Napster

Napster è stato un software di file sharing attivo da giugno 1999 a luglio 2001 che ha letteralmente spopolato a partire dal 2000.

Molti di voi lo ricorderanno, lo rimpiangeranno e perché no, avranno un momento di “lacrima randagia” nel ripensare ai bei tempi che furono.

Certo è che questo software dall’inatteso potenziale rivoluzionario, ridisegnò l’intero mondo del web a cavallo fra il vecchio ed il nuovo millennio, scuotendo insidiosamente gli equilibri commerciali dell’industria discografica.

Fu grazie ad esso infatti che iniziò a diffondersi in maniera preponderante l’utilizzo dei file mp3 e della musica in formato digitale in genere, in tempi in cui Prodi lavorava per far entrare l’Italia nell’Euro, sui pc appariva Winzozz Windows ME, ci si preparava al Millennium Bug mentre nelle radio LigaJovaPelù cantavano “Il Mio nome è mai più!” (in alternativa c’erano i LunaPop con “50 special”).

Napster

Per tutti i restanti nerdosi virgulti qui sotto una storia di cosa accadde…

C’era una volta Napster…

 

 

 

1999 – La nascita

Napster_2.0_Beta_7_screenshot Shaun Fanning su Time

Creato da Shawn Fanning e Sean Parker poco più che 19enni, fu il primo sistema P2P di massa anche se in realtà non si può parlare di un vero peer-to-peer.

Infatti il software utilizzava un sistema di server centrali che mantenevano la lista dei sistemi connessi e dei file condivisi, mentre le transazioni vere e proprie avvenivano direttamente tra i vari utenti.

Con l’avvento di Napster il file sharing diventa “popolare”
Con l’avvento di Napster il file sharing diventa “popolare” e non più prerogativa di una minoranza di navigatori esperti, generalmente studenti di informatica, che si collegavano dai grossi centri di calcolo delle università.
Prima di allora i pionieri della condivisione di file su internet utilizzavano BBS e siti Warez, dove gli utenti mettevano a disposizione i propri file su spazi dedicati quindi come si può vedere Megaupload non ha inventato niente di nuovo.
 

2000 – Lars vs. Napster

lars_ulrich_napster

Lars Ulrich (batterista dei Metallica per quei 2-3 che non sapessero chi è) diventò famoso anche al di fuori della cerchia dei suoi fan quando, nel marzo 2000, consegnò personalmente a Napster una lista di 300.000 utenti da denunciare in quanto, a suo dire, condividevano illegalmente file mp3 dei Metallica.

Questo episodio, prontamente ripreso dai media, lo pose al centro della furia degli utenti della rete di tutto il mondo, tanto che tuttora egli è considerato il personaggio simbolo della repressione dello scambio di file musicali via Internet da parte delle major discografiche.

Alcuni fan arrivarono anche a “rinnegare” il loro idolo bruciando pubblicamente in piazza i cd della band.

 

 

 

2001 – L’inizio della fine

Nel luglio di quest’anno, un giudice ordinò ai server Napster di chiudere l’attività a causa della ripetuta violazione di copyright ed il 24 settembre la sentenza fu parzialmente eseguita.

L’accordo prevedeva 26 MLN $ come risarcimento  danni e 10 MLN  $ per royalties future.

L’accordo prevedeva che Napster pagasse come indennizzo 26 milioni di dollari come risarcimento per i danni del passato, per utilizzo non autorizzato di brani musicali e 10 milioni di dollari per royalties future.

Per poter pagare queste parcelle, Napster tentò di convertire il servizio da gratuito a pagamento. Un prototipo fu testato nella primavera del 2002, ma non fu mai reso pubblicamente disponibile.

 

 

 

2002 – Napster was here

Il 17 maggio Napster venne acquistato da Bertelsmann AG per 8 milioni di dollari.

Secondo i termini dell’accordo il 3 giugno Napster chiese l’applicazione del Capitolo 11 al fine di mettersi sotto protezione delle leggi degli USA.

Napster was here

Il 2 settembre, un giudice fallimentare bloccò la vendita a Bertelsmann imponendo a Napster di liquidare i suoi asset secondo le disposizioni contenute nel capitolo 7 che regolavano i casi di bancarotta negli U.S.A.

La maggior parte dei dipendenti di Napster venne licenziata e il sito web chiuse affiggendo la scritta: “Napster era qui”.

 

 

 

 2013 – A volte ritornano

Napster riapre i battenti in 14 Paesi europei (in Usa, Regno Unito e Germania già attivo dal 2011) con un servizio a pagamento di musica in streaming.

Rispetto al Napster originale molto è cambiato, l’industria della musica ha rimesso in riga il servizio originariamente sviluppato: ora le canzoni sono offerte in modo assolutamente legale e avallato dalle major e il nuovo Napster dovrà fare i conti con avversari che offrono, o offriranno presto, servizi simili.

Alla pari degli altri, infatti, il servizio offre tutta la musica disponibile in catalogo – 20 milioni di canzoni – per un abbonamento da 10 euro al mese.

I dispositivi tramite cui si può accedere al servizio sono, pc e laptop, smartphone e tablet Apple e Android, sistemi di home entertainment che supportano l’app (al momento solo quelli di Sonos) e per chi possiede una Bmw nuova nuova, anche l’impianto stereo in auto. 

La qualità dei file è buona, 256 kbps, ed è possibile scaricare una playlist per poi ascoltarla quando non si è connessi a Internet. Il primo mese è gratuito.

Il ritardo con cui il nuovo Napster ha riaperto i battenti in Europa è dovuto, oltre ai problemi di sottoscrivere accordi con case discografiche e società che tutelano i diritti degli autori di ogni Paese,  anche alla volontà di nazionalizzare il più possibile il servizio (il che ha richiesto tempo supplementare) da parte di Rhapsody, la società che ha acquisito quel che restava di Napster nel 2011.

Non offriamo al pubblico un archivio musicale – ha dichiarato a Billboard Jon Irwin, amministratore delegato di Rhapsody – stiamo offrendo un grande servizio musicale. Non è sufficiente allestire un jukebox sconfinato e aspettare che gli utenti lo acquistino. È necessario adattarlo alla lingua, i contenuti e le preferenze locali. Quello che è importante in Portogallo non lo è necessariamente anche in Germania.

Le previsioni degli analisti sul mercato di musica online dicono che l’Europa è un mercato in crescita. Le prospettive sono quindi buone ma Napster se la dovrà vedere con due realtà che in Europa hanno fondato il proprio business, come Spotify e i francesi di Deezer, senza dimenticare i servizi di Google e di Apple.

 

 

Curiosità

  • “Really Weird”, davvero pazzesco: è la frase più usata da Fanning durante le sue interviste.
  • “I soldi? Non è per quelli che l’ho fatto, volevo lasciare il segno, esserci anch’io” [S. Fanning].
  • Napster era un software leggero (2 MB).
  • Il numero dei brani condivisi in Napster è arrivato a 900 mila.
  • Fanning indossava sempre un cappellino da baseball.
  • Nel film del 2003 The Italian Job, l’esperto informatico Lyle afferma di essere stato lui il vero inventore di Napster, pertanto si fa chiamare dai compagni “The Real Napster”. Lo stesso Shawn Fanning fa un cameo nella pellicola, nel ruolo del “ladro” che avrebbe rubato l’idea a Lyle.
  • Nel 2004 Parker cominciò a consigliare informalmente i creatori di Facebook, diventandone suo presidente e ricevendo il 7% delle azioni quando nello stesso anno viene fondata.
  • Il periodo in cui Parker collaborò con Facebook è rappresentato nel film del 2010 The Social Network. Parker è interpretato da Justin Timberlake.
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