Abbiamo letto Resistance Reborn, il nuovo libro di Star Wars dedicato a fare da ponte tra The Last Jedi e The Rise of Skywalker. L’epilogo ha inizio.

Vedere Star Wars solo nella sua dimensione cinematografica è una visione almeno limitante di un franchise in grado di estendersi non solo al di fuori della finzione, ma anche tra i diversi medium dell’intrattenimento. Il canone di Star Wars è sì una lunga saga di film interconnessi, ma anche un abisso infinito di romanzi, fumetti, serie animate (ora pure live action) e videogiochi. 

Nonostante l’intervento di Disney per mettere ordine in una mole di informazioni che sotto la gestione di Lucas aveva fiorito con poco controllo, l’esplorazione del nuovo canone della serie rimane comunque una sfida tanto stimolante quanto non semplice da affrontare, vista la costanza richiesta in periodi molto diluiti.

All’interno di questo quadro si piazzano i singoli percorsi volti ad introdurre e approfondire le singole uscite maggiori, come già accaduto ad esempio con la notevole e ricchissima trilogia cartacea di Aftermath, che finalmente metteva dei punti fermi nella confusione seguita alla Battaglia di Endor, facendo la quadra con i fatti di The Force Awakens. 

Star Wars: Resistance Reborn assume circa lo stesso ruolo con le stesse modalità, prendendo le fila immediatamente dopo il disastro prima della fuga da D’Qar, poi della Battaglia di Crait nelle ultime battute di The Last Jedi, con una Resistenza ormai ridotta ad una manciata di membri.

Prima di affrontare ancora una volta Palpatine e la minaccia di Kylo Ren, il gruppo guidato da Leia Organa deve innanzitutto trovare un punto di partenza per ricostruire, senza alcun alleato su cui contare e solo con la luce della speranza, che in Star Wars è sempre un qualcosa da non sottovalutare. 

Il romanzo di Rebecca Roanhorse è una porta a The Rise of Skywalker, capitolo conclusivo dell’arco narrativo iniziato nel ‘77.

Una doverosa precisazione: per il momento Resistance Reborn non è ancora disponibile in lingua italiana e, se dovessimo scommettere, la localizzazione non è certo destinata ad arrivare in tempi brevi. Noi ne abbiamo letto la versione originale in lingua inglese, pubblicata da Del Rey Books.

 

 

Dopo l’epilogo di The Last Jedi, la Resistenza è in ginocchio

Piegata dalla distruzione del sistema istituzionale della Nuova Repubblica con la cancellazione del Sistema Hosnian a causa della base Starkiller, dalla morte di Han Solo e di Luke Skywalker ed infine dal massacro iniziato con la fuga di D’Qar, la Resistenza è in ginocchio. Il Generale Leia (i tempi delle principesse sono ben lontani) ha a sua disposizione esclusivamente il Millennium Falcon ed i pochissimi sopravvissuti da Crait, con nessun alleato esterno a supporto. 

Partendo dall’incontro di Maz Kanata (immersa in una meritata vacanza su un pianeta che è Bespin, ma non si chiama Bespin) con Poe Dameron, come da tradizione una scintilla dà finalmente alle fiamme il vento della ribellione. Il risultato è l’innesco di una catena di eventi conclusa con il definitivo rafforzamento di un primo nucleo operativo della forza armata che lotterà contro il Primo Ordine in The Rise of Skywalker. 

Il grosso dei riflettori va a Poe Dameron, che qui va incontro ad un percorso di redenzione

Stiamo parlando in ogni caso di un prodotto a tutti gli effetti complementare alla linea narrativa principale, quindi non indispensabile per seguire il filo della nuova trilogia, ma Resistance Reborn non lesina nell’utilizzo dei protagonisti che qualsiasi spettatore ha imparato a conoscere negli ultimi anni. Il grosso dei riflettori va prima di tutto al già citato Poe (il personaggio di Oscar Isaac), che qui va incontro ad un percorso di redenzione rispetto alle immense responsabilità nel disastro bellico di The Last Jedi, un’evoluzione in realtà abbastanza semplice e lineare che scorre parallela alla solita morale di chiaroscuri e riscatti tipica di Star Wars. 

L’ex stormtrooper Finn prende un ruolo di supporto accanto a Poe, mentre invece Rey in pratica rimane nelle retrovie con un numero limitatissimo di battute, evidentemente una carta troppo rilevante per essere impiegata in una estensione del canon relativamente di nicchia.

 

 

Pure se a tratti con il freno tirato per ovvi motivi, in Resistance Reborn si respira aria di epilogo. Laddove The Rise of Skywalker è il capitolo conclusivo della saga principale, Rebecca Roanhorse ha onere e onore di racchiudere in unico punto tutte quelle linee tracciate al di fuori del cinema ed al di là della Battaglia di Endor, con un calderone in grado di sciogliere il cuore dei fan più attenti all’immaginario. 

In Resistance Reborn confluiscono location e personaggi direttamente dalla campagna di Battlefront II e da Jedi: Fallen Order, dai tre Aftermath, da Bloodline e così via, per un fan service davvero entusiasmante e mai snervante. Nel fuoco incrociato, qualcuno nella squadra di eroi rimane però molto meno caratterizzato di altri, a causa di una scrittura che cerca quando possibile di evitare i punti morti. 

Il linguaggio usato in tutto questo è scorrevole ed accessibile, mai retorico e interamente votato a stendere con coerenza la trama senza eccessivi dilungamenti. 

Se volete affrontare la lettura prima che arrivi una versione italiana, un livello medio-avanzato dell’inglese dovrebbe bastarvi.

 

 

 

Più in generale, il ritmo da poco prima della metà fino al finale regge abbastanza inattaccabile, con solo un paio di noiose parentesi nella parte introduttiva necessarie ad impostare il racconto. 

La lettura, una volta archiviata la premessa, spara in faccia al lettore intrecci multipli che intrattengono quanto stimolano, grazie soprattutto ai finali aperti di ciascun capitolo; un trucchetto furbo e non complesso da applicare già utilizzato in Aftermath da Chuck Wendig, ma non per questo meno efficace. 

Resistance Reborn vuole essere con successo un giro sulle montagne russe dedicato ai fan della serie, e se negli ultimi anni avete seguito Star Wars in ogni minimo dettaglio non dovreste davvero perdervelo.

 

 

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