Con l’arrivo del Coronavirus e i problemi legati alle scorte per quel che riguarda il mercato della tecnologia, sono molte le aziende che si sono trovate ad aumentare i propri pezzi per via della scarsità di risorse reperibili e dei problemi di produzione che si sono presentati. Fra chiusure legate agli impedimenti dei dipendenti e le restrizioni imposte dalle autorità, non si è trattato di certo di una situazione semplice.

Una delle compagnia che però ha avuto modo di aumentare i prezzi di più per via di quanto avvenuto i TSMC, produttore taiwanese che risulta essere assieme a Samsung leader nel settore dei System on a Chip. Mentre si è già parlato dello scorso anno degli aumenti, i quali hanno avuto modo in diversi casi di riflettere sul prezzo finale di consumatori, questa volta anche Samsung si è trovata a dover confermare un incremento dei prezzi per quel che riguarda i chip, con determinate infrastrutture che tra l’altro costeranno un bel più gli altri.

Parliamo dello specifico di aumenti che si aggirano intorno al 20%, ma che obbligheranno quasi tutte le compagnie a rivolgersi comunque a Samsung e TSMC, dato che si tratta degli unici due produttori che si troveranno autorizzare per primi i 3nm. C’è da dire che in maniera alquanto interessante, Samsung aumenterà i costi in maniera più marcata per quel che riguarda le infrastrutture maggiormente vecchie, che richiedono delle tecnologie che diventano via via obsolete. Invece, i produttori che desiderano avere a che fare con la produzione di chip di nuova generazione si troveranno a vedere un incremento dei prezzi minore.

Di sicuro si tratta di una manovra atta a rendere i vecchi processi sempre meno utilizzati, con il mercato dei System on a Chip che si va via via evolvendo, e porterà nel giro di qualche tempo a rendere i nodi con un numero di nanometri minore maggiormente utilizzati in diversi ambiti.