganti non padroneggiavano l’uso della scrittura né erano in grado di lavorare i metalli. Tuttavia erano in grado di lavorare l’ossidiana con la quale costruivano utensili e lance per procacciarsi il cibo.

 

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Rappresentazione artistica dei Figli Della Foresta

 

Malgrado non fossero in grado di tessere si fabbricavano vesti con foglie e cortecce, sempre utilizzando il legno degli alberi diga impararono a costruire degli archi e trappole per i volatili. Si narra che i figli della foresta cantassero in modo molto armonioso e che la loro lingua fosse ispirata da i suoni che sentivano ogni giorno nella foresta.

Veneravano degli dei senza nome che in seguito saranno venerati anche dai Primi Uomini e che dopo l’arrivo degli Andali saranno conosciuti come “Vecchi Dei”.

Furono gli stessi figli della foresta a scolpire i volti piangenti che si trovano sulle cortecce degli Alberi Diga in modo da poter osservare i loro devoti.

Secondo varie leggende i Figli della Foresta erano in grado di osservare il mondo attraverso gli occhi degli alberi diga, di mutare forma in animali e, cosa molto più plausibile delle precedenti, di comunicare con la fauna. Non costruivano fortilizi o città ma vivevano in semplici casupole di legno. Si racconta che costruissero all’interno dei boschi segrete città fatte di foglie e vimini.

Lo scopo di queste città era, probabilmente, quello di cercare riparo da meta-lupi, pantere ombra ma soprattutto dai giganti, tuttavia con l’avvento dei Primi Uomini questi diventarono la loro principale minaccia.

Ma di questo parleremo nel prossimo articolo.

 

Nota: alcuni indizi lasciano pensare che esistesse una terza razza a Westeros che potrebbe essere ricondotta a quelle che conosciamo come sirene. Infatti i Primi Uomini che giunsero sulle Isole di Ferro narrano che trovarono le isole disabitate ma con il Trono del Mare già presente a Vecchia Wyk, tuttavia questo potrebbe essere stato costruito da uomini proveniente dall’altro lato del mare del tramonto.

Troviamo riferimenti alle sirene anche nello stemma della famiglia Velaryon e nella leggenda che vuole uno degli antichi re delle isole di ferro sposato proprio a una sirena.

 

Questo articolo è parte di una serie: Storiografia dei Sette Regni
  1. Storiografia dei Sette Regni: Il Tempo dell’Alba
  2. Storiografia dei Sette Regni: l’avvento dei Primi Uomini
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