L’inverno sta arrivando e con esso anche A Song of Ice & Fire: Tabletop Miniatures Game, il wargame che più piacerà ai fan de Il Trono di Spade. Schierate i Lupi contro i Leoni, la Lunga Notte è vicina!
Cool Mini or Not ha messo a segno un altro grande successo su Kickstarter nell’estate del 2017, portando a casa quasi un milione e settecentomila dollari con la campagna per finanziare A Song of Ice & Fire: Tabletop Miniatures Game, oltre cinque volte il traguardo minimo per incassare i fondi.
Ora anche noi poveri mortali ritardatari possiamo godere di questo bestione, con le sue 103 miniature e la scatola imponente. Ma queste caratteristiche basteranno a sfondare nel mondo assetato di sangue dei giochi di miniature?
Lord Wallet, CMON send their regards…
L’ambientazione vi sarà familiare, a meno che non abbiate deciso di vivere sotto un sasso negli ultimi otto anni o che siate un eremita appena giunto da un decennio di isolamento sul K2.
Per chi non lo sapesse, Westeros è l’ambientazione low fantasy (grim fantasy? dark fantasy?) dove si svolgono le vicende trattate nella saga letteraria de Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco e della celeberrima serie tv Il Trono di Spade.
Westeros è divisa in sette regni governati da un unico sovrano ed il gioco di miniature ci catapulta nel bel mezzo della guerra dei 5 re, una lotta sanguinaria per decidere chi dovrà sedere sul suddetto Trono. Non vi serve sapere altro, se non che guardare Il Trono di Spade è un obbligo morale.
Quando ho aperto il baule che contiene questo gioco (non è un gioco da monolocale, nella scatola ci si potrebbe tranquillamente chiudere un cavallo di medie dimensioni) non sapevo davvero che aspettarmi.
Avevo seguito di sfuggita la campagna Kickstarter e l’unica cosa che ricordavo era “belle miniature, movimento con i piedistalli alla Runewars”… che sorprese poteva riservarmi un simil wargame che pareva puntare soprattutto su una proprietà intellettuale di spicco come Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco?
Una letta veloce al manuale mi ha fatto cospargere il capo di cenere ed inginocchiare sui ceci.
Le meccaniche di base sono davvero immediate: ogni unità è composta da 12 miniature rappresentanti la tipologia di soldati appartenenti ad essa (questo numero è inferiore nel caso di cavalleria oppure creature).
La partita dura 6 round, con turni alterni tra i giocatori che attivano una unità ciascuno fino ad averle attivate tutte.
Alla fine dei 6 round, il vincitore è chi ha conquistato più Punti Vittoria.
Se l’idea dei Punti Vittoria in un gioco di miniature di questo tipo non è certo nuova, A Song of Ice and Fire ci ricorda che nel mondo di Westeros non basta uccidere più nemici per aver vinto.
Il manuale infatti include cinque diverse modalità di gioco, ognuna delle quali ha regole peculiari riguardo al guadagnare i Punti Vittoria, e nella maggior parte dei casi l’uccisione dei nemici non è tra queste. Nel gioco del trono uccidere è un mezzo, non lo scopo.
Le cinque modalità sono:
- Il Gioco del Trono: vengono posti dei segnalini obiettivo, ognuno dei quali fornisce un bonus diverso. Si guadagna un punto vittoria per ogni segnalino controllato alla fine di ogni round.
- Lo Scontro dei Re: si lotta sempre per il controllo di alcuni obiettivi, tuttavia non tutte le forze sono presenti in campo all’inizio ed arrivano in determinati round. Un bonus ai punti vittoria viene guadagnato uccidendo il comandante avversario.
- Tempesta di Spade: un giocatore prende il ruolo del difensore di un castello ed ha il ruolo di resistere fino al sesto round, mentre l’avversario è in una lotta contro il tempo per battere i difensori.
- Il Banchetto dei Corvi: ogni volta che un’unità fallisce una prova di Morale, riceve un segnalino che gli avversari trasformeranno in un punto vittoria quando la elimineranno.
- I Venti dell’Inverno: i giocatori hanno obiettivi segreti in mano che gli permettono di guadagnare punti soddisfacendo determinate condizioni.
Il movimento e l’attacco hanno bisogno di un paio di giri di rodaggio ma poi si riescono ad applicare in maniera abbastanza istintiva. Il movimento funziona semplicemente muovendo il piedistallo delle miniature in parallelo con il righello fornito, fino ad un massimo di pollici pari alla velocità dell’unità indicata sulla sua carte.
È possibile anche marciare (muovendosi fino al doppio della velocità ma rinunciando alla rotazione iniziale che permette di cambiare direzione) o caricare (un movimento che comporta un tiro di dado. In caso di risultato negativo darà dei malus invece che dei bonus).
Anche l’attacco è intuitivo: si lancia un numero di dadi predefinito per ogni unità e che varia in base a quante miniature sono rimaste sul piedistallo, simulando la forza di un plotone che va a diminuire man mano che subisce perdite. Ogni unità ha un determinato valore di attacco ed ogni dado lanciato che presenta un valore pari o superiore è un colpo messo a segno.
Il difensore tira un dado per ogni colpo subito e previene una ferita per ogni tiro pari o superiore al valore di scudo dell’unità in difesa; ogni insuccesso comporta una ferita che nella maggior parte dei casi equivale all’eliminazione di una miniatura dall’unità.
Se l’unità subisce perdite deve fare un tiro Panico per vedere se oltre alle perdite per i feriti si ritrova ad avere anche perdite per i disertori. Altra caratteristica peculiare di A Song of Ice and Fire è la presenza di personaggi detti Non Combattenti.
Queste miniature (nella scatola troviamo Catelyn Tully e Sansa Stark per il nord, mentre i Lannister sono supportati da Cersei e Tyrion) rappresentano personaggi dalla grande influenza che pur non combattendo possono far girare le sorti della battaglia in un verso o nell’altro.
Non sono schierati in campo ma forniscono bonus o malus venendo schierati su una tabella dedicata. Ogni giocatore ha in mano delle carte tattica che attivate al momento giusto possono aiutarlo o mettere i bastoni nelle ruote all’avversario, ed esse variano in base a chi prende il comando del nostro esercito nella nostra scelta di schieramento iniziale.
Insomma, c’è molta carne al fuoco,
e nella scatola base ci sono abbastanza miniature da fornire un’esperienza completa e variegata, con diverse possibilità di personalizzazione; per entrambe le armate ci sono combinazioni di personaggi che cambiano in maniera significativa la nostra strategia anche con la stesso schieramento.
In the game of mini,
you win or you die
Un sistema di gioco molto fluido e facile da imparare però non basta da solo per conquistare i cuori degli appassionati di miniature, c’è bisogno anche di una componentistica all’altezza.
Cool Mini Or Not lo fa capire già dal nome che per loro le miniature sono una priorità e A Song of Ice and Fire ne è la prova lampante; non è certo una critica alle ottime illustrazioni, sullo stesso livello di quelle de Il Trono di Spade LCG, ma ovviamente le miniature sono le stelle di questo show.
Innanzitutto, c’è il lavoro certosino che è stato svolto con G.R.R. Martin per fare in modo che le miniature fossero il più possibile vicine ai personaggi come sono rappresentati nei libri; non troverete quindi il vostro personale mini Nicolaj Coster-Waldau nella scatola, cosa che potrebbe forse deludere i fan dello show ma che delizierà i patiti della saga letteraria.
Le miniature sono di ottima fattura: CMON ha usato plastica di qualità e si vede dalle spade e dalle alabarde, rigide ed inflessibili più di Stannis, invece che afflosciate e deformate come capita spesso in altri prodotti.
Sono inoltre ricchissime di dettagli; me ne sono innamorato definitivamente quando mi sono accorto che, ad esempio, nel punto di congiunzione tra l’elsa e la lama della spada del capitano delle guardie Lannister c’è intagliata una piccola testa di leone oppure che le bandiere dei due schieramenti puntano in avanti per gli Stark ed indietro per i Lannister in modo che quando sono faccia a faccia appaiano mosse insieme dal vento.
Non ho ancora potuto dipingerle, ma la quantità di rilievi e scanalature fanno pensare a delle miniature perfette anche solo con una goccia di wash.
L’attenzione e la cura con cui sono state scolpite queste meraviglie ci ricorda perché CMON rimane uno degli attori leader nel mercato dei giochi di miniature, insieme a Fantasy Flight Games e Games Workshop. Proprio quest’ultimo confronto è un paragone che diventa davvero importante.
I giochi di miniature non sono bestioni esattamente economici.
Il set base di A Song of Ice and Fire recensito in questo articolo si aggira tra i €135 ed i €150 su Amazon, con molte espansioni attualmente disponibili solo in inglese, ma che inizieranno ad essere pubblicate in italiano da gennaio 2019.
L’aspetto economico è importante, dato che difficilmente è possibile per qualcuno pensare di stare al passo con tutte le espansioni di tutti i giochi di miniature, a meno che non decida che due reni in effetti sono un po’ tanti.
Facendo il confronto con i giochi di miniature fantasy potremmo pensare di parlare per Games Workshop di Age of Sigmar mentre per FFG del già citato Runewars.
I Wargamers pagano sempre i loro debiti. E ne hanno un sacco.
Se fare paragoni con Age of Sigmar forse è inadeguato (il costo per miniatura del set base Guerra delle Anime è ampiamente superiore, ma c’è una qualità nelle miniature ed un tipo di supporto a livello di eventi che difficilmente A Song of Ice and Fire riuscirà ad eguagliare), Runewars è invece il candidato perfetto.
Costo per miniatura del set base molto simile (fatto salvo che le miniature del set base di Runewars sono la metà), meccaniche per certi versi paragonabili, soprattutto a livello della modalità di movimento, stessa casa di distribuzione italiana, Asmodee. In un paragone diretto tra questi due, senza ombra di dubbio metterei come vincitore A Song of Ice and Fire.
C’è un investimento non indifferente, ma la quantità di gameplay dentro l’elegantissima bara targata CMON è fuori misura rispetto a Runewars, che si premura di ricordare nel suo set base che bisogna adottare delle regole speciali per giocare solo con esso. Stark contro Lannister no, fornisce un’esperienza da 30 punti (il gioco supporta da 30 a 50 punti di miniature) che lascia anche un margine per la personalizzazione del nostro esercito, il tutto dovendo includere nel prezzo la non proprio economica licenza per utilizzare l’ambientazione di G.R.R. Martin.
Non posso in fede terminare questa recensione senza nominare due aspetti che mi hanno convinto poco.
Si tratta di piccolezze rispetto a quanto mi è piaciuto questo gioco, sia chiaro, ma per correttezza vanno dette. Innanzitutto, la meccanica del Panico merita una revisione o perlomeno una FAQ.
Nelle mie partite di prova utilizzare Cersei (un malus di -2 ai tiri di Panico di una unità avversaria) spesso era il modo per stroncare un nemico forte e fuori portata, facendogli subire senza modo di replicare una gran quantità di ferite.
Avrò sbagliato io ad applicare qualche regola? In internet non ho trovato nulla che mi contraddicesse, ma resto aperto alla possibilità. Il mio secondo cruccio è una questione forse idiota, ma che mi angustia spesso: perché nel 2018 ancora non viene messo lo schema di come si risistemano le miniature nella scatola per un gioco dove ne sono presenti più di 100?!
La stessa CMON lo fa per i giochi della serie Zombicide, perché non sia standard non lo so, ed in un gioco con così tanti componenti diventa tedioso smontare il campo di battaglia. Se è una mossa per convincermi a fare più partite di fila, davvero non era necessaria..
Questa recensione si è fatta anche più lunga di quanto pensassi ed è ora di tirare le somme: A Song of Ice and Fire è un acquisto che vale la pena di fare? Se il budget ve lo permette e cercate un gioco di battaglie fantasy la mia è una sincera ed assoluta raccomandazione.
Il gioco è bello da vedere quanto da giocare, e non troverete in giro un’esperienza wargame fantasy così completa e variegata a livello di componenti, meccaniche e contenuti.
Se siete incuriositi dal mondo dei wargame e non volete uno starter set che debba per forza essere integrato per poter essere giocato con un amico, questo è il gioco per voi.
Se vi piacciono Il Trono di Spade e le battaglie campali o gli assedi, questo è il gioco per voi. Se adorate dipingere le miniature e volete un gioco che ne contenga una vagonata di ottima fattura e (relativamente) a buon mercato, questo è il gioco per voi.
Se però siete dei boardgamers dal budget ristretto, prima di premere il grilletto ci penserei due volte; €150 sono circa cinque giochi di taglia media e prima di fare un investimento di questo tipo farei una riflessione sui vostri compagni di gioco abituali e su come questo imponente gioco da 2 giocatori si potrebbe inserire in questo contesto. Per tutti gli altri, fuori le spade dal fodero, Portafoglio Morghulis!
- Miniature di ottima fattura
- Meccaniche abbastanza facili ma ricche di strategia
- Ambientazione trasposta fedelmente
- Rapporto tra contenuto e costo in linea con altri wargame, nonostante la necessità di utilizzare la licenza
- Alcune meccaniche lasciano dubbi su una errata interpretazione o uno sbilanciamento effettivo
- Qualità dei dadi non in linea con il resto del prodotto
- Persa l'occasione di facilitare setup e teardown con un semplice schema
- Prezzo sopra la media rispetto ai boardgame in generale, merita una riflessione prima di compiere l'investimento