Tekken 7

L’atteso settimo capitolo della saga di picchiaduro Bandai Namco è finalmente arrivato, dopo qualche anno di rodaggio nelle sale giochi giapponesi. Scoprite come ci è sembrato nella nostra recensione.

Tekken 7 si è lasciato attendere parecchio, come in generale tutti i maggiori esponenti del genere dei picchiaduro che solo quest’anno iniziano a popolare le line-up dell’attuale generazione di console. Dopo qualche anno di rodaggio nelle sale giochi nipponiche, l’ultimo capitolo della saga più apprezzata di sempre nel panorama dei picchiaduro 3D arriva dunque su PC e console.

Questo settimo capitolo ci riporta in parte alle origini della saga, che oltre al proprio gameplay si è sempre contraddistinta anche per una particolare vena narrativa, incentrando le vicende che di volta in volta portavano all’organizzazione del King of Iron Fist Tournament attorno alla famiglia dei Mishima. La lotta intestina tra padre e figlio che la consuma è destinata però ad avere un punto fermo con questo capitolo, che vede la resa dei conti definitiva tra Heiachi e Kazuya.

Se siete curiosi di sapere di più sul nuovo capitolo della saga targata Bandai Namco, non vi resta che proseguire con la lettura della nostra recensione! La versione da noi testata per la review è quella PlayStation 4 (su PlayStation 4 Pro e tv 4K HDR), vi ricordiamo che Tekken 7 è comunque disponibile anche per Xbox One e PC su Steam a partire dal 2 giugno 2017.

 

 

 

 

La trama di Tekken 7 è forse la più approfondita di tutti i giochi della serie, e si sviluppa su un doppio binario narrativo che fonde anche due stili grafici piuttosto diversi. Intitolata “La saga dei Mishima” ha ovviamente come protagonisti Heiachi, che sfruttando un momento di debolezza del nipote, Jin Kazama, riprende possesso della Mishima Zaibatsu e indice il nuovo Torneo del Pugno di Ferro, e il figlio Kazuya a capo della corporazione rivale G Corp. La loro lotta si incrocia, nel corso della campagna, con tutti i personaggi che in un modo o nell’altro sono legati alla discendenza di Heiachi, in primis Kazuya e Jin che custodiscono il sangue demoniaco della famiglia di Kazumi (defunta moglie di Heiachi di cui scopriremo in questo capitolo dettagli finora inediti) ma anche Nina Williams, il figlio adottivo di Heiachi, Lee Chaolan, e l’ultimo figlio avuto al solo scopo di assicurarsi che non fosse il suo sangue a tramandare il gene di Devil, ovvero Lars Alexandersson.

Le vicende che porteranno alla resa dei conti finale tra padre e figlio sono però filtrate dal racconto di un giornalista.

Le vicende che porteranno alla resa dei conti finale tra padre e figlio sono però filtrate dal racconto di un giornalista. Non un lottatore, un uomo semplice che a causa dei conflitti che Jin con la Mishima Zaibatsu aveva causato per stanare il malvagio Azazel, ha perso tutto ciò che aveva di più caro al mondo: la moglie e il figlio. Di conseguenza egli si è messo ad indagare sui segreti della famiglia Mishima e del famoso torneo del Pugno di Ferro. A differenza delle sequenze in Unreal Engine 4 che ci forniscono un prima e un dopo ai vari scontri della campagna, lo stile grafico dei momenti narrativi del giornalista è disegnato, quasi fosse un fumetto, con la sua voce narrante che racconta i fatti al passato, come si rivolgesse direttamente al giocatore.

 

 

Ripercorreremo dunque tutti i momenti topici della serie, dallo scontro tra Heiachi e il piccolo Kazuya che, sconfitto, verrà gettato giù da una rupe proprio da suo padre, alle battaglie più emozionanti di altri capitoli come Tekken 4. Scopriremo inoltre svariati retroscena inediti delle vite della famiglia Mishima, in particolare di Heiachi, che sono sicuro faranno rivedere a molti il proprio giudizio su questo emblematico personaggio.

Guest star di Tekken 7 è però Akuma (personaggio della serie picchiaduro di Capcom, Street Fighter) la cui presenza viene giustificata facendogli vestire i panni di uno straniero a cui in passato Kazumi aveva salvato la vita, e al quale avrebbe fatto promettere che in futuro si sarebbe occupato di uccidere il marito, Heiachi, e il figlio, Kazuya. Poco calzante come escamotage, e d’altronde nessuno poteva aspettarsi chissà quale profondità a livello narrativo da questo titolo. Bandai Namco ha però lavorato molto bene dal punto di vista della narrazione che saprà fare felici tutti gli amanti della saga di Tekken.

Oltre a “La Saga dei Mishima” è presenta un’ulteriore modalità Storia composta da ben 28 Episodi Personaggio piuttosto brevi (per ciascuno personaggio abbiamo un’introduzione, uno scontro ed un epilogo) che ci permette però di approfondire il background per questo nuovo capitolo sia di vecchie glorie come Law, Paul, King, Yoshimitsu o Eddy Gordo, come dei nuovi arrivati Josie, Gigas, Claudio, Lucky Chloe ecc…

 

 

 

 

Dal punto di vista del gameplay la formula resta sostanzialmente quella vista fino all’ultimo capitolo su old gen, Tekken Tag Tournament 2, arricchita però da diverse novità: le finestre di contrattacco e schivata delle prese sono state aumentate, è stato invece ridotto l’effetto juggling e in generale rivisto il bilanciamento dei personaggi in modo molto intelligente. Sia per quanto riguarda i personaggi “vecchi” che quelli “nuovi” troviamo caratteristiche uniche che rendono intuitivo e divertente imparare ad usarli, senza semplificare in modo banale.

La novità più importante in termini di gameplay è però rappresentata sicuramente dalle Rage Drive e Rage Art. Già degli ultimi due capitolo della serie, una volta che si raggiunge una determinata percentuale nella barra della vita, questa inizia a lampeggiare di rosso e aumenta sensibilmente la potenza dei nostri attacchi (tale feature è detta Rage) ora, una volta entrati in Rage, sarà possibile o sfruttare una combo speciale (Rage Drive) oppure una super mossa scriptata (Rage Art) che toglierà decisamente molta vita all’aversario. Una sorta di Super o di Fatality che non è mai stata presente nella serie Tekken, e che in molti potrebbero non gradire in quanto si tratta di una meccanica in grado di ribaltare i match senza richiedere particolari abilità da parte del giocatore. Abbiamo sperimentato anche diversi scontri online e possiamo però assicurarvi che è stata ben congegnata e che non snatura affatto il gameplay del titolo, anzi lo arricchisce con nuove sfumature.

 

 

Oltre alla Storia, di cui abbiamo già ampiamente parlato, Tekken 7 presenta molte altre modalità con cui cimentarsi, dalle partite del gioctore e partite classificate Online ad una tradizionale modalità Arcade per l‘Offline, cui si affiancano Battaglia VS per giocare con gli amici in locale, Battaglia Tesoro in cui poter ottenere oggetti e altri premi, e Pratica. Una delle novità di questo capitolo è tra le altre cose l’enorme possibilità di personalizzazione offerta al giocatore, sia in termini estetici e di oggetti dei personaggi che dell’interfaccia con cui il giocatore si presenta Online e, più in generale, durante gli scontri.

Troviamo poi la modalità Jukebox, in cui riascoltare tutte le tracce dei vari giochi della serie Tekken (compresi gli spin-off) e alcune playlist originali, e la modalità Galleria in cui invece si potranno acquistare con crediti di gioco immagini e filmati di tutti i giochi della saga. Non si può non riconoscere a Bandai Namco di aver confezionato, in questa versione uscita a qualche anno di distanza da quella negli Arcade giapponesi, una vera enciclopedia di quella che è diventata a conti fatti la serie di picchiaduro 3D più amata al mondo.

 

 

Infine, da un punto di vista più tecnico, Tekken 7 se la cava davvero bene grazie alla nuova veste grafica dell’Unreal Engine 4. Con un frame rate ancorato ai 60fps l’azione di gioco è sempre fluida e impeccabile, a 1080p su PlayStation 4 Pro e 900p sulla versione standard della console di casa Sony. Abbiamo avuto modo di provarlo anche su Xbox One dove ci è sembrato girasse bene o male in modo identico alla versione PlayStation 4 standard. Una maggiore resa grafica è possibile solo sulla versione PC su configurazioni medio-alte.

Anche la colonna sonora è degna di nota, e in generale il comparto audio dove abbiamo apprezzato particolarmente il tocco di realismo dato dal fatto che ogni personaggio parli la propria lingua a seconda della provenienza (giapponese o koreano piuttosto che inglese, francese e grazie alla presenza di Claudio persino italiano). Tirando le somme non si può che promuovere a pieni voti questo Tekken 7 che offre non solo un’esperienza definitiva a tutti gli amanti della saga, ma di gran lunga il miglior picchiaduro presente su current gen.

 

 

 

91
ME GUSTA
FAIL
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