Phys.org riporta che un team di ingegneri aerospaziali, guidati dal professor Hanspeter Schaub, sta lavorando a fasci di elettroni che utilizzano la forza elettrostatica, attrattiva o repulsiva, per rimuovere i detriti spaziali dall’orbita. Presumibilmente, se il team riuscisse a creare questi fasci, potremmo evitare che la sindrome di Kessler diventi una realtà. La sindrome di Kessler è un fenomeno, descritto dallo scienziato della NASA Donald Kessler, in cui i detriti spaziali nell’orbita terrestre diventano così importanti da ostacolare la nostra capacità di lanciare in orbita satelliti, veicoli spaziali, stazioni orbitali e qualsiasi altra cosa. È un problema grave che potrebbe facilmente diventare lo stato della nostra orbita se non si prendono misure per prevenirlo. Il problema principale dei detriti spaziali è che non è facile eliminarli, poiché gli oggetti nello spazio si muovono rapidamente e in modo imprevedibile. I raggi traenti permetterebbero di spostare detriti e altri oggetti senza doverli toccare direttamente.
I raggi servono anche per rimpiazzare i satelliti nuovi al posto dei vecchi
Un altro esempio dell’utilità di questi raggi è lo spostamento di vecchi satelliti per far posto a nuovi satelliti. Naturalmente, c’è ancora molto lavoro da fare prima che questi raggi traenti possano essere applicati in scenari reali. Per testare la tecnologia, il team utilizza una camera a vuoto chiamata Electrostatic Charging Laboratory for Interactions between Plasma and Spacecraft. La camera a vuoto può simulare un ambiente spaziale e il team può collocare detriti simulati fatti di metallo per sperimentare i trattori elettrostatici. Il modo in cui il raggio traente funzionerà, se la tecnologia avrà successo, è che una navicella di servizio volerà verso il detrito o il satellite abbandonato, lo bombarderà di elettroni per dare al detrito una carica negativa, mentre il velivolo di servizio avrà una carica positiva. In questo modo si creerebbe una forza attrattiva che permetterebbe di spostare lentamente i detriti. Finora, gli esperimenti hanno dimostrato che i raggi potrebbero potenzialmente tirare un oggetto del peso di diverse tonnellate in due o tre mesi.