Il Pakistan è nel pieno di una serie di proteste violente guidate dal partito religioso di estrema destra Tehreek-e-Labbaik Pakistan (TLP): per reprimere più efficacemente le sommosse, il Governo ha deciso di sospendere l’accesso ai social media quali Facebook, Twitter, YouTube, Whatsapp e Telegram.

L’oscurazione dei servizi è stata programmata dalle dieci del mattino alle tre del pomeriggio, con lo scopo di offrire il minor spazio mediatico ai contestatori di TLP, estremamente attivi sulla Rete. Si tratta di un estremo tentativo di “mantenere l’ordine pubblico e la sicurezza”, a detta di un ufficiale che ha preferito rimanere anonimo.

Il partito in questione ha approfittato del modo in cui l’establishment ha gestito i rapporti con la Francia per dar sfogo a tutto il suo scontento. Il Presidente francese ha infatti sostenuto nell’ottobre del 2020 che l’Islam sia una “religione in crisi”, mandando su tutte le furie i componenti del TLP.

Gli attriti si sono dunque intensificati il 12 aprile, in occasione dell’arresto preventivo del leader Saad Rizvi, il quale voleva avrebbe avuto l’intenzione di spingere i suoi seguaci a organizzare una marcia atta a chiedere la deportazione dell’ambasciatore francese.

 

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