Il Fraunhofer Institute for Material Flow and Logistics ha pensato di velocizzare il trasporto dei pacchi nei magazzini di stoccaggio adoperando dei robot che si muovono a velocità smodate e che non si fermano arrivati a destinazione: si scontrano, letteralmente, contro l’area di deposito, adoperato l’inerzia per eiettare il pacco sulla piattaforma.
I “LoadRunners” sfrecciano alla velocità di 36 Km/h, raccogliendo gli oggetti da trasportare da una griglia pensata appositamente per le loro forme per poi abbandonarli, non senza una certa violenza, a destinazione.
Vederli in azione è bellissimo, sembra di essersi imbattuti in droni reduci dal programma Robot Wars che hanno trovato una seconda vocazione all’interno del settore delle spedizioni. A differenza dei loro avi gladiatori, però, questi macchinari non hanno bisogno di essere pilotati, piuttosto si muovono autonomamente tenendo sempre sott’occhio il pavimento.
Ogni robot controlla la direzione di movimento scattando 400 fotografie al secondo, alla costante ricerca di elementi sul terreno che gli forniscano le giuste coordinate spaziali. Proprio per questo motivo, i LoadRunners non hanno bisogno che i magazzini vengano mappati da cima a fondo con sensori che indichino ogni ostacolo, bastano pochi punti di riferimento e un minimo di coordinazione.
Per evitare che si vada a creare una pila di lamiere fumanti, ogni singolo robot di stoccaggio è infatti dotato di un algoritmo che gli fa adottare dinamiche di sciame, ovvero gli permette di percepire la posizione e la direzione degli altri droni, in modo che possa inserirsi omogeneamente in qualsiasi “branco” in movimento verso l’area di suo interesse.
A questo punto c’è solo da augurarsi che abbiano anche imparato a non investire gli stinchi delle persone.
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