La recensione di Castlevania 3 ci porta nuovamente in viaggio nella Valacchia tra demoni, vampiri e forze del male. Ritroviamo i personaggi principali di questa saga, ma assistiamo anche ad una rivincita dei personaggi secondari, pronti a scendere in campo mescolando completamente le carte in tavola. Dal 5 Marzo disponibile su Netflix.
In trepidante attesa come una bambina, finalmente posso tornare a parlarvi di Castlevania con la recensione di Castlevania 3, la terza stagione della serie animata di Warren Ellis, basata sull’omonimo franchise di fine anni ’80 di Konami, in particolar modo su Castlevania III: Dracula’s Curse, il terzo episodio della serie.
Da oggi 5 Marzo arriva la terza stagione di Castlevania su Netflix, regalandoci nuovi dieci episodi tra i 20 e i 30 minuti, che però segnano un momento di transizione, assestamento e nuova disposizione delle carte in tavola.
Gli eventi di Castlevania 3 prendono piede direttamente dalla fine della seconda stagione: Dracula è morto per mano del suo stesso figlio, Alucard, che adesso veglia in solitudine sul castello ed eredità del padre; Trevor Belmont (ultimo discendente della grande dinastia dei Belmont, famosi cacciatori di demoni e vampiri) e la parlatrice Sypha Belnades sono nuovamente in viaggio, finendo nel villaggio di Lindenfeld dove qualcosa di terrificante sta accadendo nelle viscere della Chiesa dopo l’attacco di bestie infernali; Carmilla torna a Stiria, trascinando con se Hector, dalle sue tre sorelle, carica di rancore e assetata di vendetta, pronta per assestare un nuovo e micidiale colpo che segnerà il suo predominio su tutta l’Europa dell’Est; il mastro fabbro Isaac, sebbene sentendosi tradito dal gesto di Dracula, ma avendolo compreso con il senno di poi la natura di tale gesto, decide di portare comunque avanti la missione del suo maestro: l’epurazione della razza umana.
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Tanta carne sul fuoco quella per Castlevania 3 che, come potevamo prevedere, inizia con un ritmo piuttosto moderato. I primi episodi sono un bilico tra l’epilogo della seconda stagione e il prologo della terza. Si prende giustamente i suoi tempi, ci spiega come sono collocati i personaggi, ce ne introduce di nuovi e, soprattutto, ci fa comprendere come le pedine poste fino a questo momento sulla scacchiera cambieranno presto il loro assetto.
Interessante è il capovolgimento di ruoli a cui possiamo assistere fin da subito. I personaggi principali
Interessante è il capovolgimento di ruoli a cui possiamo assistere fin da subito. I personaggi principali, in questo caso Alucard, Trevor e Sypha, diventano più personaggi di contorno; o meglio, non si indugia tanto su di loro, vedendoli spesso e volentieri per una manciata di minuti ad episodio. Un ruolo più dominante l’ottengono i personaggi secondari come appunto Carmilla e l’introduzione delle sue tre sorelle vampire, le quali avranno un ruolo fondamentale e centrale in questo nuovo arco narrativo che prenderà forma di episodio in episodio. In modo particolare la più giovane e, apparentemente, più innocua delle tre: Lenore.
Lenore sarà, infatti, un personaggio chiave, astuta e calcolatrice. Serve, verso gli ultimi episodi di Castlevania 3, un assist veramente interessante. Un colpo di scena non così aspettato che, sicuramente, sarà il punto di svolta per un nuovo tipo di percorso che andrà a prendere la sua forma completa in quella che sicuramente sarà una quarta stagione.
Tra i nuovi personaggi introdotti troviamo anche Zumi e Takka, due giovanissimi cacciatori di vampiri alla ricerca di Alucard per imparare tutti i trucchi in fattor di combattimento e arti magiche per poter salvare il proprio popolo. Vinto dalla solitudine e dalla disperazione interiore, che ci aveva regalato uno dei momenti più belli, tragici e ricchi di poesia a fine della seconda stagione, Alucard abbassa la guardia e decide di divenire mentore dei due. Ma quanto potremmo realmente fidarci?
E focus interessante lo prende anche Isaac, uno dei protagonisti principali di questa terza stagione. Assieme ad Isaac compiamo un viaggio tra metafisica, fede, filosofia, esoterismo ed… etica. Si, l’etica di un uomo in continuo dissidio interiore, sebbene molto abile nel mascherarlo. Isaac ci regalerà i momenti più dinamici e avvincenti della stagione che, come potente già immaginare, rispetto alla precedente ha ben pochi combattimenti.
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In questa terza stagione possiamo notare fin da subito, migliorando ciò che già era stato migliorato nella seconda stagione, un perfezionamento dell’animazione, tanto nei movimenti dei personaggi quando nella definizione del character design di questi. Sicuramente questo aspetto è da sempre stato uno dei più criticati per quanto riguarda questo titolo; eppure, più passa il tempo, più questo stile sembra essere assolutamente perfetto per il tipo di tematiche, argomenti e personaggi. Duro e spigoloso.
La terza stagione decide di prendersi il suo tempo
Se Castlevania 2 si svolgeva per lo più in un marasma di combattimenti, scene avvincenti, sangue e violenza; la terza stagione decide di prendersi il suo tempo, sferrando i veri colpi ricchi d’azione e combattimenti intorno alla fine. Il climax sicuramente è tutto un divenire, ma è ben chiaro che la missione di fondo di questa terza stagione, che potremmo quasi definire di passaggio (seppur necessaria), è quella di gettare le basi di un nuovo e solido arco narrativo. Un arco che vedremo splendere – o almeno si spera – in tutta la sua magnificenza nella quarta stagione.
Se credevate che dopo la seconda stagione di Castlevania, andare avanti senza Dracula sarebbe stato inutile, vi sbagliavate.
Certo, inizialmente la mancanza del conte si farà sentire, e il cambio di ritmo potrà farvi storcere indubbiamente il naso – come è successo alla sottoscritta – ma date tempo al tempo. Le guerre non si combattono e vincono andando unicamente di pancia. Bisogna avere un piano, creare una strategia, assicurarsi che questa possa funzionare con le varie ipotesi del caso e far scendere in campo le proprie pedine, solo dopo quel momento la guerra potrà avere inizio. E quella promessa da Castlevania 3 sembra essere la più brutale, feroce e sanguinosa alla quale abbiamo mai assistito.
Un nuovo arco narrativo ci viene posto davanti, gettando le premesse di una storia ancora più interessante
In conclusione della recensione di Castlevania 3, possiamo dire che ci troviamo di fronte ad una stagione di assestamento, che si riserva di mostrare i veri frutti della sua semina per la quarta stagione. Un nuovo arco narrativo ci viene posto davanti, gettando le premesse di una storia ancora più interessante. Sebbene le scene d’azione siano ridotte all’osso, la stagione riesce comunque ad essere incalzante ed avvincente, episodio dopo episodio, regalandoci nuovi colpi di scena e carismatici personaggi da scoprire e approfondire. I misteri irrisolti non mancano ancora, e sebbene un po’ di amaro in gola resta sempre per la brevità di queste stagioni – che fortunatamente negli anni è migliorata moltissimo – Castlevania si conferma essere un prodotto estremamente godibile e tra le pochissime trasposizioni tratte da un videogioco degne di essere viste ed amate.