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[url=http://it.wikipedia.org/wiki/Silent_Hill_(videogioco)]Silent Hill[/url] faceva veramente paura. Non provocava semplice brivido, non sorprendeva con un banale spavento. Terrorizzava, angosciava, ci poneva di fronte ai nostri peggiori incubi. Il suono della radio che aumentava all’avvicinarsi della minaccia, il freddo dell’ambientazione della cittadina, la costante minaccia della nebbia e della tenebra. E il mondo parallelo, così organico e arrugginito, decante e folle come la mente del protagonista che, mano a mano, scendeva nella propria apocalisse esistenziale senza speranza alcuna.

Sui mostri, poi, ci sarebbe da aprire un intero capitolo: tutti erano terrificanti, distorti, minacciosi e dannatamente letali. Tutti, tranne uno.

Parlo del [b]Larval Stalker[/b], uno spiritello che di tanto in tanto sbucava fuori all’improvviso nel costante peregrinare del protagonista. Non attaccava, non feriva, nemmeno si avvicinava: semplicemente camminava, senza una direzione precisa e poi, beffardo, scompariva a seguito di una risata derisoria.

Descritto in questo modo, il Larval Stalker parrebbe una minaccia di poco conto, incapace di incutere il benché minimo timore nei confronti del giocatore. Ma non è così.

Immersi nel buio delle ambientazioni, in una stanza dalle dimensioni ridotte, con la radio che all’improvviso impazzisce in uno stridio acutissimo, non si può che essere preda del terrore, quello puro. Immediatamente, senza riuscire a rintracciare la provenienza della minaccia, si spara all’impazzata nel disperato tentativo di colpire il proprio nemico prima che sia lui a ghermire noi. I colpi, innumerevoli, finiscono col cadere nel vuoto, senza che il pericolo diminuisca, senza che la radio si zittisca. Si fugge allora, all’impazzata, senza una direzione, senza una logica.

E poi appare lui, davanti a noi. Ride di gusto, scompare nel nulla. Un grande senso di vuoto ci opprime. Ci rendiamo conto solo in quell’attimo cosa significhi veramente la parola incubo.

[b]La paura più grande, quella vera, la si prova immaginando, non guardando.[/b]