Dà la carta di credito al nipote di 13 anni per permettergli di acquistare un DLC da 15$ per un videogioco per la Playstation. Poi la scoperta guardando l’estratto conto: il ragazzino in pochi giorni ha speso più di 1.400$. Soldi che Sony Playstation non ha la minima intenzione di rimborsare.
Succede in Ontario, ma non è la prima storia di questo tipo. Probabilmente non sarà nemmeno l’ultima. Non finché i legislatori non interverranno offrendo maggiori tutele ai genitori, sostiene più di qualcuno. Non finché non ci sarà un serio processo di alfabetizzazione sulle microtransazioni nei videogiochi a beneficio di adulti e bambini, aggiungiamo noi.
E, infatti, anche in questo caso il copione si conferma sempre lo stesso: la donna che ha scelto di dare la sua carta di credito alla nipote non aveva la minima idea che si potessero spendere così tanti soldi – senza limitazioni di alcun tipo – all’interno di un videogioco. «Non riesco a capacitarmi di come qualcuno possa ritenere sensato accumulare così tanti soldi con un videogioco. Mia nipote mi ha spiegato che li ha spesi in skin e crediti», ha raccontato a CTV News Toronto la protagonista di questa vicenda da incubo.
Ho parlato con mio nipote, mi ha detto che non si rendeva conto di quello che stava facendo. Pensava che fosse tutto gratis quando ha iniziato a scaricare quelle cose. Non aveva capito che stava addebitando tutto sulla mia carta di credito
CTV News Toronto ha provato a contattare Playstation per conto della donna, cercando di farle ottenere un rimborso. L’azienda ha spiegato di aver indagato il caso specifico ma di non aver riscontrato margini per un rimborso. Stessa storia anche da parte di Visa: è stata la proprietaria della carta di credito ad inserire i dati nell’account PSN del nipote. Non è un caso di frode e non c’è altra alternativa se non quella di pagare il super addebito e fare maggiore attenzione in futuro.
La buona notizia è che poteva andare molto peggio, un bambino di 6 anni ha speso 16.000$ su un gioco di Sonic: