Abbiamo sbirciato in anteprima il nuovissimo horror psicologico next-gen di Bloober Team, The Medium, che arriverà su PC, Xbox Series X/S e su Game Pass il 28 Gennaio. Durante il gameplay, abbiamo fatto quattro chiacchiere con Jacek Zięba, game producer, e Wojciech Piejko, lead game designer, per farci raccontare il più possibile su questo titolo molto atteso.
I creatori di Blair Witch, Observer: System Redux e Layers of Fear, sono pronti a fare il loro salto nella nextgen con un nuovo promettentissimo horror psicologico, The Medium.
Nei giorni scorsi abbiamo potuto vedere in azione Marianne, in un’anteprima di The Medium, la protagonista del gioco di Bloober Team che, per la prima volta, presenterà sul mercato un gioco in terza persona, abbandonando la prima persona che è stata protagonista dei titoli precedenti.
Purtroppo non ho potuto provarlo io stessa in prima persona, ma il fatto di poter finalmente vedere un provato più corposo che si diversifichi dalle poche immagini e video usciti fino a questo momento, è già tanto di guadagnato.
Personalmente, da grande fan dell’horror e amante dei videogiochi (ma poco abile videogiocatrice) ho amato particolarmente i titoli di questa casa di sviluppo e la curiosità per The Medium è stata alta fin dalla presentazione del primo trailer, grazie anche alle suggestive immagini, colori e suoni che mi hanno subito riportato alla mente uno dei titoli cult del genere horror in campo videoludico: Silent Hill.
Non a caso, le musiche di The Medium sono curate proprio da Akira Yamaoka, famoso compositore che ha reso uniche e suggestive le atmosfere del gioco di Konami. Accanto al compositore giapponese troviamo anche Arkadiusz Reikowski, del Bloober Team. I due artisti hanno creato un sound unico e particolarissimo. La musica, infatti, è adattiva. Non cambierà solo a seconda del mondo in cui verrà ambientata l’azione, ma anche in base ai personaggi e creature terrificanti che incontreremo sul nostro cammino; o meglio, sul cammino di Marianne.
Questo il gameplay di 14 minuti visto in anteprima e disponibile da oggi sui canali ufficiali di Bloober Team
Se ad un primo sguardo, tra una palette di colori grigia e un sound nostalgico ed inquietante, l’impressione è quella di tornare a Silent Hill, ci è chiaro dopo pochi minuti di visione del gameplay che The Medium è qualcos’altro, se non qualcosa di più. Mi spiego immediatamente!
In questi mesi abbiamo avuto modo di vedere le solite immagini ed ambientazioni, ma The Medium va ben oltre quell’hotel che ci sembra già iconico e rappresentativo del gioco. Come giustamente precisano il game producer Jacek Zięba e il lead game designer Wojciech Piejko, che abbiamo avuto modo di incontrare – digitalmente – durante la presentazione del gioco:
In questo momento della campagna marketing non vogliamo mostrare nulla, ma vi assicuriamo che il mondo è più grande di quanto si possa immaginare o si possa credere aver visto fino ad ora.
L’hotel infestato non è l’unica ambientazione. Se avete visto solo quella, per adesso, è ovviamente voluto.
The Medium è una detective story dove ci saranno diversi personaggi che incroceranno il cammino della protagonista. Questi personaggi si muoveranno, esattamente come Marianne, su due livelli: il mondo reale e quello spirituale.
Questi due universi sono molto diversi, tanto per immaginario quanto per percezione. Tutto cambia tra questi due mondi, anche il nostro stesso personaggio, i poteri che ha sua disposizione e gli enigmi da risolvere, nonché personaggi, misteriose figure e creature.
Il mondo di The Medium è davvero enorme, ma lo scoprirete passo passo giocando, proprio per dare al giocatore un’esperienza di gioco non solo immersiva ma anche una sensazione di scoperta che snocciolare ora dopo ora di gioco.
E dopo queste dichiarazioni, l’acquolina in bocca non può che essere ancora più grande. Andando per gradi, scopriamo passo passo il mondo di The Medium.
Una medium, due realtà
Come già detto all’inizio, il nostro personaggio di gioco sarà Marianne e, per la prima volta nella storia di sviluppo di Bloober Team, la giocheremo in terza persona. Scelta e cambio molto interessante per una casa di sviluppo che ha puntato sempre tantissimo sull’immersione del giocatore in prima persona.
Chi è Marianne? Marianne è una sensitiva con abilità particolari che le permettono di avere uno sguardo più ampio sul mondo degli spiriti, una realtà parallela alla nostra ma puramente spirituale e ben più terrificante.
Nella demo che ci è stata mostrata, Marianne si aggira tra le stanze abbandonante di un hotel abbandonato a Cracovia. Un luogo consunto dal tempo e distrutto dagli orrori della guerra dove, senza richiedere aiuto agli spiriti, possiamo sentire sulla nostra pelle scorrere la paura, la dannazione e la perdizione delle anime condannate a vagare in un limbo in bilico tra inferno e morte.
Elementi della presenza di bambini e persone che hanno abitato quelle mura, rendono il tutto ancora più suggestivo, destinato ad intensificarsi ancora di più quando Marianne, grazie proprio alla sua percezione che le permette di creare un legame con “l’aldilà”, ha la facoltà di lasciare il suo corpo mortale temporaneamente e muoversi, con lo spirito, in questa terrificante realtà parallela dove i colori sono più scuri, la musica è più teatro e l’odore del marcio e della morte sembra tappare le narici.
Ecco, da questo momento in poi ci rendiamo conto quanto l’uso -e quindi il cambio – della terza persona sia fondamentale per le due realtà presenti all’interno del gioco.
Ovviamente l'”out of body” di Marianne per indagare sui luoghi dove il suo sé del mondo reale non può andare, non è l’unico potere a sua disposizione. Se nel mondo mortale è più indifesa, ma anche meno soggetta a pericoli, molto diverso è il mondo spirituale.
Diverse sono infatti le creature che si potrebbero incontrare in questo mondo. Spiriti benigni (ma inquietanti) incastrati nella realtà parallela del dolore e della dannazione, come per esempio la “Little girl sadness”, una bambina dalla maschera di porcellana sul volto e dal corpo mezzo devastato che, con far infantile, guida Marianne nella sua ricerca; oppure spiriti maligni, ostili e mostruosi come “The Maw“. Si tratta di un’entità senza genere, metafisica. Un’incarnazione intelligente di forti emozioni negative che vuole da la caccia a Marianne tra il mondo degli spiriti e quello… terrestre. Doppiato indovinate da chi? Si, Troy Baker. Era troppo facile, vero!?
Nel mondo terrestre, invece, è sprovvista di poteri ma ha dalla sua il vantaggio che le creature non possono vederla
Per difendersi nel mondo degli spiriti, Marianne può creare scudi energetici e potenti esplosioni spirituali. Nel mondo terrestre, invece, è sprovvista di poteri ma ha dalla sua il vantaggio che le creature non possono vederla, in quanto cieche (e qui potremmo aprire la parentesi su quanto The Last of Us e i suoi clicker abbiano influenzato videogiochi e cinema ma non lo faremo).
Qui entra in gioca una vera e propria fase stealth, nulla di troppo estremo, ma che saprà dare del filo da torcere, e che ci collega ad un altro aspetto interessante del gioco: la mortalità.
Nei giochi horror l’obiettivo non è “semplicemente” finire il gioco, ma finirlo da vivi. E da questo punto di vista il Bloober Team ne sa davvero qualcosa. Nel caso di The Medium Jacek Zięba e Wojciech Piejko vogliono specificare un aspetto importante e che, sicuramente, apre il loro nuovo titolo a molti più giocatori, non necessariamente pro player (grazie, ragazzi!):
I giochi che facciamo non sono troppo complessi. I nostri sono “story driven games” dove emozioni ed atmosfera sono al centro di tutto. Per noi è più importante raccontare la storia piuttosto che che sfidare al massimo il giocatore.
Nel mondo spirituale puoi difenderti, non c’è il rischio dell’instant death. Non lo abbiamo messo per una scelta personale: crediamo molto che all’interno di un horror se vieni ucciso subito – o quasi – dal mostro, gran parte della paura si esaurisce lì. Sai come va a finire e quindi procederai in modo più spinto e audace.
Invece, se la paura ti rimane per tutto il tempo, sarai più cauto, insicuro, timoroso. Dal nostro punto di vista, in questo modo, aumenta il coinvolgimento e quindi avrai più voglia di restare a giocare.
The Medium, il primo horror della nextgen
Per il Bloober Team The Medium sarà una grande sfida. Ricordo che il gioco uscirà il 28 Gennaio su PC, Xbox Series X/S e su gamepass, e sarà il primo horror della nextgen.
Le aspettative, per tanto, non sono poche e la curiosità, soprattutto dopo quanto visto, è ancora più alta. La prima cosa che mi sono chiesta, e che ho chiesto ai miei interlocutori, è stata proprio cosa loro si aspettano da questo gioco e in cosa, per loro, sarà differente – in riferimento anche alla nextgen – rispetto ai loro titoli precedenti.
The Medium è un gioco che girava nella nostra testa già da un po’.
Affermano subito Jacek Zięba e Wojciech Piejko con un sorrisetto soddisfatto sulle labbra.
Possiamo dire senza problemi che questo è il nostro gioco più grande, ed ecco perché ci è voluto del tempo (ed una nuova generazione di console) per poterlo portare alla luce.
Come sviluppatori possiamo dirci cresciuti ed evoluti per ogni gioco che abbiamo creato. The Medium richiedeva una tecnologia altissima per poter renderizzare contemporaneamente due mondi. Quando abbiamo potuto fare affidamento su un supporto tecnologico in grado di rendere reali i nostri sogni, ci siamo lanciati.
Sarà un’esperienza completamente nuova, dove la prospettiva e percezione del giocatore saranno fondamentali, oltre ad aver giocato tantissimo a livello grafico e cinematografico.
Posso, infatti, dire che vedendo le immagini in movimento, a livello cinematografico The Medium lascia piacevolmente sorpresi. L’aspetto che, però, più di tutti mi ha suggestionato positivamente è proprio la possibilità/necessità di giocare su due mondi.
Da questo punto di vista, il gameplay di The Medium è senza ombra di dubbio innovativo. Certo, mi fa anche paura il dover portare avanti un gioco su due mondi in contemporanea senza imprevisti, bug e difetti tecnici inevitabili con una struttura così ambiziosa, ma voglio essere positiva.
Split screen e puzzles
L’aspetto in video dei due mondi è molto semplice: il caro e vecchio split screen. Il vostro schermo si dividerà in due e potrete vedere cosa si intenda davvero per prospettiva e percezione. Il modo di interagire di Marianne e di approcciarsi all’ambiente e personaggi circostanti sarà profondamente diverso, e l’unione tra spirituale e terrestre diventa ancora più intenso.
Infatti, lo spirito non può allontanarsi troppo dal corpo – spesso e volentieri usando come dimensione di passaggio degli specchi – altrimenti il rischio è quello di disintegrarsi. Almeno questo all’inizio del gioco.
La prospettiva è la cosa centrale di questo gioco. Esistere in due mondi allo stesso tempo. Il gioco deve sorprendere costantemente il giocatore. La prospettiva deve cambiare il tuo modo di giocare, approcciarti a quei personaggi e leggerli. Hai due prospettive, sta a te usarle al meglio.
Parlando, invece, di meccanica nuda e cruda, le tipologie di puzzles ed enigmi scelti per The Medium sono diversi e, per quanto visto, anche ben strutturati. Jacek Zięba e Wojciech Piejko ci assicurano che la difficoltà del gioco e degli enigmi aumenta nel corso della storia e che inizialmente sarà tutto più semplice, anche per far comprendere meglio al giocatore le dinamiche di gioco, ma questo sarà tutto da vedere.
L’approccio che abbiamo scelto per The Medium è di tipo “Zelda”: hai diversi poteri ed elementi e devi capire come poterli usare al meglio per poter risolvere gli enigmi che ti si pareranno davanti.
Tutti i puzzle sono progettati per trarne vantaggio dal fatto che puoi cambiare da un mondo all’altro. In pratica, alcuni puzzles risolti all’interno del mondo spirituale vi permetteranno di sbloccare altri elementi nel mondo mortale.
Tra musica ed immagini: l’atmosfera di The Medium
Tutto ciò visto, analizzato e che abbiamo avuto modo di farci raccontare fino a questo punto è molto promettente e suggestivo. Certo, narrativamente parlando le incertezze sono ancora moltissime.
Giustamente il team di Bloober non ha voluto sbilanciarsi troppo, onde cadere nel rischio dello spoiler imprevisto, soprattutto per quanto riguarda la lore di The Medium. Certo è che possiamo aspettarci diversi plot twist e personaggi inaspettati, almeno da come ci è stata raccontata. Non possiamo mettere la mano sul fuoco per quanto riguarda la validità della storia e su come si svilupperà e svolgerà l’intera narrazione, ma sicuramente possiamo confermare che dal punto di vista dell’immaginario e della suggestione, The Medium è potenzialmente una bomba.
Complice il coinvolgimento del grande compositore Akira Yamaoka, che ha collaborato con Arkadiusz Reikowski, The Medium ha un’atmosfera immediatamente riconoscibile, andando ben oltre le suggestioni che possono ricordare Silent Hill, il che non è roba da poco.
Il lavoro di Yamaoka e Reikowski, sebbene a distanza, punta a creare una colonna sonora che non solo rende esattamente l’intenzione, il mood del mondo creato da Bloober Team per The Medium, ma che risponde alle intrusioni, passaggi dal mondo terreno a quello spirituali, personaggi e creature, dando un tipo di esperienza sicuramente più intensa e coinvolgente al giocatore.
Inoltre ciò che rende The Medium, allo stato attuale, un gioco dall’immaginario diverso con creature e personaggi che non si ispirano a nulla di quanto è stato già creato in passato nel mondo videoludico, cinematografico e letterario, è l’influenza dell’artista polacco Zdzisław Beksiński.
I mondi distopici e surreali di Beksiński sono la materia prima da cui si è attinto per creare The Medium. La mostra ospitata in Polonia dell’artista – visitata dallo stesso Yamaoka per comprendere completamente l’intenzione delle atmosfere del gioco – si basa su un percorso al buio fatto di sensi ed emozioni, dove le sole luci sono quelle poste sotto i quadri per illuminare l’opera.
Il visitatore viene portato a compiere un viaggio in un limbo terrificante ma al tempo stesso intrigante ed esoterico, accompagnato da una musica d’ambiente capace di rendere il tutto ancora più inquietante e realistico. Non sarà la stessa cosa, ma potete provare a dare un’occhiata attraverso la galleria virtuale.
Viste queste premesse dall’anteprima di The Medium, possiamo aspettarci davvero un’avventura horror memorabile
Viste queste premesse dall’anteprima di The Medium, possiamo aspettarci davvero un’avventura horror memorabile tanto per gli appassionati del genere quanto per gli amanti delle story driven games, immergendoci nel mondo di Marianne e in quello terrificante del The Maw e delle creature che lo abitano.
Ma prima di averne una vera e propria conferma, dovremo tutti aspettare il 28 Gennaio.