Recensione Pandemic Legacy season 0: caccia alla spia nel pieno della guerra fredda

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Fare una recensione di Pandemic Legacy Season 0 è un impegno non da poco, perchè significa parlare di un capitolo di un fenomeno editoriale che ha pochi pari nel panorama dei giochi da tavolo. Come Ticket to Ride e Coloni di Catan, la serie Pandemic è diventata un nome conosciutissimo nell’ambito boardgame e risulta essere uno dei primi acquisti di chi si affaccia a quest’hobby, con tantissime versioni adattate ai temi più disparate (qualcuno ha detto Pandemic Cthulhu?).

La serie Pandemic Legacy, arrivata con Season 0 al terzo capitolo, è una reinterpretazione di questo grande classico che ci cala in una appassionante storia che fa evolvere il gioco con ogni partita. Non c’è due senza tre o Season 0 ormai sa di minestra riscaldata?

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Spie, furgoni ed infezioni

Le meccaniche di base che illustreremo nella recensione di Pandemic Legacy Season 0 non sembreranno molto innovative a chi già è familiare con il gioco base, ma per evitare spoiler eviteremo di parlare di tutte le novità che vengono introdotte partita dopo partita dal sistema legacy.

Pandemic Legacy Season 0 è (come si può intuire dal titolo) un gioco legacy, cioè un gioco da tavolo dove durante ogni partita vengono alterate in maniera permanente delle componenti, andando ad influenzare in maniera importante le partite successive. In Pandemic Legacy Season 0 le partite che si possono giocare vanno da un minimo di 12 ad un massimo di 24 (fallire una partita ci concederà di riprovare lo stesso scenario un’altra volta), dove ogni partita rappresenta un mese dell’anno 1962, all’apice della Guerra Fredda.

Pandemic Legacy Season 0 infatti ci vedrà vestire i panni di un gruppo di studenti di medicina assoldati dalla CIA per combattere la minaccia sovietica. Il gioco è un cooperativo dove 1-4 giocatori dovranno giostrarsi tra la medicina e l’arte dello spionaggio per cercare di risolvere il mistero del fantomatico patogeno Medusa, che sembra essere un’arma batteriologica sovietica dal potenziale devastante.

 

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Il terzo capitolo della saga nasconde chicche per gli appassionati ma è giocabile interamente da chi non ha provato le altre stagioni

 

Le meccaniche di base ricordano quelle di tutta la serie Pandemic: ogni giocatore ha un ruolo con dei poteri speciali e durante il suo turno può spostarsi sul tabellone di gioco che rappresenta il planisfero per compiere delle azioni, con lo scopo di completare gli obiettivi rivelati ad inizio partita ed al contempo limitare l’infezione. Fatte le 4 azioni del proprio turno, il giocatore riempie la sua mano (pescando carte utili per poter svolgere le proprie azioni oppure se il fato lo vuole le temibili carte Escalation) e poi pesca le carte Minaccia, che spargeranno comunisti in ogni dove.

Infatti in Pandemic Legacy Season 0 non dovremo debellare malattie che spargono focolai in giro per il mondo bensì scovare agenti sovietici e…farli sparire. Al posto dell’azione di cura presente in Pandemic potremo infatti rimuovere un agente sovietico dalla città dove ci troviamo o addirittura creare un furgoncino carico di agenti della CIA che sarà in grado di ripulire un’intera città. Noi siamo solo studenti di medicina, in fondo, ed il lavoro sporco è meglio lasciarlo ad altri.

Ripulire gli agenti è importante quanto raggiungere gli obiettivi che ci vengono presentati in ogni scenario. Se ci dovessero essere più di tre agenti in una città, infatti, dovremmo piazzare un segnalino incidente che a fine partita ci farà porre un adesivo sorveglianza sulla città, rendendola più pericolosa e rendendo il nostro lavoro più difficile. Finiti i segnalini Agente, i segnalini Incidente o il mazzo di carte, la partita finisce con una sonora sconfitta per noi se non avremo completato nessun obiettivo. In quel caso potremo ripetere il mese in quesitone e ritentare la nostra fortuna. Se invece avremo completato un obiettivo porteremo a casa un successo parziale mentre completare entrambi gli obiettivi porta a termine immediatamente la partita e ci fa guadagnare un successo pieno.

Queste regole, come buona norma dei giochi legacy, sono ovviamente destinate a cambiare. Dopo ogni partita i nostri successi o i nostri fallimenti andranno ad influenzare il tabellone che ci troveremo davanti nelle partite successive e non mancheranno regole aggiuntive, modifiche a meccaniche base e grossi colpi di scena. Ovviamente di questo non racconteremo nulla, per una recensione a prova di spoiler.

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Niente dice “noir” come un effetto finta pioggia in bianco e nero

Dalla Russia con amore

Ammetto candidamente di non essermi mai approcciato ad un gioco della serie Pandemic Legacy prima d’ora. Ho avuto modo di provare altri giochi legacy (primo fra tutti Gloomhaven, che si è portato via il mio cuore) ma la saga che ha reso “mainstream” questa tipologia di boardgame ancora mi mancava.

L’esperienza che ne deriva è qualcosa che ogni appassionato di boardgame dovrebbe provare una volta nella vita. L’emozione di vedere la storia che si evolve, le carte che vengono strappate quando non più utilizzate, le palpitazioni quando si sa che le conseguenze di un fallimento riverbereranno nelle partite successive sono davvero irriproducibili.

Ho trovato Pandemic Legacy Season 0 più difficile della sua controparte non legacy. Gli agenti sovietici non vanno ad infettare le città vicine come i cubi malattia, ma sono tosti da rimuovere ed i segnalini incidente sono pochi. Spesso ci è capitato di passare da “tutto va abbastanza bene” a “se peschiamo la carta sbagliata abbiamo perso” nel giro di mezzo turno e la cosa chiaramente ci ha tenuto sempre sulle spine.

Le meccaniche filano lisce e anche coi twist che si scoprono man mano, non diventano mai troppo difficili da gestire. Il lavoro che c’è dietro è notevole e si vede che questo terzo capitolo arriva dopo anni di esperienza che è stata accumulata con i diversi capitoli, con ogni fronzolo inutile a livello regolistico limato via ed incastrato alla perfezione all’interno di una storia gradevole ed appassionante.

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Tutto il materiale grida “spy story” a gran voce

Non si può fare una recensione di Pandemic Legacy Season 0 senza citare tuttavia alcune pecche. Se da una parte la maggior parte dei materiali sono ottimi, un difetto considerevole sono i simboli da grattar via di ogni passaporto (finti documenti che raccolgono i progressi dei personaggi e dei loro alias nel corso della storia). Quando uno dei nostri personaggi si ferma in una città con simboli sorveglianza senza che ci sia una casa sicura, infatti, dovremo rimuovere una di queste “vite” dal passaporto corrispondente, rivelando il simbolo sottostante che ci darà delle penalità.

Tuttavia, grattar via la patina senza distruggere il passaporto è davvero difficile e nel nostro caso abbiamo dovuto far riferimento ai forum di BoardGameGeek per poter sapere quali accolli ci stavano piombando addosso. Un vero peccato, che in un gioco dove ogni mossa è definitiva è una scocciatura non da poco.

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Grattare quei pallini argentati non è facile, garantito

Altro dettaglio che non piacerà a tutti è l’estrema facilità con cui gli incidenti si concatenano. Se, come sottolineavo prima, aumenta il livello di tensione l’essere consapevoli di essere spesso ad una mossa di distanza da un fallimento totale, d’altro canto l’estrema volatilità delle conseguenza degli Incidenti è spesso frustrante: le conseguenze sono abbastanza dicotomiche, con molti incidenti che saranno ininfluenti nei loro effetti particolari ed alcuni incidenti che invece vi rovineranno del tutto la partita.

 

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Pandemic Legacy: Season 0
Recensione di Giacomo Trevisan

Tirando le somme al netto di alcuni angoli da smussare, Pandemic Legacy Season 0 conferma l'ottima impressione che ce lo aveva fatto inserire nella Top 10 del 2020. Ci ha conquistato un sistema rodato e che fila liscio come l'olio, unito ad una storia coinvolgente ed appassionante soprattutto per chi ama il genere spy-thriller. Strappare carte non è mai stato così soddisfacente!

ME GUSTA
  • Esperienza coinvolgente ed appassionante
  • Meccaniche oliate da anni di perfezionamento
  • Materiali per la gran parte ottimi...
FAIL
  • ...se non per i passaporti, che hanno elementi che rendono difficile non rovinarli per errore
  • La concatenazione degli incidenti va dall'essere ininfluente all'essere troppo punitiva
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